Roberto Guerrini, quando i sentimenti si trasformano… in poesia!

Roberto Guerrini, quando i sentimenti si trasformano… in poesia!

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Roberto Guerrini è nato e cresciuto a Grosseto, nella Maremma Toscana, ma vive e lavora nella City di Londra.

Dopo la “Raccolta di pensieri e poesie”, pubblicata qualche anno fa da Nardini Editore, Roberto Guerrini, banchiere di successo, poeta, scrittore, innamorato della vita e ispirato dall’amore, dà sfogo alla sua passione – quella per la scrittura – e pubblica un’altra bella antologia di appunti, riflessioni, componimenti in versi, dal titolo “I volti dell’anima”

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DI MARIA GRAZIA LENNI

Di sé dice: “Ho studiato per fare il Professore di Educazione Fisica, lavoro nel mondo della finanza e, come aggravante, scrivo poesie”.
Fondatore e Presidente del Business Club Italia a Londra, svolge attività giornalistica ed ha scritto un saggio dal titolo “Il Mercato Finanziario Internazionale di Singapore” (Studi e informazioni, Quaderni 47, Banca Toscana). Scrive poesie e racconti e ne ha pubblicato due raccolte. Ha lavorato e vissuto in Italia, Londra, Singapore, Australia, Svizzera, Irlanda ed attualmente vive in Inghilterra e quando può – spesso – in Maremma.

