La Chimera d’Albegna, un viaggio enologico tra tradizione, innovazione e passione

La Chimera d’Albegna, un viaggio enologico tra tradizione, innovazione e passione

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Fondata da Romano Becherini e ora guidata dal figlio Iacopo, La Chimera d’Albegna è un’azienda vinicola toscana che incarna passione e tradizione. Situata tra Manciano, Marsiliana e Magliano in Toscana, copre 30 ettari di vigneti e uliveti. Questa bella realtà enologica maremmana produce vini pregiati come il Syrah “Oriente” e si distingue per il suo impegno nella qualità, combinando tecniche tradizionali con innovazioni moderne

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DI LINA SENSERINI

«Fare il vino non è impiantare una vigna, vendemmiare e lavorare in cantina. È una filosofia di vita, che nella vigna inizia e in cantina termina, prima che il prodotto inizi il suo Viaggio fino al bicchiere del futuro consumatore. Il quale, se saprà gustarsi e non semplicemente bere quel vino, riconoscerà la passione e l’amore che sono stati messi nel produrlo». Giacomo Tachis è stato uno dei più grandi enologi italiani, un maestro che usava spesso questi concetti per descrivere, come lo definiva, “il vero produttore di vino”:
colui che non lo fa solo come lavoro, ma anche per passione e per il piacere di condividere il frutto della sua fatica con chi lo sa apprezzare.
Parole le sue che potrebbero essere cucite su Iacopo Becherini e sulla sua azienda, la Chimera d’Albegna, già ospite di Maremma Magazine nella rubrica “Il vino del mese”, con la blasonata etichetta “Oriente”, un Syrah in purezza Doc Maremma Toscana rosso, che nel 2019, ha portato a casa i 91 punti di Decanter e i 93 punti della guida di Luca Maroni.
Passione e amore per il proprio lavoro e la propria terra, che nel caso di Becherini si unisce alla fortuna di avere la propria azienda in un luogo generoso di bellezza e vocato per la produzione di vino: 30 ettari, tra vigneti e uliveti per circa 1.000 piante di ulivi, in località Guinzoni, tra Manciano, Marsiliana e Magliano in Toscana, sulle colline che scendono verso il fiume Albegna, a cui l’azienda deve il nome accompagnato dal riferimento alla tradizione dell’antica Etruria. Ovvero la chimera, il mitologico mostro raffigurato anche nel logo. Un sogno divenuto realtà. Iacopo Becherini, prima di dedicarsi a tempo pieno a questa attività, ha lavorato – e lavora tuttora – in ambito fiscale e ha fatto esperienze al Parlamento europeo. Fino a che non ha prevalso il richiamo del sangue, la passione ereditata dal padre Romano, che nel 1999, si era trasferito a Guinzoni dai Castelli Romani con la precisa idea di coltivare le viti e fare il vino secondo l’antica tradizione dei produttori vitivinicoli maremmani.

Il vino come ai vecchi tempi

«Riaprendo i vecchi libri coperti dalla polvere della storia queste persone hanno riscoperto con pazienza e dedizione quotidiana i segreti della vinificazione. E mentre le pagine scorrevano i più anziani hanno cominciato a raccontare I loro ricordi su come si faceva il vino una volta», si legge nella presentazione dell’azienda. È da questa immersione in un passato colmo di emozioni che nascono i vini della Chimera d’Albegna, «una moderna azienda vinicola che onora le più vecchie tradizioni di produzione del vino, quello vero che in Toscana si fa da sempre. I più anziani hanno portato la loro esperienza, i giovani hanno fatto sì che le nuove tecniche fossero al loro servizio e i più piccoli hanno giocato nei campi mentre guardavano i grandi e imparavano», spiega Iacopo Becherini, che ha affiancato il padre nella realizzazione del sogno di entrare sul mercato entro il 2010.
Romano, infatti, ha impiantato i vigneti – fin da subito Sangiovese, Canaiolo e vitigni internazionali – con l’obiettivo di produrre le prime etichette nel giro di 10 anni. Purtroppo ha fatto appena in tempo a vedere il risultato del proprio lavoro, l’uscita nel 2010 del primo Caletra (un blasonato blend di Sangiovese, Cabernet e Merlot affinato in barriques per 14 mesi), prima della sua morte avvenuta nel 2011.
Da quel momento, la moglie Patrizia e il figlio Iacopo hanno preso in mano le redini dell’azienda, proseguendo sul solco tracciato da Romano: produrre vino di qualità, «beneficiando della caratteristiche dell’azienda, uniche per posizione, qualità del terreno, ventilazione e vicinanza al mare. Ma sempre partendo dal lavoro in vigna – spiega Iacopo – perfezionando ciò che la natura ci dona con un approccio tradizionale, avvalendosi della moderna tecnologia». Dunque «come si faceva una volta, con il lavoro dell’uomo, con l’attenzione di chi fa vino da sempre e lo porta nel proprio Dna da oltre 3 millenni».
Oggi, a distanza di 13 anni, Iacopo ha ulteriormente maturato la sua concezione di produttore inserito nel territorio in cui vive, facendosi promotore di iniziative per far conoscere ancora di più la qualità dei vini maremmani. Non solo quelli tradizionalmente legati al territorio, come il Sangiovese, il Vermentino, il Ciliegiolo, ma anche altri vitigni e altri uvaggi. Con questo obiettivo Becherini, grande appassionato dei rosati prima ancora di diventarne esso stesso un produttore, insieme a Elisabetta Ceccariglia, è stato uno dei fondatori dell’associazione Rosae Maris che promuove i rosé maremmani. Convinto sostenitore dell’associazionismo, è stato anche tra i primi produttori a iscriversi al Consorzio di tutela della Doc Maremma Toscana ed è socio della cantina cooperativa I vini di Maremma, cui vengono conferite una parte delle uve. Sin dalla sua nascita nel 2012, è anche presidente della Confederazione Liberi Agricoltori che raccoglie ormai oltre 60.000 aziende agricole in tutta Italia.

