
In un anno non particolarmente favorevole a livello nazionale, la produzione di olio in Maremma ha registrato secondo Coldiretti un aumento complessivo intorno al 20% rispetto allo scorso anno. Tuttavia, la situazione è molto variabile da zona a zona. Nonostante ciò, la raccolta 2023 sta dando un olio di alta qualità, anche se le rese sono inferiori alla media
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DI LINA SENSERINI
L’olivicoltura in Toscana e in Maremma
In Maremma, come in Toscana e nella maggior parte delle regioni italiane, le piante d’olivo sono parte integrante del paesaggio, occupano a pieno titolo l’immaginario collettivo di questo territorio, con la loro lussureggiante maestosità, che siano potati e coltivati o lasciati crescere. Spesso stanno lì da secoli e continuano a produrre. Longevo – può vivere per migliaia di anni – fruttifero anche se incolto, di rara e austera bellezza, duro, resistente, capace di passare indenne in mezzo alle tempeste e di sopportare le bizze del clima, l’olivo non è solo simbolo di pace, ma anche di forza. Cresce lentamente, segue insolite e capricciose curvature, il legno è ricco di nodi, tanto da farlo sembrare una scultura.
L’olio dal canto suo, fin dagli antichi greci e prima ancora nelle civiltà della Siria e dell’Asia Minore, da dove questa pianta si è estesa a tutto il bacino del Mediterraneo, aveva infiniti usi diversi: alimentari, medicinali, cosmetici, veniva usato per addolcire la pelle e i capelli, per massaggiare i muscoli, per lenire il dolore, per fare i profumi, veniva messo nelle lampade per illuminare le stanze. Era un prodotto sacro, che nei riti religiosi ha unito le tre confessioni monoteiste del Mediterraneo: l’Islam, l’Ebraismo e il cristianesimo…
Ma senza andare troppo lontano, in Maremma si contano due autentici giganti del tempo, sulle colline di Magliano in Toscana e a Fibbianello, nel comune di Semproniano. Il primo è l’Olivo della strega, la pianta monumentale a ridosso del paese, considerato uno dei più vecchi d’Italia e forse d’Europa, poiché le analisi con il carbonio-14 attestano la sua nascita intorno al 1.000 avanti Cristo, prima dei “fratelli” dell’orto dei Getsemani.
A contendergli il primato, c’è la pianta di Fibbianello, conosciuta come l’Olivone di Semproniano, segnato purtroppo da un destino terribile. L’albero millenario (la sua età è stimata in 2.000 anni), noto anche per la sua straordinaria altezza che superava i 20 metri, capace di produrre fino a 8 quintali di olive che venivano raccolte con scale a tre e più piani, è stata oggetto di un disastroso atto vandalico…