L’Oro dello Zipe, un viaggio nel mondo delle api tra natura, qualità...

L’Oro dello Zipe, un viaggio nel mondo delle api tra natura, qualità e tanta passione

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L’azienda apistica L’Oro dello Zipe, gestita da Nicola Zipeto, è un progetto nato quasi per caso ma divenuto una grande passione. Con una dedizione totale, mentre la moglie Laura si occupa della parte contabile e commerciale, Nicola è il cuore operativo dell’azienda e cura oggi 35-40 arnie, gestendo oltre due milioni di api e seguendo ogni fase del ciclo vitale dell’alveare

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DI LINA SENSERINI

Quando due anni fa, Maremma Magazine dedicò un articolo all’azienda di Nicola Zipeto, il suo miele si era da poco affacciato sul mercato e già stava conquistando il gusto dei consumatori più attenti ed esigenti. Oggi, a distanza di cinque anni dalla nascita dell’attività, uno dei suoi prodotti più pregiati, il miele di marruca è stato premiato con una Goccia d’oro al concorso per la selezione dei migliori mieli di produzione nazionale, che si è svolto poche settimane fa a Castel San Pietro Terme, in provincia di Bologna. Tra 1220 tipi di miele in concorso, inviati da 439 apicoltori provenienti da tutto lo stivale, L’oro dello Zipe, come si chiama l’azienda, si è aggiudicata un riconoscimento che la colloca di diritto nella Guida Tre gocce d’oro, dove è raccolto il meglio del miele italiano.
Un vero successo per una piccola attività a conduzione familiare, circa 12 ettari di terreno a Casotto Pescatori, nel comune di Grosseto, dedicati alla coltivazione di quelle piante che aiutano le api, le nutrono, permettono loro di svolgere la preziosa funzione dell’impollinazione e della produzione del miele.

Nicola, il “guardiano” di 2 milioni e mezzo di api. Laura, l’anima dell’azienda

Nicola Zipeto

Il cuore dell’azienda è Nicola. È lui ad occuparsi delle 35-40 arnie che costituiscono l’apiario e dei 2.500.000 insetti che le “abitano” con le loro 40 regine, alcune delle quali fa nascere lui stesso con una particolare procedura. Nicola si prende cura delle sue api come avviene per ogni altro animale allevato. Con la differenza che il loro è un mondo a parte che bisogna conoscere e rispettare, affinché il perfetto equilibrio che regola la vita dell’alveare resti integro.
Eppure l’apicoltura, all’inizio non era nei programmi della famiglia Zipeto che nella proprietà a Casotto Pescatori si dedicava ad altre attività. Poi quando è stata presa la decisione di lanciarsi in questo settore, Nicola ha seguito un corso di formazione organizzato dall’Arpat (associazione regionale produttori apistici toscani) per imparare i fondamenti dell’apicoltura, consapevole che molto lo avrebbe imparato sul campo. Non immaginava, in quel momento, che sarebbe nata una vera passione.
“Sono partito con tre arnie, mi sono fatto le mie regine – racconta Nicola – ho iniziato ad amare questo lavoro, consapevole di quanto fosse difficile diventare un apicoltore. Mi sono confrontato con altri più esperti di me, mi sono messo in gioco fino in fondo e dopo un anno avevo già 11 arnie. Un bel risultato per un principiante, ma ci credevo davvero come ci credo oggi. In tutto questo percorso è stato fondamentale il supporto di mia moglie Laura che ha condiviso con me questa scelta”.
Laura Mascagni rappresenta l’altra parte dell’azienda, quella meno operativa sul campo, ma fondamentale per il successo dell’attività: si occupa, infatti, degli aspetti commerciali e contabili. “Facciamo principalmente tre formati di barattolo, ognuno con l’etichetta diversa in base alla grammatura e in base al fiore da cui il miele deriva, del quale mettiamo la foto in ogni barattolo”, spiega Laura. “Proponiamo anche diverse confezioni, ottime come idea regalo con porta vasetti in legno sempre fatti artigianalmente da Nicola”, aggiunge.

Si lavora con le api 365 giorni all’anno

Un lavoro duro e impegnativo, che va avanti tutto l’anno perché bisogna prendersi cura delle api in ogni momento, garantendo loro il nutrimento con la semina di piante a fioritura invernale, come le rape e la senape coltivate da Nicola sui propri terreni. “Le api fanno il miele per sé stesse – spiega Nicola – e trovano in natura il nutrimento sufficiente per sopravvivere. Quello che noi estraiamo dalle arnie è un surplus, per ottenere il quale dobbiamo gestire e aiutare le api. Un modo per farlo è, appunto, seminare piante a fioritura invernale.
Può anche capitare che in primavera i fiori non abbiano abbastanza nettare e anche in questo caso occorre intervenire aiutando gli insetti con tecniche apistiche mirate al periodo. Dunque è un impegno quotidiano che dura 365 giorni all’anno e che si intensifica in primavera quando le api vanno preparate per la prima fioritura”.