11 etichette che raccontano una Maremma vitivinicola “non convenzionale”

La Chimera d’Albegna è un’azienda vitivinicola “verticale”, che imbottiglia ed etichetta in proprio i vini nella grande cantina costruita da Romano Becherini. Attualmente i vigneti coprono circa 10 ettari, metà dei quali dedicati al Sangiovese, il resto a Cabernet Sauvignon e Franc, Syrah, Merlot, Ciliegiolo, Canaiolo, Colorino, Alicante e Vermentino.
«I nostri terreni vitati – riprende Becherini – sono costituiti da quattro corpi distinti con dislocazioni diverse, ma tutti orientati in posizioni ottimali. La vendemmia viene fatta a mano, nei tempi di maturazione dei diversi vitigni, per trarre il massimo dagli aromi varietali che caratterizzano le uve coltivate in Maremma».
Sono 11 le etichette prodotte tutte Doc Maremma o Igt Toscana, per la maggior parte destinate al mercato estero, soprattutto Polonia, Olanda, mentre in Italia sono distribuite solo attraverso Horeca, per ristoranti, enoteche e negozi specializzati.
Oltre alla già citata etichetta Oriente (Syrah in purezza) presentata nel nr. di marzo di Maremma Magazine, il primo vino imbottigliato è stato il Caletra, Doc Maremma rosso, come il Raffaello (Sangiovese, Canaiolo e Alicante), il Merlot in purezza, il Leonardo (Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc). Si aggiungono l’Igt Toscana rosso Chimera Riserva (Sangiovese, Cabernet e Merlot) e un passito rosso, l’Igt Toscana Ipsum prodotto da un uvaggio di Aleatico e Merlot. Nel carnet aziendale figura un rosato Doc Maremma, Ágape (Sangiovese, Sirah e Merlot), e due bianchi Igt Toscana: il Suley (Sangiovese e Vermentino) e il Pashà (Chardonnay e Vermentino).
Un vino che Iacopo Becherini ama particolarmente e che sta andando per la maggiore sui mercati italiani ed esteri è una bollicina metodo Charmat, l’Igt Toscana Ianos Brut Rosè (60% Sangiovese, 30% Syrah 10% Merlot). 7.5 grammi di residuo zuccherino uscito per la prima volta nel 2021, armonico e di struttura, con note minerali accentuate e sfumature fruttate, perfetto come aperitivo, ma da degustare anche con salumi o crostini, carni bianche, piatti a base di pesce o crostacei.

Degustazioni dal sapore mediorientale, con i menu tosco-siriani

Una particolarità della Chimera d’Albegna sono le degustazioni organizzate in cantina e negli spazi all’aperto quando la stagione lo consente, durante le quali viene proposta un’originale contaminazione tra piatti maremmani e piatti siriani. La moglie di Iacopo, Shaza Saker, infatti è nata a Damasco. A Roma gestisce, insieme al marito, la cooperativa HummusTown, nata nel 2018 come organizzazione no-profit con l’intento di fornire un reddito dignitoso per i rifugiati siriani in cerca di asilo in Italia.
Avvalendosi della cucina e dell’esperienza delle cuoche di HummusTown, in azienda vengono proposte specialità locali e siriane, abbinate ai vini. Privilegiando nel contempo l’uso di prodotti locali, organizzando degustazioni in collaborazione con altre aziende agrituristiche della zona, con l’idea che fare rete sia comunque una mossa vincente per il territorio.
«Facciamo tante degustazioni – spiega Becherini – su prenotazione e non, nelle quali proponiamo piatti toscani, come pappardelle al ragù, al ragù bianco e al cinghiale, ribollita, pappa al pomodoro, crostini toscani, formaggi locali, per lo più del caseificio di Manciano, della Parrina e di altre aziende locali. Insieme alle specialità toscane, serviamo piatti siriani come hummus, mutabbal, shamandar, fritti vari tra cui gli immancabili falafel e dolci siriani, tutte specialità che si sposano benissimo con i nostri vini. Un’esperienza sensoriale completamente diversa e tutta da provare», conclude Becherini.
Oltre a produrre vino e olio Igt toscano, La Chimera d’Albegna è anche agriturismo e, in questo momento è nella fase di transizione dall’agricoltura convenzionale, per il passaggio alla coltivazione e alla produzione biologica certificata.

Contatti

La Chimera d’Albegna
Strada Provinciale 150, Guinzoni,
Km5 – 58014 Marsiliana (GR)
Tel. 392 9052208 – 380 1007737
info@lachimeradalbegna.com
Sito: www.lachimeradalbegna.com

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