Il canale diversivo: monumento di una Maremma ritrovata. Un progetto per farlo...

Il canale diversivo: monumento di una Maremma ritrovata. Un progetto per farlo vivere ancora

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Porta la firma di Federico Bettazzi, laureato in scienze dell’architettura, Giovanni Casalini, architetto, e Michele Gandolfi, laureato in lingue europee per l’editoria e la produzione culturale, l’ambizioso progetto di riqualificazione del canale diversivo quale simbolo e orgoglio del nostro territorio, in un’ottica di esaltazione e riscoperta di un passato che ha contribuito a donare l’impronta alla nostra città

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DI GIADA RUSTICI

Oggi varchiamo i confini della nostra città e ci fermiamo qui, sulla strada per Istia d’Ombrone, poco dopo San Martino: sulla destra, in fondo a una strada sterrata che porta al fiume, un imponente edificio color porpora che ricorda casa Ximenes, ma più grande, si staglia tra il verde delle chiome degli alberi.
Siamo nel ventre più intimo dal quale è nata la Maremma, l’origine della pianura, il principio dello spazio che abitiamo. Ponte Tura, tra San Martino e Istia d’Ombrone, è il complesso di opere idrauliche forse più importante della storia della bonifica maremmana, una delle più significative in Europa: è da questo preciso punto, immerso nella Maremma grossetana, che prende forma il nostro territorio così come lo conosciamo oggi.
È un patrimonio di enorme valore storico, oltre che un luogo mozzafiato dal punto di vista naturalistico; un posto oggi semiabbandonato e sconosciuto ai più. È da qui che parte la sfida: lo sviluppo di un intero territorio, infatti, parte prima di tutto dalla conoscenza dei luoghi più intimi che lo caratterizzano. Per questo ci vuole passione e amore per la terra che ci accoglie: rimanere rinchiusi nelle proprie gelosie senza considerare il passato come punto di partenza per un futuro ottimistico, non porta alcun risultato e soprattutto una realtà come Grosseto ha bisogno di valorizzazione e buoni propositi.

Il progetto

Il progetto è stato presentato in occasione del convegno organizzato in collaborazione con l’Associazione culturale Maremma 1828 che si è svolto il 12 ottobre scorso, dal titolo “Itinerari della bonifica: un parco lineare sull’impronta del canale diversivo”.
Si tratta di un lavoro corale: lo spunto nasce da una parte del lavoro di ricerca di Giovanni Casalini che, unitamente agli studi di Federico Bettazzi, è stato approfondito e sviluppato ulteriormente fino a formulare una proposta organica e strutturata; Michele Gandolfi si è invece occupato di tutta la parte di studio e di ricerca storica sull’infrastruttura del diversivo e della bonifica in generale.
L’ossatura ruota intorno alla realizzazione di un percorso ciclopedonale che da Ponte Tura porta alla Casa Rossa, lungo quasi 25 km, abbracciando tutti i ponti che incontriamo lungo la corsa del diversivo e coinvolgendo in questa strategia progettuale anche tutte quelle strutture che oggi hanno perso la loro funzione.
Gli obiettivi fondamentali sono il consolidamento degli argini che oggi vertono in stato di abbandono, il ripristino della funzione dei vecchi ponti che consentiranno il passaggio da un argine all’altro lungo tutto il percorso ciclopedonale e l’istallazione di pannelli informativi finalizzati alla testimonianza storico-funzionale del diversivo stesso.

Se vuoi leggere l’articolo completo pubblicato sul numero di novembre 2018 di Maremma Magazine, alle pagine 38-42, acquista la tua copia cartacea in edicola oppure la versione digitale, on line! Clicca qui