In linea generale la Maremma conferma tutto il suo appeal e chiude il 2014 — in base ai dati ufficiosi (mancano pochi valori di dicembre) degli uffici statistici della Provincia di Grosseto raccolti fino a metà gennaio —, con un incremento del 3,12% sul fronte degli arrivi ed un lieve calo del 0,69% per quel che riguarda le presenze turistiche
I dati 2014 evidenziano un quadro variegato, con incrementi e diminuzioni a macchia di leopardo influenzate soprattutto dalla categoria delle strutture di accoglienza, dove alberghi e agriturismi di qualità, hanno evidenziato cali importanti bilanciati peraltro da incrementi di presenze nelle strutture extra alberghiere organizzate in villaggi e campeggi, premiate evidentemente per la fascia di prezzo
di Sabino Zuppa
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Associazioni, istituzioni ed imprenditori del settore del turismo maremmano avranno di che discutere e lavorare, in vista della prossima stagione estiva, per tenere alto il nome della Maremma e sfruttare a pieno il potenziale che l’angolo più incontaminato della Toscana dimostra ancora di avere. Tutti si preparano, infatti, ad una nuova sfida dopo che i dati turistici registrati dagli uffici della Provincia di Grosseto per l’anno 2014 hanno evidenziato una situazione a luci ed ombre, con incrementi e diminuzioni a macchia di leopardo influenzate soprattutto dalla categoria delle strutture di accoglienza, dove alberghi e agriturismi di qualità, hanno evidenziato cali importanti che sono stati bilanciati da incrementi di presenze nelle strutture extra alberghiere organizzate in villaggi e campeggi, premiate evidentemente per la fascia di prezzo.
I dati
In linea generale il territorio maremmano ha confermato tutto il suo appeal che, nonostante la crisi economica internazionale, gli ha permesso anche un piccolo incremento degli arrivi, i quali, però, si sono collegati ad una diminuzione delle presenze di circa 40 mila unità, in base ai dati ufficiosi (mancano pochi valori di dicembre) degli uffici della Provincia raccolti fino a metà gennaio.
I risultati aggregati di tutti i 28 comuni, catalogati in base alle segnalazioni mensili di più di 2000 aziende, parlano infatti di un aumento degli arrivi che sono passati da 1.037.188 a 1.069.509, un + 3,12%, ma che al tempo stesso si collega ad un calo delle presenze turistiche che, seppur lieve (-0,69%) rispetto ad altri luoghi della Toscana, si è tradotto in una diminuzione di ricavi e profitti per gli operatori del settore. Ed il motivo appare abbastanza chiaro: la gente è rimasta meno tempo in vacanza e quindi ha speso molto meno sia nelle strutture di arrivo che in tutte quelle dell’indotto.
La motivazione economica dei nuovi flussi salta fuori anche da un’analisi più particolareggiata che, purtroppo, evidenzia una diminuzione degli arrivi dei turisti stranieri (-0,25%) che diventa poi preoccupante analizzando le loro presenze che sono calate del 3,3% rispetto al 2013. Dunque anche chi arriva dall’estero rimane meno in vacanza, forse per lo stesso motivo che ha indotto gli italiani a non allontanarsi dalle proprie città e a frequentare di più luoghi come la Maremma. Non è un caso infatti che il calo degli stranieri è stato sorprendentemente attutito da un aumento del flusso nazionale che, per motivi di budget, ha scelto tra le mete più vicine.
Altro elemento interessante, che però si riconduce al solito filone, sta negli aumenti degli arrivi e delle presenze nel settore extra alberghiero. Si parla del +3,73% e del +2,42% che evidenziano come ormai il visitatore prediliga, quando può, gli agriturismi ed i villaggi turistici a dispetto delle residenze alberghiere che hanno avuto comunque un saldo positivo riguardo agli arrivi (+0,24%), ma hanno registrato un calo del 7,6% delle presenze.
I commenti
Numeri confermati anche dall’esperienza diretta degli operatori, come quella di Maurizio Parrini, albergatore e presidente provinciale di Federalberghi, che conferma di fatto ciò che i dati sui flussi turistici elaborati dalla Provincia di Grosseto hanno evidenziato. «Il problema di fondo rimane la crisi economica internazionale che è la causa principale dei cali nel settore turistico grossetano – dice lui – perché è chiaro che il budget destinato dalle famiglie al turismo ed alle vacanze è diminuito. Questo lo ritroviamo nei dati che dicono che la gente arriva ma rimane meno, chiaramente per contrarre le spese, prediligendo oltretutto strutture con minori servizi che offrono possibilità differenti a prezzi molto più bassi. Sono diminuiti gli stranieri ed il nostro turismo alberghiero si riduce soprattutto ai week end degli italiani o poco più. Certo che in situazioni di crisi economica vengono poi a galla le lacune del settore turistico provinciale, a partire dalla mancanza di adeguate vie di comunicazione che annoverano da decenni l’assenza di una grande strada a quattro corsie oltre alla diminuzione vertiginosa dei collegamenti ferroviari che limitano l’arrivo del turista in Maremma, dove è oltretutto impensabile pensare allo sfruttamento di un aeroporto a causa di un limitato numero di posti letto comparati all’investimento eventuale. Certo che, in questa situazione, si dovrà cercare di fare qualcosa a livello di promozione e per questo la nostra associazione ha avviato una serie di incontri con i sindaci della Maremma per offrire la propria esperienza in materia. Se quest’anno saranno infatti i Comuni a doversi sobbarcare questo onere, lo dovranno fare in sintonia con gli operatori che potranno essere dei validi consulenti gratuiti. Dovranno destinare dei fondi e non usare quelli della tassa di soggiorno – conclude Parrini – perché questa rappresenta il contributo che, ogni turista già presente sul territorio, paga per mantenere servizi e decoro e non è certo giusto che tali soldi di chi è già giunto in Maremma vengano spesi per far venire altra gente».
