Immerso nel cuore della Maremma Toscana, Orbetello è un luogo dove la storia si intreccia con una spettacolare bellezza della natura. Questo gioiello offre un’affascinante combinazione di patrimonio storico, angoli suggestivi e scenari mozzafiato che parlano del suo passato e che andiamo ad esplorare con le tavole di Massimo Tosi
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TESTO DI ELISABETTA RUSSO E MASSIMO TOSI – TAVOLE DI MASSIMO TOSI
Per descrivere il fascino di Orbetello penso a come appare visto dall’alto, dal Convento dei Passionisti sul Monte Argentario. Sembra come magicamente sospeso sulla laguna, collegato all’Argentario da una piccola striscia di terra, con un nucleo cittadino racchiuso in sé stesso ma aperto verso le bellezze naturali che lo circondano: le belle e lunghe spiagge del tombolo della Feniglia e della Giannella, la laguna che è Oasi WWF e meta di numerose specie di uccelli migratori, l’Argentario che si affaccia sul mare con scenari spettacolari.
Ma non è solo la natura che rende questo luogo uno dei gioielli della Maremma. Orbetello vanta anche una ricca storia che lo ha reso ciò che è oggi.
Attraverso le tavole di Massimo Tosi ci soffermeremo su alcuni degli edifici da lui rappresentati a testimonianza del passato di questa affascinante città…
Porta Medina
“Nel 1697 – racconta Tosi –, per dare maggiore consistenza alle fortificazioni della Piazzaforte di Orbetello, veniva interamente restaurata dagli spagnoli, secondo la loro tipologia architettonica, la porta che si chiamerà di Medina Coeli, dal nome dell’allora Viceré di Napoli e duca di Medina. Questa porta, come le altre strutture difensive, edificata con le migliori e più importanti innovazioni militari dell’epoca, è la più grande delle diverse porte del sistema fortificato orbetellano e conteneva, oltre al corpo di guardia, caserme, laboratori militari, magazzini ed altre strutture di difesa e offesa, con facile accesso al bastione d’Arcos e alla Fortezza adiacente…”