Castellottieri, il caso eccezionale (forse unico) di un paese senza vittime in...

Castellottieri, il caso eccezionale (forse unico) di un paese senza vittime in entrambe le Guerre Mondiali. Merito della Madonna!

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Nel Centenario dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, che ha visto molte iniziative di commemorazione con mostre, libri, filmati ecc. e rievocazioni per farne comprendere lo sviluppo e il significato, si ricorda il caso eccezionale, forse unico, di Castellottieri (Sorano), che non ebbe morti in guerra non solo nel primo, ma anche nel secondo immane conflitto mondiale

Un caso esemplare di quella profonda fede religiosa, che sempre ha sostenuto le nostre popolazioni contadine nelle difficoltà e nelle tribolazioni, specialmente in tempo di guerra.

di Angelo Biondi

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La Prima Guerra Mondiale, che si sviluppò soprattutto in trincea, fu un conflitto immane e molto cruento; la mobilitazione di massa, la guerra di trincea, il freddo e la fame, la lunghezza del conflitto, le armi impiegate per la prima volta nella storia (i micidiali gas asfissianti, i primi aerei…) procurarono milioni di morti; si calcola che solo l’Italia abbia avuto 1.240.000 vittime tra militari e civili; si può dire perciò che non ci fu città, paese e villaggio che non dovesse piangere i suoi caduti.
Ma questa tristissima regola ha una straordinaria eccezione: il paese di Castellottieri nel Comune di Sorano (in provincia di Grosseto).
Tra i soldati di questo paese, nell’arco di tutti i quattro lunghi anni di guerra, non si ebbero morti!
Come accadde un fatto così straordinario, che costituisce una felice eccezione in Maremma, ma caso raro (se non unico) anche in tutta l’Italia? La risposta in fondo è semplice.
Tutti i giovani che partivano per la guerra (e di conseguenza tutto il paese, perché ogni famiglia aveva figli, nipoti, parenti che andavano al fronte) si affidarono alla Madonna.
A Castellottieri “ab immemorabili” esiste una venerazione profonda per Maria Santissima, la cui statua è conservata in una cappella, a destra dell’altar maggiore della bella chiesa cinquecentesca, tutta decorata da pitture; la stessa cappella è affrescata con episodi della vita della Madonna (Nascita di Maria, Visita a Santa Elisabetta, Natività, Maria Santissima in gloria con la Trinità).
Localmente la festa della Madonna, che nel sentire dei castellesi supera di molto il patrono San Bartolomeo, si celebrava tradizionalmente il 1° giugno (ora la prima domenica di giugno) con una solenne processione, che si snoda secondo un preciso percorso per tutto il paese fino al limitare della campagna ed è abbellita dall’infiorata. La forte devozione ha dato anche luogo a pie leggende, che si affiancano a racconti di fatti straordinari realmente accaduti.
Allo scoppio della Grande Guerra i giovani di Castellottieri, che partivano come soldati, andavano davanti alla Madonna, accompagnati da mamme, babbi, fidanzate, spose e familiari, a pregare fervorosamente perché Maria concedesse loro la grazia di poter ritornare sani e salvi; prima di uscire dalla chiesa, lasciavano sull’altare, ai piedi della Madonna, una strisciolina di carta con il loro nome e un’invocazione; quei foglietti dovevano rimanere sull’altare della Madonna fino al loro ritorno e nessuno doveva toccarli.
Nonostante i rischi e i grandi pericoli corsi sui vari fronti, in effetti alla fine della guerra nel 1918, tutti i castellesi partiti per il fronte ritornarono a casa, accolti con grande giubilo dalle famiglie e dalla intera popolazione, che non mancò di ringraziare la Madonna; tutti coloro che ritornavano, appena raggiunto il paese, andavano a ritirare il proprio foglietto sull’altare e a ringraziare la Vergine Maria prima ancora di andare a casa.
Gli ex soldati castellesi usavano celebrare gli anniversari principali della Grande Guerra, a cominciare dal 24 maggio (entrata in guerra dell’Italia) e del 4 novembre (anniversario della vittoria), ma sopra ogni cosa stava la loro Festa della Madonna del 1° giugno, come testimoniavano Aldisio Severini e Celestino Sestigiani, gli ultimi reduci ancora viventi fino a pochi anni fa.
Qualcuno potrebbe pensare che la salvezza di tutti i soldati castellesi fu un caso, per quanto eccezionale e straordinario.
Il fatto è che nella Seconda Guerra Mondiale il fenomeno si ripeté di nuovo!
Ancora una volta i giovani richiamati alle armi, prima di partire, si recarono all’altare della Madonna, accompagnati dai familiari, pregando e lasciando la loro strisciolina di carta.
Ancora una volta affrontarono pericoli di ogni genere in tanti luoghi dove si trovarono ad operare in guerra e poi dopo lo sbandamento dell’8 settembre 1943; alcuni di loro non avevano mandato più notizie alle famiglie, che non sapevano più dove si trovavano e se erano ancora in vita.
Ma alla fine della guerra i militari castellesi, un po’ alla volta, cominciarono a ritornare alla spicciolata, anche quelli di cui non si aveva avuto più niente, meno uno: Lino Cappelletti.
La famiglia e l’intero paese erano in forte apprensione; si avvicinava la festa della Madonna e si cominciava a disperare di veder tornare Lino, l’ultimo militare ancora mancante.
Ma proprio il 1° giugno, quando tutto il paese era in chiesa e si apprestava a celebrare la festa con la Santa Messa e la processione, ecco che si presenta Lino Cappelletti, che va a ritirare il suo foglietto, l’ultimo rimasto sull’altare, e a prostrarsi di fronte alla Madonna.
Allora ci fu grande commozione ed esultanza tra i compaesani, tutti parteciparono di cuore alla gioia della famiglia di Lino, la Santa Messa fu celebrata con grande solennità e la festa riuscì ancora più fervorosa degli anni passati.
Il Comune di Sorano ha avuto nella Prima Guerra Mondiale 258 caduti, ai quali fu dedicato nel 1923 il Parco della Rimembranza, con aiuole dedicate ciascuna al capoluogo e alle numerose frazioni del Comune; una sola manca: quella di Castellottieri.
In tutti i paesi sono stati eretti Monumenti ai Caduti o sono state apposte almeno lapidi a ricordo, con i nomi dei caduti in guerra.
Invece nella chiesa di Castellottieri, ai piedi dell’altare della Madonna nella cappella a destra dell’altar maggiore, le madri dei soldati castellesi vollero inserire una lapide di ben altro tenore, in cui si può leggere:
A LODE E RINGRAZIAMENTO
A LA GRAN MADRE CELESTE
MARIA SS.
CHE NELLE GUERRE
1915-18 E 1940-45
CON GRAZIA SPECIALE PROTESSE
TUTTI I SOLDATI DI QUESTO PAESE
LE MAMME

A cento anni dall’entrata in guerra dell’Italia (1915-2015) in tanti luoghi d’Italia il ricordo va ai molti caduti, a Castellottieri invece il ricordo va a tutti quelli che ritornarono, con un moto spontaneo di riconoscenza e di ringraziamento alla Madonna.
Il caso castellese è eccezionale (e forse unico), ma anche esemplare di quella profonda fede religiosa, che sempre ha sostenuto le nostre popolazioni contadine nelle difficoltà e nelle tribolazioni, specialmente in tempo di guerra.

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