Il Gruppo Tradizioni Popolari “Galli Silvestro” celebra quest’anno il quarantennale. Un bel traguardo raggiunto da un gruppo di amici, innamorati delle proprie radici e decisi ad impegnarsi nella salvaguardia di quei riti del passato con in testa il Canto del Maggio e le Befanate. Perché la Maremma di oggi è frutto di ciò che eravamo…
****
DI GIADA RUSTICI
La Festa del Maggio
Un elemento che permea l’intero universo della cultura e delle tradizioni popolari del nostro territorio è un rito molto antico: la festa del Maggio (nome che probabilmente deriva dall’antica dea della fecondità, Maja), che si fa espressione canora di una celebrazione che, faticosamente, ancora resiste alle spire del tempo e al corrodere della modernità. Tutto questo è possibile perché la Maremma è sempre stata un porto franco nella quale sono progressivamente confluite le varie manifestazioni delle nostre radici contadine, delle quali magari si sono perse espressamente le tracce, ma che rimangono silenti nel DNA di ogni persona, come un conforto.
Così in Maremma, ancora oggi, è facile imbattersi nella notte tra il 30 aprile ed il 1 maggio, in quelle colorate brigate dei maggerini, adornate di fiori e profumi che vagano di podere in podere: è ancora possibile ascoltare questo antico canto itinerante. Il “maggio” è un vero e proprio rito propiziatorio che con il tempo è diventato un canto augurale che nel quale si trasmettono i buoni auspici per l’arrivo della primavera, al rifiorire della natura dopo il torpore dell’inverno, sperando nell’arrivo di fertilità e buon raccolto.
Il rito del “maggio” è una vera e propria arte che viene trasmessa di generazione in generazione, come i migliori tesori, e affinata nel corso del tempo. Il “maggio” si canta in squadre spesso anche in “competizione” tra di loro i cui componenti, ornati con fiori e nastri, variano da cinque-sei persone fino ad arrivare a più di venti. Nella nostra Maremma questa usanza si associa con un’altra pratica tradizionale profondamente radicata: l’improvvisazione in ottava rima. Oltre alle canzoni tradizionali, riproposte ogni anno, il momento più importante delle questue maremmane consiste nelle ottave personalizzate, che il poeta del gruppo canta nei luoghi che si vanno a visitare. La figura del poeta era fondamentale, senza questa non si poteva partire per il Maggio itinerante perché era lui a chiedere il permesso in ottava rima nelle abitazioni, e se non era soddisfacente la porta del podere visitato non veniva aperta ai cantori; ogni squadra ha poi i suoi suonatori e in particolare lo strumento principe era la fisarmonica. Infine, c’erano quattro maggerini che cantavano i canti con tematiche che assumevano varie sfaccettature (politica, religione, serenate, natura ecc.).
Il Gruppo Tradizioni Popolari Galli Silvestro
Dunque, si capisce bene come la forza del nostro presente risieda nelle nostre tradizioni e per questo è necessario custodirle e trasmetterle: di questo è consapevole il Gruppo Tradizioni Popolari Galli Silvestro che proprio quest’anno celebra il quarantennale e ormai da tempo porta alta l’immagine della Maremma più genuina. Dietro questo nome si cela tutto l’amore per le nostre tradizioni, l’umiltà, la semplicità, un vivere le tradizioni popolari non in modo commemorativo, ma attivo e partecipativo con la volontà di trasmettere ai maremmani, ma non solo, la voglia di continuare a credere nelle proprie radici. Siamo a Braccagni, “la capitale del maggio”, immerso nell’abbraccio della natura ed è proprio la natura ciò che rende vivi gli animi di questo borgo. In questo scenario fuori dal tempo e dalla frenetica corsa della città ogni anno si celebra una storia antica, dal sapore genuino, nel nome della Maremma: la festa del Maggio. È un appuntamento classico per tutti coloro che desiderano rivivere una terra d’altri tempi, ormai quasi perduta perché guardare al futuro significa capire e rievocare i passi di una tradizione antica che ci ha forgiati e ci ha portati ad essere ciò che siamo oggi: in questa occasione squadre di “maggerini” provenienti da tutte le parti della Maremma si riuniscono nel pomeriggio del 1 maggio a Braccagni nella suggestiva cornice dell’oliveto di San Rocchino, ai piedi della collina di Montepescali…
La storia del Gruppo
La storia del Gruppo braccagnino – che come detto quest’anno spegne le 40 candeline – si perde in tradizioni antiche: era il 30 aprile 1979 quando un gruppo di ragazzi, l’età media era 16 anni, decise di adempiere un compito che fino a quel momento era portato avanti da nonni e genitori, quello di cantare il maggio. Erano mossi da passione, dalla volontà di vivere quel mondo che fino a quel momento avevano solo osservato ed ascoltato: volevano farsi artefici della vera tradizione maremmana…
Se vuoi leggere l’articolo completo, pubblicato sul numero di novembre 2019 di Maremma Magazine, alle pagine 50-53, acquista la tua copia cartacea in edicola oppure la versione digitale, on line! Clicca QUI