Uno e… centomila. Roberto Guerrini ha una personalità poliedrica e non si lascia inquadrare in una semplice definizione. I suoi interessi, le sue passioni, le sue molteplici attività e inclinazioni, che paiono in aperto contrasto tra loro, rappresentano però i diversi aspetti di un uomo capace di far convivere dentro di sé concretezza e sogno, razionalità e abbandono, ardite speculazioni e slanci poetici.
Certo, ad una prima analisi è facile lasciarsi incantare dalla sua attività di banchiere di successo, proiettato nel mondo, e non in senso figurato, come dimostra la sua storia.
Traiamo i suoi dati biografici da un un’intervista rilasciata al quotidiano “Il Tirreno” e pubblicata il 25 giugno dello scorso anno, in cui Roberto Guerrini si racconta a Maria Antonietta Schiavina. Ancora ragazzo la sua spiccata predisposizione allo sport e la sua formazione scolastica, completata con il Diploma dell’ISEF, avrebbero lasciato presagire un futuro da insegnante di educazione fisica, o forse da allenatore di una squadra, magari proprio quella locale di hockey, sport da lui molto amato e praticato con successo in gioventù. Ma come spesso accade il destino riserva “chiamate” che non ci aspettiamo di
ricevere. Per lui fu quella del Monte dei Paschi che, notandolo tra gli studenti più meritevoli, gli propose l’ingresso nel mondo lavorativo.
Una brillante carriera nel campo economico- finanziario, iniziata in un’agenzia come impiegato, poi come direttore di filiale e infine con incarichi via via più prestigiosi in molte parti del mondo: Londra, Singapore, Sidney, Roma, Ginevra, Dublino e ancora Londra, è culminata con la costituzione, più di dieci anni fa, del Business Club Italia, di cui Guerrini è anche Presidente. Il Business Club Italia ha sede a Londra e – si legge nel suo Statuto – “ha lo scopo di sviluppare i rapporti di conoscenza e di affari fra i businessman della comunità italiana e delle altre comunità presenti a Londra e di sviluppare dibattiti di carattere economico, culturale, politico e sociale fra i suoi membri” volendo rappresentare (ancora tratto dallo Statuto) “uno strumento di contatto e di comunicazione con le forze economiche e politiche italiane; un Club degli operatori e per gli operatori italiani che offra un Forum per fare giungere le istanze dei Soci alle forze economiche e politiche italiane; un Club che accoglie personaggi ed ospiti italiani e non italiani”.
Durante questi anni di instancabile attività, sono stati organizzati oltre 150 fra incontri, dibattiti, tavole rotonde, conferenze; molti grandi imprenditori, giornalisti, Ministri, Economisti di livello internazionale, fra cui due Premi Nobel per l’economia, sono passati per le prestigiose sale delle antiche Corporazioni Inglesi, le Livery Hall della City, per rappresentare e discutere i loro programmi, argomenti e progetti agli oltre 200 Soci del Business Club Italia, che si incontrano di buon mattino per una “Colazione di Lavoro”.
La sua professione gli ha procurato graditi riconoscimenti. In Italia, infatti, è stato nominato Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana e nel Regno Unito gli è stato assegnato il “Freedom of City of London”, che viene dedicato a chi si distingue in modo particolare per il suo operato a Londra ed il Rotary Club della City lo ha insignito del “Paul Harris Fellowship”.
Molto più difficile è guardare oltre l’uomo d’affari e cogliere la ricchezza della sua interiorità. Ci prova Maria Rizzi che, nella prefazione al volumetto, fresco di stampa, “I volti dell’anima” pubblicato da Vitale Edizioni nel 2007, afferma: “della sua indole mi incantano gli aspetti magici che lo rendono impermeabile al concetto di età. Si potrebbe definire un ‘fanciullo filosofo’ dotato del dono di attraversare le storie, i cuori degli altri sull’onda dell’impulsività e della tolleranza. Nel testo il fanciullo si emoziona, piange, canta, mentre il filosofo riflette, pondera, racconta la verità dell’esistenza… Egli possiede la facoltà, rara, di non celarsi dietro paraventi di orgoglio o pudore. Sa vivere i sentimenti rendendoli musica o urlandoli con la rabbia della creatura ferita. Roberto, vero nel profondo, impermeabile al gioco meschino dei ruoli, sa commuoversi e commuovere”.
È il caso delle due lettere che aprono il libro sopra citato e che sono dedicate rispettivamente al padre e a due dei suoi figli più piccoli.
“Lettera a mio padre”, in cui l’autore esprime la tenerezza e la gratitudine per il suo “amore silenzioso e pacato”, è lo struggente, estremo saluto al genitore che, proprio mentre lui stava scrivendo – in volo di ritorno dall’Inghilterra –, viveva le sue ultime ore di vita. Nella “Lettera ai figli David e Christian” con i quali, a causa delle complicate vicende coniugali, ha quasi perso contatto e confidenza, racconta tutto lo strazio di un rapporto interrotto, di un “furto” a danno della sua dignità di uomo e di padre arrivando a definirsi un “mendicante di amore”. Un disperato grido di dolore e di grandissimo amore. Un dolore assoluto, stemperato appena da una lieve speranza che il tempo possa far giustizia di tante incomprensioni; un amore sconfinato, che è ragione di vita e… vita.
Nell’opera di Guerrini la parola chiave, quella che muove alla gioia e al pianto, è proprio “amore”: importante quando c’è e, quando manca, avvertito come un bisogno urgente di calore, di contatto, di vicinanza alla persona amata. Una necessità fisica, ineliminabile, che se non appagata può trasformarsi in odio. Nella riflessione intitolata “Incubo”, si
leggono stupore e disappunto nello scoprire di provare “il rancore, la rabbia, la voglia di vendetta” e di covare l’odio, un sentimento violento, coinvolgente e devastante, perfino faticoso, ma assolutamente inutile. Ma l’amore è di più: è una medicina per guarire dalla infelicità che rende cattivi. Del resto è facile cadere, ingannati dai tanti trabocchetti che si trovano disseminati lungo la strada della vita e dell’amore. E pazienza se si rischia di uscirne un po’ malconci, a volte con l’anima a pezzi. Difficile, semmai, riuscire a ricomporli, se anche lo specchio in cui si riflettevano si è frantumato in mille schegge, disseminate in tanti Paesi diversi (“Lo specchio dell’anima”).
Un altro tema ricorrente nella poesia di Guerrini è la natura. Ma in questo caso si assiste a un sorprendente quanto inaspettato ribaltamento dei luoghi comuni e spesso la natura non è considerata in maniera positiva. Così in “Nevicata nel bosco”, contenuta nel volume “Raccolta di pensieri e poesie”, pubblicato da Nardini Editore di Firenze nel 1996, la neve è vista come nemica, come un “bianco manto” che “snatura il bosco” e “affatica gli alberi”, così come il pensiero affatica la vita. E ancora nella poesia “Il Pineto” parla di una natura che attenua il dolore con la sua esplosione di forza vitale, che è amore, ma non riesce a far dimenticare davvero le molte angosce che lo tormentano: “Affonda il mio cuore/ in questa natura ricolma d’amore,/ annega, il mio spirito leggero/ cercando, ma invano, l’oblio vero”. L’unico mezzo per dimenticare il male ricevuto, e forse anche fatto, è ancora una volta l’amore: “riusciremo a sopravvivere solo se sapremo innamorarci di nuovo!”

Puoi ascoltare il racconto: “Il ritorno – Lettera a mia madre” di Roberto Guerrini, interpretato da Giacomo Moscato.