Monteverro, la passione per la Maremma Toscana della famiglia Weber

Monteverro, la passione per la Maremma Toscana della famiglia Weber

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photo by Leif Carlsson

Il risultato di una lunga e impegnativa ricerca. La scoperta di un territorio unico ed incontaminato, perfetto per la produzione di un vino di altissimo pregio. Tutto questo e molto di più è la Tenuta di Monteverro nella zona di Capalbio, il frutto di una storia d’amore per la Maremma Toscana di Georg e Julia Weber

Prenotare una visita alla Tenuta di Monteverro significa trovarsi catapultati in una realtà che sembra esistere da sempre, in quanto sapientemente inserita nel territorio, accolti dalla passione di Georg e Julia e dalla vivacità di Silvia

di Marina Valmarana

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Il variegato mondo vitivinicolo ma-remmano è una scoperta continua, che non finisce mai di stupire per le storie umane ed imprenditoriali che si celano dietro vini ed etichette di una terra sempre più vocata all’enologia di qualità.
Ne è un esempio – ed a livelli altissimi – la Tenuta di Monteverro già incontrata in passato, un luogo magico che ogni volta colpisce per le emozioni che trasmette, per la bellezza degli scorci, per la cantina che è tutt’uno con l’ambiente circostante, per lo snodarsi dei vigneti che si alternano con la macchia mediterranea creando alla vista un unico, incredibile panorama.
Ritornando in questi luoghi le (belle) sensazioni che si provano la prima volta non declinano, anzi quasi si rafforzano e inducono alla riflessione: solo un grande impegno, un’infinita passione ed un’accurata ricerca possono portare a simili risultati.
Mi guidano nella visita della Tenuta i protagonisti di questo esempio di eccellenza enologica maremmana, Georg e Julia Weber che mi raccontano, con dovizia di particolari, la loro storia e quella di Monteverro.
La Tenuta di Monteverro nasce nel 2003 grazie a Georg e Julia Weber, due ragazzi giovani, belli ed entusiasti di Monaco che avevano un grande sogno: produrre dei vini che potessero competere con i grandi vini francesi.
L’azienda si trova a Capalbio, a 5 km dal mare, in quella parte di Maremma più nota per il turismo d’élite, l’arte e per la ristorazione. La proprietà si estende per 50 ettari ad un’altitudine sul livello del mare che dai 30 metri sale dolcemente fino agli 80.
Ed è proprio qui, dopo lunghe ricerche, che Georg Weber decide di creare la sua azienda vitivinicola. All’epoca c’erano solo i Baratta con la Tenuta di Monteti, altra eccellente realtà del territorio.
“Pensare di impiantare vitigni internazionali al posto del classico Sangiovese – mi spiega Georg – era a dir poco bizzarro. Avevo cercato a lungo il terreno, il clima e le condizioni perfette per poter impiantare i vitigni francesi. Ero rimasto affascinato da Bolgheri ma cercavo un territorio incontaminato dove poter creare i miei vini. La composizione della terra è stata analizzata fino ad una profondità di 7 metri. Sono state valutate le brezze provenienti dal mare, la macchia mediterranea con i suoi profumi di frutti di bosco, i rosmarini e le lavande che avrebbero conferito ai vini un’ottima combinazione: vitigni francesi e profumi della costa mediterranea”.
Ed è così che è iniziata questa avventura dove nulla è stato, ed è, lasciato al caso. A partire dalla scelta dell’enologo, Matthieu Taunay e del consulente enologico Michel Rolland, nomi di spicco nel mondo del vino.
“La composizione del terreno, ricchissima di minerali – aggiunge Georg –, risulta perfetta per il Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e per gli altri vitigni francesi: Chardonnay, Merlot, Petit Verdot, Syrah e Grenache. Le vigne vengono esposte a sud e a est per fare in modo che la brezza marina, presente anche nelle calde serate di agosto, grazie ad una specie di insenatura su cui la tenuta è adagiata, le attraversi in ogni loro filare. Gli ulivi erano già qui e abbiamo ovviamente deciso di lasciarli. Cespugli di macchia mediterranea si affiancano ai filari, l’erba tra le viti viene lasciata per rendere più competitiva la vigna nella ricerca dell’acqua ma soprattutto per favorire la biodiversità”.
Da una parte il mare, dall’altra la macchia mediterranea con sullo sfondo il bellissimo borgo di Capalbio.
Nella Tenuta c’è un piccolo lago che sembra uscito da un quadro dell’ottocento inglese con tanto di pontile e poltrone in legno. Il bacino permette di irrigare le vigne in caso di siccità. All’acqua viene dedicata molta attenzione ed è per questo che tutte le vigne sono impiantate in modo da favorire il drenaggio della stessa in eccesso: l’acqua viene infatti raccolta in appositi canali di scolo sapientemente progettati.
