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Si trova nel livornese dalle parti di Castagneto Carducci nel cuore della DOC Bolgheri. Parliamo di Grattamacco una delle tre perle enologiche della famiglia Tipa in Toscana insieme al Castello di Collemassari (nell’area del Montecucco) e a Poggio di Sotto (nella patria del Brunello di Montalcino)

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Nel magico triangolo enologico che i fratelli Tipa – Claudio e Maria Iris – hanno tracciato nella parte meridionale della Toscana – sotto l’insegna di ColleMassari – uno dei vertici è collocato nel livornese (e per la precisione nella zona di Bolgheri) ed è rappresentato dall’azienda Grattamacco acquisita nel 2002. Gli altri due sono il Castello di ColleMassari a Cinigiano nel cuore della DOC Montecucco dal 1998 e Poggio di Sotto a Montalcino (Siena), patria del celebre Brunello, dal 2011.
Tre grandi nomi per altrettante importanti realtà vitivinicole toscane che fanno capo a vini che non hanno certo bisogno di presentazioni.

Un po’ di storia
La costruzione di quello che può essere considerato come uno dei gruppi vitivinicoli più importanti d’Italia si è concretizzata in poco più di un decennio.
Tutto muove verso la fine degli anni Novanta quando Claudio Tipa, sempre affiancato dalla sorella Maria Iris Tipa Bertarelli e dalla moglie Maria, approda in Maremma dove acquista un castello mezzo diroccato: il castello di ColleMassari. Siamo nel 1998 ed è proprio questo l’anno nel quale vengono gettate le basi per la nascita di un progetto di vita ed imprenditoriale davvero avvincente.
A questo primo tassello si aggiunge nel 2002 l’acquisizione di Grattamacco una delle più storiche aziende del comprensorio di Bolgheri (12 ettari di vigneto) fondata alla fine degli anni 70.
Il terzo incastro del puzzle enologico firmato dalla famiglia Tipa si materializza invece nel settembre 2011 quando viene aggiunto Poggio di Sotto, la tenuta di Piero Palmucci, considerata per i suoi vini di grande eleganza e complessità una delle aziende di riferimento – autentica eccellenza – del Brunello di Montalcino, oltre che prima DOCG d’Italia.
La tenuta, 12 ettari a vigneto (per complessivi 32 ettari di terreno), si trova nella zona di Castelnuovo dell’Abate (Siena) ed è famosa non solo per il Brunello ma anche per il suo Rosso di Montalcino. La produzione viaggia sulle 30-35.000 bottiglie di cui 3.500 di Riserva, 18.000 di Brunello e 13.500 di Rosso ed è praticamente esaurita prima ancora del confezionamento. E questo non per caso. Parliamo infatti di etichette d’élite, dal notevole appeal e con mercati ormai collaudati.
L’inserimento di Poggio di Sotto nel firmamento di ColleMassari è frutto di una scelta ponderata e approfondita, che senza stravolgere niente, si inserisce nel solco di linee guida vincenti dettate dal fondatore Piero Palmucci, sin dalla fine degli anni Ottanta.
Le produzioni delle tre aziende si esprimono con una selezione di etichette ampia e di qualità. La conduzione agronomica in tutti e tre i casi segue i criteri della coltivazione biologica. L’enologo interno è Luca Marrone ed ha la sua base a Grattamacco dove abita ma supervisiona le tre tenute. Enologi esterni sono Maurizio Castelli, toscano di fama internazionale (per Grattamacco e Collemassari) e Federico Staderini (stretto collaboratore del Maestro Giulio Gambelli detto Bicchierino) per Poggio di Sotto.

Grattamacco
Ma torniamo a Grattamacco. L’azienda, nata nel 1977, è posta sulla sommità di una collina affacciata sul mare tra Castagneto Carducci e Bolgheri a 100 metri s.l.m., in un’area particolarmente vocata per la produzione di grandi vini rossi.
“La sua posizione le permette di godere di un clima asciutto, mite, con notevoli escursioni termiche soprattutto alla fine dell’estate”.
La zona, come detto, è quella di Bolgheri, capitale dell’omonima prestigiosa DOC, nota in tutto il mondo grazie al Sassicaia e per essere la culla del Cabernet Sauvignon in Italia, che qui dal 1982 (prima annata di produzione) si presenta con un taglio particolare, ovvero abbinato al Merlot e – cosa più unica che rara per il contesto – al Sangiovese.
L’azienda, che segue i criteri della coltivazione biologica garantita e certificata dall’ICEA, si estende su un’area di 35 ettari di cui 14 impiantati a vigneto e 3 a oliveto.
L’area rimanente è coperta da boschi, confinante con una vasta zona boschiva di circa 1600 ettari.
“I vigneti collinari acclivi con pendenze medie del 8% sono allevati a cordone speronato, Guyot ed Alberello, con una resa media di 60-70 quintali per ettaro. L’età media delle vigne è di circa 25 anni”.
I vigneti di Grattamacco, situati in una culla naturale protetta dai forti venti provenienti dal mare, hanno una estensione di 14 ettari. Quelli coltivati per i vini rossi sono il Cabernet Sauvignon, il Sangiovese, il Merlot, il Cabernet Franc, il Petit Verdot; per i vini bianchi abbiamo il Vermentino.
“In vendemmia le uve vengono attentamente selezionate attraverso una scelta manuale e successivamente poste in tinelli tronco conici in legno di rovere da 7 ettolitri aperti, dove la fermentazione avviene naturalmente con soffici follature manuali e lunghe macerazioni.
La fermentazione malolattica si svolge spontaneamente in barriques di rovere francese mantenendo distinte le differenti varietà.
Durante l’affinamento di circa 12-18 mesi in barriques viene eseguito l’assemblaggio tra le diverse tipologie, al quale segue un riposo in bottiglia di almeno 6 mesi”.

L’azienda produce tre rossi e un bianco.
Tra i primi abbiamo due Bolgheri Rosso Superiore DOC. Il primo è il Grattamacco (65% cabernet sauvignon, 20% merlot e 15% sangiovese), vino consistente, complesso, con un carattere profondamente legato alla sua zona di origine; si abbina con cacciagione e selvaggina, si sposa perfettamente con le preparazioni locali a base di cinghiale, a brasati umidi di carne rossa, ottimo con formaggi a pasta dura di media stagionatura. Il secondo è L’Alberello (70% cabernet sauvignon, 25% cabernet franc, 5% petit verdot), etichetta prodotta in numeri limitati (6.000 bottiglie) da una vigna di 2 ettari coltivata ad alberello con un’alta densità e un impianto cosiddetto a “settonce”, in maniera tale che ogni ceppo sia equidistante dagli altri che lo circondano.
Chiude i rossi il Bolgheri Rosso DOC (60% cabernet sauvignon, 20% cabernet franc, 10% merlot e 10% sangiovese), vino ottimo a tutto pasto, che si abbina perfettamente con la cucina tipica toscana.
L’unico bianco è il Grattamacco Bolgheri Vermentino DOC (100% vermentino) ottenuto con parziale fermentazione in barriques è un vino di grande equilibrio e piacevolezza che dimostra tutte le potenzialità del vitigno Vermentino che trova in questo terroir uno dei suoi habitat più congeniali. Si accompagna con tutte le preparazioni a base di pesce e grazie alla sua morbidezza e al suo aroma ha un buon rapporto con antipasti toscani di crostini e salumi. Da provare anche con fricassea di vitello e con formaggi a pasta molle.
Info: www.collemassari.it

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Maremma Magazine – Aprile 2015 – Grattamacco