Un mestiere particolare molto in voga in passato, soprattutto a Massa Marittima, in una Maremma d’altri tempi, nato dall’esigenza di lavorare per vivere e tirare avanti una famiglia. È il “truccone”, “figura antica del mediatore di affari” che ha avuto il pregio di collegare città e campagna attraverso lo svolgimento di attività di commercio, ma non solo
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DI SANDRA POLI
Sul dizionario di italiano alla voce “truccone” è indicato imbroglione o intermediario di matrimoni. Ma, se si consulta il dizionario massetano di Enzo Marchetti, conosciuto anche come Terenzio, Si diceva… scopriremo che il truccone “è la figura antica del mediatore di affari […] in campagna […] ad oggi ridotto a semplice commerciante di uova, coniglio, polli. Uno che compra direttamente dai contadini i prodotti che pensa a distribuire ai rivenditori della città”. A Massa Marittima i trucconi erano questo, coloro che facevano da intermediari tra città e campagna. Ciò non toglie che in tempi più antichi (esistevano prima della guerra) abbiano fatto anche gli intermediari per matrimoni, ma, generalmente, quando si pensa a un truccone si pensa a un commerciante. Inquadrarli, però, non è facile perché non erano solo commercianti: la loro è stata anche una funzione sociale per i tempi in cui sono vissuti
Per capire meglio chi sono i trucconi partiamo da uno dei più rappresentativi di Massa Marittima, ma non il solo, Renato Roccabianca che ha svolto questa professione molto a lungo. All’inizio faceva il fuochista sul trenino da Massa a Follonica, poi nel 1950 decise di cambiare lavoro e iniziò l’attività di truccone nella zona fra Perolla a Casteani.
Massa Marittima è un comune esteso territorialmente con molta campagna intorno. A quei tempi ogni podere era abitato, era difficile trovare poderi abbandonati. Spesso, però, si trovavano in zone decentrate dal centro abitato, difficili da raggiungere. Il truccone Roccabianca li raggiungeva tutti i giorni partendo dalla sua stalla di Via Burlamacchi nel centro storico di Cittanuova, dove teneva il carro e il cavallo. Perolla, Casteani e poderi intorno erano zone di allevatori dove il truccone trovava uova, polli, conigli, piccioni.
Caricava gli animali vivi sul carro sistemandoli nelle gabbie; in cambio lasciava la merce che gli era stata richiesta: sale, generi alimentari vari.
Una volta sbrigati gli affari e prese le consegne dagli allevatori, il truccone ripercorreva la strada a ritroso e tornava a Massa Marittima arrivando spesso e volentieri la sera tardi. Il giorno dopo ripartiva per nuove consegne…
Solo la nevicata del 1956 lo costrinse a fermarsi per qualche giorno; ma, generalmente, il truccone si muoveva fra paese e campagna senza preoccuparsi del tempo e, se c’era richiesta, prestava servizio anche la domenica….
Chi stava in campagna poteva contare sui frutti della terra, sull’allevamento di animali, ma non su altri servizi come i negozi o gli uffici pubblici. Il truccone, pertanto, non si limitava solo al commercio: se c’era bisogno andava in farmacia a prendere le medicine, andava in Comune a fare i certificati, andava alla posta a fare le commissioni. Al truccone si poteva chiedere di portare le sigarette o qualsiasi cosa fosse necessaria che non era possibile trovare in campagna… Se c’era bisogno il truccone poteva sostituire il postino: nei primi anni cinquanta i postini non si recavano nei poderi. Il truccone allora passava dall’ufficio postale di Ghirlanda, prendeva la posta e la consegnava…
Se vuoi leggere l’articolo completo, pubblicato sul numero di novembre 2019 di Maremma Magazine, alle pagine 62-64, acquista la tua copia cartacea in edicola oppure la versione digitale, on line! Clicca QUI