Quando a Grosseto impazzava il “Gioco del cacio”, altrimenti detto il “Gioco...

Quando a Grosseto impazzava il “Gioco del cacio”, altrimenti detto il “Gioco della ruzzola”

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Col nome di “Via del Gioco del cacio” era chiamato l’anello che costeggiava al suo interno, tutto il perimetro delle mura Medicee della città di Grosseto. Il titolo è evidentemente derivato dal gioco che vi si svolgeva, ovvero quello che consisteva nel far ruzzolare forme di formaggio. Un gioco che certo aveva un gran numero di appassionati in una città come Grosseto, al centro di una zona in cui la pastorizia, assieme alla cerealicultura, era l’attività economica prevalente

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DI GIUSEPPINA LAMIONI

Origini e sviluppo del Gioco del cacio

La leggenda racconta che l’uomo dopo aver inventato la ruota, decise di festeggiare… inventando un nuovo gioco: la ruzzola.
Ai piedi dell’Olimpo, il gioco della ruzzola fu modificato dagli eroi ateniesi e divenne tanto famoso che lo stesso Omero e altri poeti greci si tramandarono il “lancio del disco”.
Nell’antica Roma, il gioco era denominato “tubo” o “tronchus” e indicava un oggetto che si muove velocemente girando su sé stesso e praticato soprattutto dai ragazzi.
Nei secoli del Medioevo, il lancio della ruzzola, faceva parte dei giochi di abilità e di fortuna. Lanciare dischi di legno o di altro materiale era chiamato giocare “ad ruellas”…
La ruzzola era anche chiamata “rotola, formella, rotella, rota ecc” e poteva anche essere di forme di formaggio pecorino ben stagionato, e quando si aveva voglia di giocare si diceva: “gioco a formaggio”, oppure poteva essere in alternativa, di legno di quercia, di faggio, in genere di un legno abbastanza duro e resistente… Quello della ruzzola è stato sempre uno “sport dei poveri”, praticato cioè in prevalenza da gente di campagna, lungo le strade che una volta non erano di certo asfaltate. Non disdegnavano comunque di parteciparvi, nobili ed ecclesiastici, anche se questi ne ebbero il divieto in varie circostanze dai propri superiori. Ad esso si interessarono le pubbliche autorità, vescovi e governatori, regolamentandone la pratica con la proibizione nei giorni festivi o in prossimità di conventi per non turbarne la quiete.

Il Gioco del cacio a Grosseto

Col nome di “Via del gioco del cacio” era chiamato l’anello che costeggiava al suo interno, tutto il perimetro delle mura Medicee della città di Grosseto…

Se vuoi leggere l’articolo completo, compresi i luoghi in cui si gioca ancora oggi e le regole del gioco, lo trovi pubblicato sul numero di marzo 2025 di Maremma Magazine (alle pagine 105-7), disponibile in edicola, su abbonamento e in versione digitale. Acquista la tua copia on line! Clicca QUI