L’Abbazia di San Galgano: un luogo mistico, carico di storia, significati e…...

L’Abbazia di San Galgano: un luogo mistico, carico di storia, significati e… magia

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È un luogo pieno di storia, di magia, di fede. Parliamo dell’Abbazia di San Galgano in Val di Merse, al confine tra le provincie di Grosseto e Siena, meta di una visita con l’ausilio della bella guida, ancora fresca di stampa, “San Galgano e il suo territorio” a firma di Renzo Vatti e Vito Albergo, pubblicata in edizione italiana e inglese, per i tipi della casa editrice Medicea

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DI DEBORAH CORON

Tra le tante perle del nostro territorio ce n’è una, meta ogni anno di migliaia e migliaia di persone: l’Abbazia di San Galgano in Val di Merse, al confine tra le provincie di Grosseto
e Siena. A questo edificio sacro, famoso in tutto il mondo e così carico di storia, è stata dedicata una guida ancora fresca di stampa “San Galgano e il suo territorio” a firma di Renzo Vatti e Vito Albergo, pubblicata in edizione italiana e inglese, per i tipi della casa editrice Medicea (la presentazione del libro è a pag. 65).
«Il complesso abbaziale di San Galgano – si legge proprio nella guida – fu iniziato, secondo recenti studi, in Val Merse, nel piano sottostante la Rotonda verso il 1218; la costruzione sorse con una planimetria tipicamente cistercense, ma mostra, in numerosi particolari, alcuni elementi suggeriti dal gusto artistico senese… Secondo alcuni documenti, riportati da Libanori nel 1645, l’architetto dell’intero complesso sarebbe stato un certo Curzio di Chiusi ma la notizia non è confermata dagli storici, perché non suffragata da documentazioni attendibili. Specialmente nei secoli XI, XII e XIII i monaci cistercensi erano, per tradizione e per studi, ottimi architetti, e furono proprio loro a portare in Italia l’arte gotica; Fossanova, Santa Maria Maggiore in Ferentino e Casamari furono i primi esempi di tale stile e culle di architetti e scultori… Tutto il complesso, nelle sue linee generali, è basato su uno stile di transizione tra quello romanico in declino e quello ogivale proposto dai monaci cistercensi; quindi l’Abbazia di San Galgano è, in Toscana, il primo esempio di costruzione ogivale d’ispirazione borgognona, mentre lo stile lombardo è sempre presente; il tutto è modificato e ingentilito dal gusto tipico dell’arte senese»…

Ma chi era San Galgano, famoso per aver conficcato la sua spada nella roccia? «Galgano Guidotti – si legge ancora nella guida a firma di Vatti e Allegro – nacque nel 1148 da nobili genitori d’origine salica nel borgo di Chiusdino, piccolo centro che sorge compatto a ovest del complesso abbaziale. Le vicende della sua vita sono state in parte trasfigurate da leggende che nascondono poeticamente una base storica. Una leggenda ritiene la sua nascita quasi miracolosa: i genitori, Guido e Dionisia, l’avrebbero avuto dopo lunghi anni di sterilità, per intercessione di San Michele Arcangelo, molto venerato nella zona, specialmente nei piccoli centri delle alture circostanti. Galgano crebbe bello, spensierato, fiero e… prepotente.
La sua giovinezza frivola e alquanto libertina ricorda la storia del suo quasi contemporaneo Francesco d’Assisi; come questi, Galgano sentì spesso l’inutilità della sua vita dissipata e provò il tormento di non avere uno scopo per cui vivere; il suo ambìto titolo di cavaliere non gli procurò quell’ebbrezza che si attendeva…
Legata a San Galgano è la famosa spada conficcata nella roccia per mano del Santo quale segno della rinuncia perpetua alla guerra e della volontà di usare quell’arma solo come croce davanti a cui pregare…

Se vuoi leggere l’articolo completo, lo trovi pubblicato sul numero di giugno 2020 di Maremma Magazine (alle pagine 60-65), disponibile in edicola, su abbonamento e in versione digitale. Acquista la tua copia on line! Clicca QUI 

Informazioni utili: Eremo di Montesiepi tel. 0577 756700;
Abbazia di San Galgano tel. 0577 756738,  www.abbaziasangalgano.it;
Museo civico e diocesano di arte sacra di San Galgano a Chiusdino tel. 0577 751084.