L'EDITORIALE DEL NR. DI MARZO 2016 DEL DIRETTORE CELESTINO SELLAROLI
La Maremma, il turismo ed il deficit di governance
di Celestino Sellaroli
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Rieccoci qua, dopo la consueta sosta invernale (a gennaio e febbraio), di nuovo pronti a tuffarci nelle cose di Maremma. Un filo diretto, ormai di lunghissima data, che parte da lontano, da quel datato 1° marzo 2003, anno del nostro debutto (a proposito proprio questo mese festeggiamo il nostro 13° compleanno) e che ad ogni uscita – attraverso questa pagina – si rinnova e si carica di contenuti sempre nuovi e stimolanti.
Quello di questo mese ci riporta ad un argomento, di cui ci occupiamo in forma più estesa anche nelle pagine che seguono, ma che vogliamo sottolineare pure in questo primo editoriale del 2016.
Il tema trae spunto dal convegno “I musei di Maremma, la storia del futuro di un territorio” – con annessa presentazione del progetto 2016 dal titolo “Lo sviluppo turistico ed economico della Maremma attraverso i suoi musei 2.0” in linea con quello dello scorso anno – organizzato ad inizio febbraio dai Musei di Maremma, ovvero da quella che una volta era la Rete Museale della Provincia di Grosseto e che oggi ha preso la forma di una sorta di Rete dei Comuni impegnata a promuovere dal punto di vista culturale e turistico il nostro territorio.
Una cosa non da poco, considerando il deficit di governance che si è venuto a creare da un po’ di tempo a questa parte. Al punto che oggi possiamo tranquillamente dire che questa unione di soggetti (che lega 19 comuni e ben 48 realtà tra musei, aree archeologiche e altre strutture, diffuse su tutto il territorio provinciale) è uno degli ultimi baluardi aggregativi rimasti sul campo, dopo l’abolizione delle APT, la soppressione delle Province, il ridimensionamento delle Camere di Commercio, le difficoltà della Regione e… chi più ne ha ne metta. Insomma, un quadro buio dove parlare di unica luce forse è troppo. Fatto sta che di tavoli concertativi nei quali ritrovarsi per individuare progetti e muoversi in modo organico, sinergico e (possibilmente) coordinato, se ne vedono sempre meno. E questo fortunatamente è uno dei pochi rimasti.
Certo, ci verrebbe anche ben altro, perché è impensabile che, oggi come oggi, la Rete dei Musei possa sopperire alle lacune di un sistema zoppo, voluto qualche anno fa dalla Regione e oggi tutto tranne che efficiente e funzionale alle esigenze di una realtà complessa e variegata come quella toscana, caratterizzata da un articolato assortimento di turismi e soprattutto di territori, vieppiù spesso dimenticati ed abbandonati al loro destino, senza più uno straccio… di coordinamento provinciale – vade retro, termine impronunciabile quello che fa riferimento alle province, sacrificate come capri espiatori sull’altare della necessità di razionalizzare e risparmiare (ma dove?) e gettate in pasto all’opinione pubblica come se fossero la rovina dell’Italia – né tantomeno regionale.
Che comunque ci sia qualcosa da rivedere, proprio su scala regionale, ormai è acclarato e lo sanno anche i muri. Tant’è che è proprio di questi giorni la notizia che è ormai imminente una nuova riforma del settore (davvero senza pace).
Preso atto che il sistema delineato dalla riforma voluta dal Governatore Enrico Rossi nel 2012 non funziona si sta cercando di trovare dei rimedi e di studiare nuove strategie d’azione per il bene (si spera) del comparto.
Una di queste vedrebbe di buon occhio una riforma radicale dell’Agenzia regionale di Promozione Economica della Toscana (Apet) ovvero Toscana Promozione, struttura che verrebbe alleggerita di svariate competenze per ritrovarsi come unica incombenza la promozione turistica del territorio di Toscana.
Recentemente, è stata infatti licenziata in commissione Sviluppo economico e rurale, cultura, istruzione e formazione della Regione Toscana, la proposta di legge di riforma di Apet che a regime dovrà occuparsi, appunto, esclusivamente di promozione turistica e non più di attività inerenti lo sviluppo economico generale, il supporto all’internazionalizzazione delle imprese, l’attrazione di investimenti, la cooperazione internazionale, attività queste che verrebbero tutte ricondotte in capo alla Regione.
Funzionerà? È presto per dirlo. Ce lo auguriamo tutti perché di fatto così si va poco lontano. L’importante è che la nuova agenzia lavori a 360° con l’obiettivo di promuovere tutti i territori, anche i più nascosti e lontani da Firenze (Maremma ovviamente inclusa, anzi in primis) e di attrarre turisti in tutte le destinazioni e non solo in quelle già note (leggi città d’arte et similia) che proprio in quanto già note hanno anche meno bisogno di farsi conoscere.
Intanto, proprio allo scopo di traghettare l’Apet verso il nuovo corso rappresentato da Toscana Promozione Turistica è stato cambiato il direttore. Il compito di assecondare questo percorso e di raggiungere l’obiettivo dato è stato affidato ad Alberto Peruzzini che è subentrato a Stefano Giovannelli al vertice dell’Agenzia dal 2010.
“La riforma dell’agenzia – ha dichiarato il presidente della Regione Enrico Rossi – è un primo passo verso il potenziamento delle attività di promozione di tutta la Toscana, tra cui abbiamo inserito, con l’opportuna centralità che gli spetta, il turismo, che costituisce una tra le voci più cospicue della nostra economia”.
Parole sante, che non dicono niente di nuovo, ma che aprono ad una svolta, di cui speriamo possa beneficiare (ma i punti interrogativi qui si infittiscono) anche la Maremma!