Seguiamo il percorso dell’uva. L’uva vendemmiata viene messa in cassette in modo accurato: al massimo due strati di grappoli per evitare che gli acini vengano schiacciati dal peso. Appena giunta in cantina viene messa in una cella frigorifera che porta l’uva alla temperatura di 4°. “Ciò viene fatto – mi spiega Julia – per evitare che la fermentazione abbia inizio e per mantenere i profumi all’interno dell’acino. Vengono usate le migliori tecniche di selezione sia in vigna che in cantina. Il lavoro manuale è certosino. La pigiatura è fatta manualmente per evitare i rimontaggi e perfino i pedicelli vengono tolti manualmente dopo che la diraspatrice ha fatto il suo lavoro”.
La cantina si integra perfettamente con il territorio circostante: completamente scavata in una collina ha la parte esterna, non a caso, dipinta dello stesso colore della terra ferrosa che caratterizza questa particolare zona. All’interno 45 vasche di fermentazione in acciaio da 50 ettolitri ciascuna, con la forma conica che permette un maggior contatto tra le bucce e il succo d’uva. I fermenti sono solo naturali. I procedimenti di rimontaggio sono manuali, si lavora esclusivamente sfruttando il principio di gravità mentre un sofisticato sistema di gru permette, durante tutto il processo di vinificazione, di rinunciare all’uso di pompe.
La bottaia è veramente spettacolare con le sue 500 barriques francesi e due grandi serbatoi in cemento che sembrano due uova, utilizzati per il Tinata (30%) e per lo Chardonnay (circa il 50%).
Questi contenitori permettono di rendere ancora più eleganti e sofisticati i vini bianchi in quanto il cemento non rilascia gli aromi del legno garantendone però la traspirazione.
“La cantina coibentata – sottolinea ancora Georg – ha temperatura e umidità regolate automaticamente. Le grandi colonne nere nascondono fili e tubi, un impianto di riscaldamento a pavimento a settori permette di alzare la temperatura sotto le barriques per favorire la fermentazione malolattica”.
Finita la visita alla cantina torniamo nella parte superiore dell’edificio dove si trovano gli uffici e la sala degustazione. Qui mi viene offerta una degustazione ad arte preparata da Silvia Marchetto PR di Monteverro, che, oltre ad essere persona colta e preparata, è anche di rara gentilezza.
Prenotare una visita significa trovarsi catapultati in una realtà che sembra esistere da sempre, in quanto sapientemente inserita nel territorio, accolti dalla vivacità di Silvia e dalla passione di Georg e Julia, dove il piacere di bere dei vini, sicuramente non comuni in Maremma, rappresenta solo una parte delle emozioni garantite dalla visita ai vigneti, alle cantine e dalla conoscenza delle persone che lavorano in azienda.
Oggi Georg Weber e sua moglie Julia guidano la giovane Cantina insieme ad un team internazionale con l’obiettivo di portare un giorno i vini di Monteverro a far parte della cerchia dei più prestigiosi del mondo.
General Manager della proprietà è Michael Voegele. La sua presenza a Monteverro inizia assieme a Georg Weber, anzi insieme hanno percorso il mondo enologico prima di approdare a Capalbio. E sempre insieme hanno studiato e messo a punto nei minimi dettagli – finanziari, produttivi, estetici – il gioiello di Monteverro.
Enologo dell’azienda come detto è Matthieu Taunay, francese della Loira con studi in Borgogna e nella zona viticola dello Champagne, giovane ma con una consistente esperienza alle spalle che lo ha portato dalla Francia al Nuovo Mondo e poi dal 2008 in Toscana.
Originario delle Dolomiti, Andreas Comploj direttore commerciale, gestisce le vendite nazionali e internazionali di Monteverro. La sua forte passione per il vino di qualità lo ha presto orientato verso una specializzazione professionale nel settore vinicolo. Dopo aver maturato significative esperienze internazionali presso rinomate cantine italiane, dall’autunno 2014 è a capo del reparto commerciale di Monteverro.
Il filo conduttore di questa Tenuta è la cura di ogni piccolo dettaglio. Nulla è lasciato al caso. Consiglio a coloro che amano i vini importanti di fare una visita a Monteverro e di prenotare una degustazione: sarà sicuramente un’esperienza difficile da dimenticare.

CONTATTI:
Tenuta di Monteverro – Strada Aurelia Capalbio 11 – 58011 Capalbio (GR)
Visite e degustazioni: Monteverro, tel. 0564 890721, visit@monteverro.com
Sales & marketing: Monteverro, Silvia Marchetto, +39 0564 890724, silvia.marchetto@monteverro.com
Sito web: www.monteverro.com

Georg and Julia 3© Giacomo Fè for Monteverro

photo by Leif Carlsson
photo by Leif Carlsson
photo by Leif Carlsson
photo by Leif Carlsson

Maremma Magazine – Maggio 2016 – Monteverro