Alla scoperta della Maremma enologica e non solo: Pugnitello Collezione 2021 Maremma...

Alla scoperta della Maremma enologica e non solo: Pugnitello Collezione 2021 Maremma Toscana Doc dell’azienda Poggiolella, il cuore antico della Maremma in un calice di vino

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A Poggiolella, Antonella e Michele hanno realizzato il loro progetto di valorizzare le eccellenze maremmane e hanno fatto del Pugnitello, un raro vitigno toscano, il simbolo della loro azienda biologica. Tra olivi e vigneti affacciati sulla costa dell’Argentario, nascono vini che raccontano il territorio, come il Pugnitello Collezione, maturato in legno per esaltare tannini vigorosi e aromi intensi di spezie e sottobosco

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DI SILVIA MIRALLI

Poggiolella è una piccola realtà vitivinicola della Maremma toscana che può pregiarsi del vanto di aver riportato a casa un raro vitigno Maremmano: il Pugnitello. Proprio così si chiamava il loro primo Pugnitello annata 2009: “Vanto”.

La storia di Antonella e Michele

Antonella e Michele, romani di origine, decidono di fermarsi a vivere in questo angolo di Toscana perseguendo la volontà di una vita imperniata sullo scorrere naturale del
tempo e sull’avvicendarsi delle stagioni e mettono a dimora il loro sogno a “Poggiolella”.
Su di un poggio tra Fonteblanda e Montiano, nel 2002 iniziano a costruire la loro casa e la loro azienda biologica. Insieme alle 2500 piante di Olivo arriva poi la decisione di impiantare anche 5 ettari di vigna; la loro scelta ricade su Vermentino, Merlot e Pugnitello.
Il Vermentino che, da sempre, Michele lascia affinare in acciaio per 12 mesi prima di lasciar godere tutti della sua mineralità e sapidità, della sua struttura e della sua imponenza, proprio come imponente è la vista dalla vigna nella quale dimora. Il Merlot che qui acquista caratteri tipicamente maremmani. Un vino, il Merlot, noto generalmente per il suo gusto morbido e i tannini delicati, che qui a Poggiolella declina queste caratteristiche in modo diverso. Complici un terreno molto strutturato, con poca argilla e tanti sassi, e tecniche di produzione che restituiscono in modo evidente il fruttato (frutta nera) e le spezie dolci, e che fanno dell’acidità, tipica dei vitigni che crescono in maremma, un punto di forza.

La scelta del Pugnitello

Sullo stesso “Terren Grosso” viene coltivato anche il Pugnitello. La scelta del Pugnitello, nasce dall’assaggio del Pugnitello di San Felice, l’azienda che, mettendo a disposizione il suo vigneto sperimentale, ha portato avanti la ricerca di questo vitigno. Un vitigno di cui Michele e Antonella si innamorano al punto che decidono di “riportarlo a casa”.
Il Pugnitello infatti venne ritrovato da un viticoltore nel 1981 in loc. Poggio del Sasso a Cinigiano nella vigna vecchia che stava rimettendo in produzione.
Non riconoscendo che vitigno fosse, lo segnalò all’Universita di Pisa e Firenze che, in quegli anni, stavano conducendo uno studio sulla riscoperta del patrimonio genetico vitivinicolo toscano.
Dopo 20 anni di sperimentazione, ospitata appunto dall’Azienda Agricola San Felice nel  suo “Vitarium”, il Pugnitello fu iscritto nel registro nazionale delle viti atte alla viticoltura toscana e dal 2020 è entrato a far parte della Doc Maremma Toscana.
Il nome del vitigno deriva dalla forma del grappolo che ricorda il pugno di una mano, il grappolo è spargolo, gli acini sono pochi, piccoli e la loro buccia è spessa, quindi ha una bassissima resa; si pensa infatti che sia andato scomparendo proprio per questo.
A Poggiolella vengono coltivati a Pugnitello 1,5 ettari e, ogni anno, se ne ricavano solo dalle 3000 alle 3500 bottiglie fino ad oggi declinate in due tipologie: il “Rosso” che matura in acciaio e il “Collezione” che matura in legno.
Da questa vendemmia 2024 però, la scelta per l’affinamento è ricaduta esclusivamente sul legno grande, scelta dettata dall’esperienza ormai quasi ventennale di Antonella e Michele che li ha portati a pensare al legno come strumento necessario per un totale e armonioso sviluppo dei tannini che sono carattere fondante del vitigno.

Un vino diventato maggiorenne

Il 30 novembre scorso si sono svolti i festeggiamenti per i 18 anni del Pugnitello di Poggiolella. Antonella e Michele hanno voluto rendere omaggio al loro felice incontro con il vitigno e alla loro scelta di riportarlo in Maremma.
Tra musica e vecchie annate, degustate con stupore ed entusiasmo dagli invitati, si sono spente le candeline su una torta salata studiata ad hoc per valorizzare il Collezione 2021, Pugnitello Maremma Toscana Doc.

La degustazione

A Poggiolella è una giornata di sole tipica dell’ “estate di San Martino”. Proviamo a degustare il Pugnitello Collezione 2021 Maremma Toscana Doc con la necessaria attenzione, senza lasciarci distrarre dal panorama della piana di San Donato e dal mare che si scorge in lontananza delimitato dalla costa dell’Argentario.
Facciamolo insieme, la degustazione è sempre un’attività sociale. Siete pronti? Versiamo il Pugnitello ed osserviamo: la prima cosa che ci salta agli occhi è la brillantezza dei riflessi violacei su un rosso rubino molto intenso. Facciamo roteare il bicchiere, apprezzandone la consistenza mai eccessiva.
Gli aromi ci raggiungono anche senza avvicinare troppo il calice al naso, ma nel momento in cui lo facciamo, veniamo subito inebriati da una spolverata di pepe nero, chiodi di garofano e noce moscata su di un sottobosco sempre presente ed ecco che arriva la marasca, frutto tipico di questo vitigno. Finalmente beviamo. Come vi sembrano i tannini? A noi sembrano scalpitanti come un cavallo maremmano, ma adeguatamente imbrigliati dal lungo affinamento in legno.
Il sorso, dove ritroviamo tutto ciò che il naso ci aveva promesso, si caratterizza per la nota alcolica che esalta le spezie e il frutto.
Degustando Il Pugnitello di Poggiolella si può veramente gustare la Maremma, la succosità dei frutti dei suoi boschi, la terra arata e la brina che rinfresca l’erba al levar del sole.
È un vino il Pugnitello che si rivela al meglio con i lunghi affinamenti e che aumenta il suo valore con il passare del tempo.
Accompagna ottimamente i piatti della cucina toscana, come lo spezzatino di maremmana, il peposo, carni rosse alla brace, zuppe di legumi, ma si fa apprezzare anche da solo con pane e olio, di quello buono.

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