Tra le frazioni di Massa Marittima ce n’è una che è sempre stata una località di passaggio per la presenza della stazione e della teleferica: soprattutto, in tempi più recenti, prima che fosse costruita la variante, chi proveniva da Siena per andare al mare e viceversa doveva necessariamente passare per Ghirlanda, posta a nord del capoluogo in direzione di Siena
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DI SANDRA POLI
Ghirlanda, dopo le opportune bonifiche, ha attraversato l’800 e il 900 caratterizzandosi per diversi aspetti storici: non solo la stazione e la teleferica, ma anche il Pastificio Badii, la fabbrica di pipe, la fiera del 1° settembre.
Denominata Grillanda in alcuni documenti antichi o Padule del Garofano dalla conformazione dei canali che ricordavano appunto l’immagine di un garofano, Ghirlanda non esisteva fino al XVI secolo. Quando Massa Marittima cadde sotto la Repubblica di Siena nel 1335, la zona fu completamente abbandonata lasciando proliferare la palude e la malaria.
Le prime opere di bonifica iniziarono nel 1594 quando il commissario dei Medici Pico Sforza affidò a un tale Aquilani l’incarico per un piano di bonifica…
Le vere opere di bonifica iniziarono con il Granduca Pietro Leopoldo di Lorena che nel 1774 incaricò Leonardo Ximenes di studiare come risanare la palude. Ximenes, già professore di ingegneria all’Università di Firenze, studiò un sistema di canali piuttosto efficace che rese Ghirlanda una zona più salubre. Fu costruito un canale principale detto Fosso Maestro del Padule o Fossone che convogliava, attraverso canali e chiaviche, le acque di altri torrenti: il Fosso dell’Auscello, il Fosso del Garofano, il Fosso della Voragine del Garofano, il Fosso del Tordino, il Torrente di Malenotti e altri…
La bonifica continuò negli anni finché il pericolo di malaria scomparve e Ghirlanda divenne protagonista di diversi aspetti storici. Uno di questi è sicuramente la stazione. La ferrovia Massa Marittima Follonica Porto fu inaugurata l’11 dicembre 1902; partiva da Ghirlanda percorrendo 25 chilometri attraverso Schiantapetto, Poggio Guardione, Valpiana, Cura Nuova, il fiume Pecora, il torrente Pietraia fino ad arrivare a Follonica, prima alle fonderie e poi al porto dove il minerale veniva caricato sulle navi. Il treno, infatti, serviva principalmente per il trasporto del minerale, le ultime carrozze erano riservate ai passeggeri. Nel 1944 furono bombardati tutti i ponti e da lì la ferrovia non è più stata messa in funzione…
Se vuoi leggere l’articolo completo, lo trovi pubblicato sul numero di ottobre 2021 di Maremma Magazine (alle pagine 88-90), disponibile in edicola, su abbonamento e in versione digitale. Acquista la tua copia on line! Clicca QUI