La provincia di Grosseto è una delle più estese d’Italia. Guardando ad Est proprio al confine con le province di Viterbo e Siena a circa un centinaio di chilometri di distanza dal capoluogo maremmano troviamo a 815 mt. s.l.m. Castell’Azzara, un piccolo borgo pieno di storia, di cose da vedere e di prodotti da degustare / The province of Grosseto is one of the widest over Italy. Looking eastward, just bordering the provinces of Viterbo and Siena, about one hundred Kilometres far from Grosseto and 815 metres above sea level, there is Castell’Azzara, a little hamlet rich in history, things to see and food to taste.
Testo di Katia Tarricone per #Maremmans
Traduzione di Gemma Bancalà
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L’ultima frontiera a Est della Maremma Toscana, posta a 815 mt s.l.m., è il comune più elevato di tutta la provincia di Grosseto.
Il centro storico sorse tra l’XI e il XII secolo come dominio della famiglia Aldobrandeschi.
Il nome Castell’Azzara fu deciso dai tre fratelli, dopo che si disputarono a dadi l’edificazione del forte; a ricordarcelo tutt’oggi c’è lo stemma del comune: un castello con tre torri sormontate dai dadi da gioco.
Conosciuta sin dai tempi degli etruschi per le sue miniere di cinabro, ha visto il suo apice durante la prima metà del ‘900 grazie all’industria estrattiva del mercurio in cui trovarono impiego migliaia di minatori.
Con la chiusura delle miniere, negli anni ’70 il paese è andato incontro ad un lento ed inesorabile spopolamento, tanto che ora conta poco più di 1500 abitanti, conosciuti nel territorio col nomignolo di Orsi, perché quasi reclusi su una montagna posta fuori dalle rotte turistiche e commerciali.
Il turista che approda in questo luogo potrà godere di un paese che è una terrazza naturale dove lo sguardo si perde dalla Val D’Orcia, al lago di Bolsena e il Viterbese; la catena del Gran Sasso fa da skyline a est, mentre a ovest si spazia su tutta la maremma, sino all’argentario e, nelle giornate terse, si arriva a scorgere l’isola d’Elba e la Corsica.
La composizione carsica del suolo ci dona anche un percorso sotterraneo fatto di grotte (di particolare interesse la grotta del Sassocolato per la presenza di diverse specie di chirotteri) ed antri visitabili contattando la Proloco.
Per gli amanti della storia vi sono da visitare rocche medievali e la villa Sforzesca, una residenza tardo cinquecentesca degli Sforza, oggi sede di importanti mostre ed eventi soprattutto estivi; mentre i buongustai troveranno piacere nell’assaporare i tartufi del luogo, grazie alla presenza dell’Associazione Tartufai dell’Amiata, ed i piatti della tradizione: dai tortelli, all’acquacotta, al buglione di cinghiale e ai tipici dolci di Castell’Azzara, i topi e i taglioli. I golosi di formaggio trovano nei due caseifici locali “pane per i loro denti”; si tratta di caseifici a conduzione familiare che nel negozio aziendale chiudono la filiera: dai pascoli alla trasformazione e vendita del genuino latte di pecora in tutte le sue forme, gioncate, ravaggioli, caciotte, ricotte e pecorini a diversi stadi di stagionatura.
Grandi e bambini potranno invece sperimentare il gusto di fare il cacio, e non solo, nelle fattorie didattiche; potranno persino trovare il pastore-poeta del paese che accompagna l’esperienza con storie contadine, filastrocche e leggende toscane. E, perché no, si potrà trovare anche ristoro nell’accogliente ristorantino nel centro storico del paese, gestito da una simpaticissima famiglia austriaca che qui ha trovato il luogo ideale per vivere, o nei vari agriturismi del territorio.
Questo e tanto altro potrei aggiungere di questo magico territorio e dei suoi particolari abitanti che hanno mille storie da raccontare, fatte di vita in miniera ma anche di un profondo contatto con la natura; frammenti d’anime e di luoghi che invito tutti a venire a conoscere da vicino per goderne con la vista, per odorare e per gustare, per capire come una milanese possa essersi innamorata di un luogo ancora oggi sconosciuto ai più.
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Castell’Azzara, the last east border of Maremma Tuscany
The extreme eastern boarder of Maremma Tuscany is the municipality with the highest altitude of the entire province of Grosseto, 815 metres above sea level.
The old town centre was built between the XI and the XII centuries under the Aldobrandeschi family domain. The name “Castell’Azzara” was decided by the three brothers, after they competed for the fortress construction playing dice. That’s why the municipality coat of arms represents three towers with dice on top.
Castell’Azzara was known since Etruscan times because of its cinnabar mines and was at its peak during the first half of 900, thanks to the mercury mining that attracted thousands of miners.
The village has been inexorabily depopulating since the seventies, when mines closed down, and today counts only about 1500 inhabitants known in the territory with the nickname Orsi (bears), because they live on the top of a mountain out of the touristic and commercial routes.
Castell’Azzara is a natural terrace from where the visitor will enjoy a stunning view and lost his gaze among the Val D’Orcia, the lake Bolsena and the Viterbo area; looking eastward the skyline is occupied by the wonderful Gran Sasso chain, while westwards stretches the Maremma, you can see until the Argentario and even catch sight of the Elba Island and the Corsica during bright days.
The particular soil composition donates an underground route made of cave (the Sassocolato Cave in particular is very interesting because of the various Chiroptera (bats) species presence) and caverns you can visit contacting the tourist information office.
History enthusiasts will enjoy visiting the medieval fortresses and the Villa Sforzesca, one late sixteenth-century residence of the Sforza family that today holds exhibitions and events. Food lovers will be delighted by tasting local truffles, thanks to the Amiata truffle hunters Association, and traditional recipes from tortelli to acquacotta, to the boar buglione and the typical Castell’Azzara cakes as the topi and the taglioli. Cheese gourmands will enjoy two local family-run dairies with a shop inside that ends the production chain: from the grazing, to the processing and selling of genuine sheep milk in all its shapes as the gioncata, ravaggiolo, caciotta, ricotta and pecorino cheese in different aging. Both adults and children will have the opportunity to enjoy the cheese making at teaching farms; maybe they will also find the shepherd-poet of the village telling farmers stories, rhymes and Tuscan legends. And, why not, enjoy a delicious meal at the cosy restaurant in the old town centre or at the agritourisms of the territory.
I could tell you much more about this magical place and its locals that have so many stories to tell, stories made by life in mines but also by a deep connection to nature. Fragments of souls and places I invite you to discover to enjoy them with the sight, to smell and savour them, to understand how a woman from Milan could have fallen in love with a place unknown to many.