Il “risveglio” delle regine per preparare le api alla raccolta del nettare

Ci vogliono infatti 40 giorni da quando la regina inizia a produrre uova a quando le api escono per raccogliere il nettare. Un ciclo naturale che va stimolato per le fioriture precoci. Per L’oro dello Zipe è il caso delle circa 8000 piante di Paulownia coltivate inizialmente per la produzione di legno e biomasse, ma “sfruttate” per la loro fioritura, in attesa di completare il ciclo di crescita per essere tagliate. “Abbiamo scoperto che il miele di Paulownia ha proprietà organolettiche uniche, è un potente energizzante, è ottimo per le malattie respiratorie, ma è molto raro”, spiega Nicola. “Ed è stato proprio osservando la straordinaria fioritura di queste piante che ci è venuta l’idea di mettere su le api per non disperdere questa ricchezza”. Quando, tra marzo e aprile, l’albero della principessa, così chiamato perché dedicato ad Anna Paulowna, figlia dello Zar Paolo I di Russia, fiorisce, è una vera e propria esplosione di blu. Ma perché le api siano pronte a uscire a succhiare il prezioso nettare, Nicola deve intervenire già a dicembre, stimolando la regina in modo che nei successivi 40 giorni faccia le uova e inizi il lavoro delle sue operaie per portarle nutrimento. Insomma, ogni cosa calcolata al minuto, per ottenere il massimo durante i mesi primaverili ed estivi, al netto delle bizze del clima che possono compromettere le fioriture per le gelate, la troppa pioggia o il caldo eccessivo.

Nove tipi di miele, ma ogni anno diverso

Per tutte queste ragioni il miele di Nicola non è sempre lo stesso e non è sempre certa la quantità. L’obiettivo, infatti, è prima di tutto la qualità; è produrre il miele nei suoi diversi tipi in base all’annata, alle fioriture, scegliendo con cura le zone in cui trasferire le arnie.
L’azienda produce 9 tipi di miele: da quello più comune di girasole, di castagno, di trifoglio, di eucalipto e di acacia, al più raro di rosmarino, di paulownia e di facelia. Ma ci sono anni in cui si riesce a produrre miele di rovo, pregiato ed altrettanto raro, oppure anni in cui non si produce un tipo, come è avvenuto con il miele di eucalipto.
“Dipende dai fattori atmosferici e climatici, dalla qualità della fioritura, da altri elementi che non sono sempre prevedibili. Per fare questi nove tipi di miele pratichiamo il nomadismo: gli alveari partono per Sassofortino quando fioriscono i castagni, per i Marrucheti, tra Grosseto e Campagnatico, quando fiorisce la marruca, vengono posizionati nella pineta di Marina per il miele di rosmarino. Più semplice trovare acacie, trifoglio e girasoli, con l’unica complicazione che quando ci sono fioriture contemporanee, le api vanno divise”, racconta Nicola.
“Per spiegarmi meglio – aggiunge – per classificare un miele monofloreale, la quantità di quel fiore deve essere prevalente. Se abbiamo il dubbio che possano essersi mescolati nettari diversi, lo classifichiamo come Millefiori”.

La facelia, la pianta che salva le api

Un prodotto che non manca mai nella produzione dell’azienda, oltre al miele di paulownia, è quello di facelia, una pianta erbacea che Nicola semina non appena termina la fioritura delle rape. I suoi fiori, infatti, sbocciano tra maggio e giugno, garantendo alle api il nutrimento in un periodo in cui le fioriture sono scarse. “È una pianta salvavita per le api, poiché ricca di polline e nettare”, spiega Nicola. Il miele che ne deriva, peraltro non facile a trovarsi, è un prodotto d’eccellenza, ricco in nutrienti, allo stesso tempo delicato e piacevole.

La collaborazione con Conad e i progetti con le scuole

Nicola Zipeto con la moglie Laura e i figli in un punto vendita Conad

Da alcuni anni, L’oro dello Zipe si trova nel corner dei prodotti d’eccellenza del territorio, nei negozi Conad di Grosseto e della costa, fino a Piombino e Massa Marittima. Ma è possibile acquistarlo anche nello shop della cantina I vini di Maremma, in località il Cristo e in alcuni selezionatissimi negozi che vendono solo prodotti locali.
“Abbiamo fatto una scelta commerciale che valorizza la qualità del nostro miele – dice Laura – dal momento che non possiamo garantire a priori la quantità. In linea di massima produciamo una media di 12 quintali all’anno, ma possono variare i tipi e la quantità per tipo. Ma anche questa è stata una scelta. Preferiamo non avere un tipo di miele un anno, o averne un tipo raro come il rovo quando ci sono le condizioni, piuttosto che proporre sempre lo stesso prodotto. In poche parole non possiamo dare per certa una determinata fornitura, ma quello che i consumatori trovano nel barattolo è un prodotto garantito sotto ogni punto di vista”.
Per Nicola il rispetto delle api, il loro benessere viene prima di tutto, è quello che insegna ai suoi figli di 9 e 11 anni, già attratti dall’attività del padre. Soprattutto è quello che vuole trasmettere ai clienti con la bontà del suo miele.

Se vuoi leggere l’articolo completo, lo trovi pubblicato sul numero di novembre 2024 di Maremma Magazine (alle pagine 122-25), disponibile in edicola, su abbonamento e in versione digitale. Acquista la tua copia on line! Clicca QUI 

Contatti

Azienda Agricola Nicola Zipeto
Loc. Casotto dei Pescatori 638
Grosseto
Tel. 329 1639 787
Mail zipe73@gmail.com
Web: maremmaavventura.it/ilmiele-
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