Se il settore extra alberghiero è stato quello che ha tenuto in alto le sorti del turismo locale, bilanciando in parte le perdite evidenziate dagli alberghi, anche all’interno di tale comparto c’è da fare una differenziazione tra villaggi turistici ed agriturismi. E a quanto pare anche per questi ultimi le cose non sembrano essere andate benissimo: «L’andamento del settore agrituristico è stato molto contraddittorio – spiega Emanuele Romagnoli, responsabile provinciale di Agriturist – ci sono strutture che hanno avuto dei cali ed altre che invece hanno incrementato le presenze, con particolare attenzione per coloro che sono riusciti a fare una buona attività di promozione turistica. Tutti quanti però sono stati influenzati negativamente dall’andamento meteorologico che, soprattutto nella prima parte della stagione (davvero inclemente), ha condizionato l’afflusso delle persone, anche di quelle che si sarebbero mosse nei week end se il tempo fosse stato bello. Altro aspetto molto importante è quello legato alla necessità di operare una giusta attività di promozione che va fatta soprattutto all’estero, per farci conoscere: la verità è che la Maremma non è che sia tanto conosciuta fuori dei nostri confini e spesso la nostra associazione si è mossa, anche grazie alla Camera di Commercio, per andare a promuovere la nostra zona. Allo stato attuale dei fatti però – conclude Romagnoli – siamo in una fase di incertezza e credo che quanto prima sarà necessario contattare le istituzioni per creare un filo conduttore che indirizzi la promozione turistica verso gli stessi obiettivi».
In effetti sembra proprio che saranno i Comuni a doversi rimboccare le maniche per la quel che riguarda l’attività di promozione turistica, dopo la riorganizzazione delle competenze scaturita dell’abolizione delle Province. «I tagli drastici operati nei confronti delle Province – dice Emilio Bonifazi, presidente della Provincia di Grosseto – non consentiranno più nessun tipo di assistenza al turismo, all’infuori delle statistiche e infatti la nuova legge regionale dovrebbe spostare molte competenze sul turismo direttamente ai Comuni. Una situazione che, anche come sindaco, capisco che non sarà semplice da attuare anche perché mancherà una indispensabile cabina di regia che, secondo me, dovrebbe essere svolta addirittura da un Ministero del Turismo. L’unica possibilità del momento sarà quella di accordi collettivi dei Comuni riguardo a progetti di promozione turistica legati alle tantissime eccellenze dei territori. Faccio un esempio – prosegue Bonifazi –: recentemente è nato un accordo di cooperazione riguardante la civiltà degli Etruschi da portare al prossimo Expo 2015, un progetto che unisce varie realtà che travalicano anche i confini provinciali ma che unite possono provare a promuovere i loro territori cercando magari di conglobare anche verso questa parte di Toscana quel gran flusso di visitatori che si attende per quella grande manifestazione. In pratica tutti dovranno fare di necessità virtù – insiste lui – con accordi che potranno riguardare l’agro-alimentare, la portualità, la cantieristica, la gastronomia e tutti quegli altri punti di forza di cui può avvalersi la Maremma. Non sarà cosa facile ma i nuovi indirizzi, che probabilmente lasceranno anche dei vuoti normativi, non danno altra scelta ad amministratori ed imprenditori del settore turistico».
In questa situazione, forse una via di scampo sarebbe quella dell’ottimizzazione della presenza virtuale della Maremma sul mercato on line. Una cosa su cui sembra che si possa lavorare di più visto che, chi ha analizzato gli “usi e costumi” in rete delle aziende maremmane nel settore dell’accoglienza turistica, si è accorto che le lacune sono enormi: «Il comportamento degli operatori turistici maremmani presenti sul web non sembra davvero teso alla ottimizzazione delle potenzialità del territorio stesso – dice Robi Veltroni, consulente di direzione turistica aziendale – tanto da lasciar pensare che un corretto sfruttamento delle opportunità della grande “rete” potrebbe riservare delle sorprese veramente inaspettate. Da alcuni studi che presenteremo nel nostro convegno riservato al Buy Maremma Online (di cui parliamo più approfonditamente nel servizio che segue, ndr) è emerso che il comportamento delle aziende grossetane è veramente disomogeneo, con il paradosso che molte realtà hanno prezzi e condotte differenti a seconda che vengano rintracciate tramite un loro sito di prenotazione online, tramite le Ota, al telefono o via mail. Oserei dire che una mancanza di precisione e professionalità fa si che molte opportunità vengano perse con molti clienti, soprattutto stranieri, che rischiano di essere mandati altrove a causa di queste pessime abitudini. Su tutte – conclude Veltroni – proprio quella di avere prezzi differenti o addirittura più alti da proporre ai clienti che contattano direttamente l’azienda, rispetto a quelli proposti su Expedia o Booking.com. Insomma, con un po’ di strategia ed un po’ di accortezza in più si potrebbe davvero incrementare il Pil Provinciale».