Siamo a metà strada tra Roccastrada e Montemassi, sopra un affioramento roccioso di trachite situato a 115 metri di altitudine. È qui che si trova il complesso architettonico di San Salvatore a Giugnano con annessa la Cripta, monumento di grandissimo interesse nel panorama dell’architettura monastica medievale in Toscana
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DI GIADA RUSTICI
In un luogo nascosto dalle ombrose fronde di un boschetto di lecci e delimitato da sughere, ci si immerge nel verde della vegetazione e si esce dal tempo e dalla storia, entrando in un’isola felice lontano dai rumori della città: è la natura che domina portentosa, quella natura che potrebbe essere quella di tanti secoli fa, ancora intatta.
È in questo scenario silenzioso che si staglia nel paesaggio il nostro luogo prezioso: è la Cripta di San Salvatore Giugnano, monumento di grandissimo interesse nel panorama dell’architettura monastica medievale in Toscana, che si apre a sorpresa, come una voragine nel sottobosco e ci offre uno spiraglio e una possibilità per varcare i confini del tempo e delle epoche ed entrare in un passato medievale carico di un vociare misterioso, nel quale rivivere le arti e i costumi del tempo.
Ai ruderi oggi si accede attraverso un varco praticato nella volta, scendendo gli instabili gradini di una scala a pioli, un po’ precaria ma sicuramente suggestiva, ma le bozze di pietra ed i muretti sparsi in superficie per un raggio di circa 200 metri quadrati testimoniano come tutta quest’area fosse in origine edificata: in un attimo, siamo già lì sotto, nel fresco del sotterraneo, abituando gli occhi all’ombra e allo spettacolo che si apre alla vista, consapevoli di essere immersi in un abbraccio dentro la storia, tra colonne e capitelli in pietra chiara, vivendo un’esperienza unica e magica…
Se vuoi leggere l’articolo completo pubblicato sul numero di marzo 2019 di Maremma Magazine, alle pagine 56, 57 e 60, e scoprire la storia di questo luogo così suggestivo, acquista la tua copia cartacea in edicola oppure la versione digitale, on line! Clicca qui
Le leggende
… Una storia parla di un lunghissimo sotterraneo che la collegava l’abbazia alla piccola Chiesa del Convento di Roccastrada. In un’altra addirittura si racconta che vi fosse un tunnel che arrivava fino all’eremo di Montesiepi e all’Abbazia di San Galgano.
Immancabile anche il mito di un tesoro nascosto in questi cunicoli dai frati, che nasconderebbe anche la vera spada di Galgano Guidotti e che ha indotto davvero molti cercatori d’oro e di metalli preziosi a scavare nella cripta e a perlustrarne le mura.
E dunque, vale solo la pena provare a cercare la Cripta, vero e proprio gioiello nascosto, per immergersi nelle sue leggende e soprattutto nel profondo abbraccio della storia, come solo la nostra terra sa trasmettere.