È un libro semplicemente indispensabile per chi ama le cose di questo angolo di Toscana e per chi vuole conoscere l’anima di una terra, della nostra terra, quello scritto da Rossano ed Edoardo e Marzocchi (padre e figlio), per i tipi della Editrice Innocenti dal titolo “Maremma, voce dell’anima”
di Corrado Barontini
****
Sala del Consiglio Comunale di Grosseto gremita il 25 novembre scorso per la presentazione del nuovo libro di Edoardo e Rossano Marzocchi dal titolo “Maremma, voce dell’anima – Il linguaggio della nostra tetra”, per i tipi di Innocenti Editore.
L’iniziativa è stata presentata dal giornalista Giancarlo Capecchi che ha sottolineato quanto questa ricerca si leghi alla Maremma e alle tradizioni. Oltre gli autori, sono intervenuti: l’assessore alla cultura Luca Agresti, la scrittrice Dianora Tinti e Umberto Carini, presidente della Pro loco grossetana. Mauro Chechi, poeta e cantastorie di Maremma, con le sue canzoni, è stato la ciliegina sulla torta.
Tanti libri possono essere utili, altri necessari… ma per chi vuole conoscere l’anima di una terra vanno cercati i libri indispensabili. Sono libri come questo, realizzato da Edoardo e Rossano (padre e figlio), che fa conoscere la parte meno nota della Maremma. Questi autori hanno compiuto una “attenta opera di ricerca e ricostruzione” dando vita ad un lavoro intenso ed affascinante nel quale si approfondisce il rapporto fra il territorio e le sue espressioni culturali consentendo in questo modo di comprendere il carattere di chi è vissuto e vive in Maremma, dei suoi personaggi e delle tradizioni che marcano prepotentemente la natura di questa terra.
La Maremma è un territorio vasto, abitato in gran parte da gente venuta da fuori. Nell’immaginario è stata per lungo tempo considerata terra di nessuno, terra di sacrifici, selvaggia, malsana, pericolosa e perciò ingannevole (come sottolineano gli stessi autori); eppure, forse proprio per queste difficoltà, il popolo maremmano ha acquisito un carattere particolare che oggi si rende riconoscibile anche ai forestieri.
Nella Prefazione Luca Agresti, assessore alla Cultura di Grosseto, afferma che: “Quelli della Maremma sono i ritmi della terra, della natura, dell’ambiente, preservato da tanti orpelli e artifizi. Una natura dalla quale la gente maremmana ha preso a piene mani l’asprezza dei modi, la chiarezza e la schiettezza della comunicazione…”
A lui fa eco l’Introduzione di Dianora Tinti che aggiunge: “Dignitosi, schietti, a volte rudi, i maremmani non rinnegano ciò che sono stati. Con fierezza, continuano a dare valore alle proprie tradizioni, pur proiettandosi verso il futuro…”
Ma, entrando nel merito del libro, la Tinti ne coglie l’essenza: “Racchiusi in semplici vocaboli gli autori ci restituiscono tutta la ricchezza di una lingua che nel tempo è cresciuta e si è adeguata ad un territorio e alla cultura materiale legata ad esso.”
Ecco il punto di arrivo. L’essenza e forse la finalità di quest’opera: “un vero e proprio vocabolario, a tratti addirittura enciclopedico ma mai stancante, composto da 1300 lemmi, arricchito da puntuali riferimenti storici, proverbi e modi di dire curiosi e divertenti.”
Il richiamo di episodi storici, di leggende, o di personaggi della letteratura, fanno di questo libro – che presenta in copertina un’immagine stilizzata di un buttero realizzata da Giovanni Rossetti –, un compendio per capire i “transiti letterari” che hanno attraversato la Maremma lasciando qua e là un segno riconoscibile.
“Il luogo dell’anima” l’aveva definita il poeta Mario Luzi. “Metafora profonda ed evocativa – scrivono i nostri autori – riferita a uno scrittore che, seppur non maremmano d’origine, lo era diventato in seguito e, ancor di più, lo era diventato spiritualmente, trasformando il territorio in un luogo interiore, in cui nascono e si muovono i sentimenti”.
Attraverso i vocaboli e le espressioni popolari i due autori ci consentono di conoscere l’entroterra culturale e l’umanità di chi vive oggi in Maremma.
Una bella pagina di questo libro la ritrovo nella segnalazione di una vecchia foto dei Poggi del Sasso che dopo tanti anni appare irriconoscibile… a meno che “la vista di quel luogo non richiami […] profondi ricordi di vita vissuta”.
Era ora che qualcuno mettesse gli occhi e il cuore dentro le immagini e le parole che rappresentano le cose genuine e vere di una terra. Edoardo e Rossano sono andati a ripescare i significati di certe espressioni, per capire le ragioni di un modo di parlare e di essere.
Tutta una parte del libro è dedicata al ricordo di quei personaggi che hanno dato “Ill’anima” alla Maremma, come è intitolato un sonetto di Ntognu Bberni (Antonio Becherini) di Pitigliano o come hanno saputo rappresentare alcuni autori popolari come Morbello Vergari (il poeta contadino) o Eugenio Bargagli (il cantastorie) che attraverso i loro libri e le loro canzoni sono riusciti a interpretare lo spirito del popolo maremmano. I due Marzocchi fra le tante cose non dimenticano di ricordarci l’opera di ricerca di Roberto Ferretti e Alessandro Giustarini che hanno inciso le voci narranti della tradizione orale, o fissato immagini di eventi popolari, oggi tesori preziosi che aiutano a capire la storia della gente di Maremma.
“… una storia d’amore e sofferenza – si legge nel retro di copertina –. E il linguaggio quotidiano ne è testimone: ieri come oggi trasuda rabbia, caparbietà, tenacia e ironia. Per questo la Maremma, urlata al vento o maledetta come in una storica canzone, si ritrova spesso protagonista di imprecazioni dure e ringhiose, cariche di dolore e fatica. Ma si dimostra anche fonte d’ispirazione per poeti e scrittori, che nel tempo hanno fatto di questa terra il loro “luogo dell’anima”: da Carducci a Cassola, da Bianciardi a Calvino.”
ARTICOLO PUBBLICATO NEL NR. DI DICEMBRE 2017 DI MAREMMA MAGAZINE