Bel successo per “Architetto in cantina”, il grande evento collettivo e diffuso che lega paesaggio, arte e cultura enologica organizzato a metà ottobre da Toscana Wine Architecture, la rete di cantine di design. Veri e propri templi del vino, progettati dai grandi maestri dell’architettura contemporanea tra cui Mario Botta, Renzo Piano e Tobia Scarpa
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L’iniziativa
Sono state due giornate dedicate all’architettura, quelle del 15 e 16 ottobre scorso, organizzate dalla rete di cantine Toscana Wine Architecture: primo esempio in Italia a valorizzare vino, design, territorio e turismo.
È tornato così “Architetto in cantina” il grande evento collettivo e diffuso che lega paesaggio, arte e cultura enologica. A condurre le visite guidate delle cantine di design sono stati, eccezionalmente, gli architetti, in alcuni casi proprio coloro che hanno firmato i progetti.
Degustare i vini là dove sono prodotti non solo è un’esperienza unica, ma arricchisce la conoscenza del territorio e, in questo caso, il senso del bello. Gli antichi Greci ricorrevano al concetto di “kalokagathia” per sostenere la complementarità tra “bello” e “buono” che, nel caso di Toscana Wine Architecture, sono strettamente interconnessi, legati a doppio nodo da un filo verde: quello della sostenibilità.
Veri e propri templi del vino, progettati dai grandi maestri dell’architettura contemporanea tra cui Mario Botta, Renzo Piano e Tobia Scarpa, oltre a essere perfettamente integrati con il paesaggio circostante, ne diventano un elemento imprescindibile di tutela nel momento in cui limitano al massimo il proprio impatto sull’ambiente.
Un percorso tra i luoghi e i territori storici di produzione, in una delle regioni più vocate alla viticoltura, dedicato in maniera più mirata alla struttura e alle scelte architettoniche. Ogni cantina ha declinato il percorso in maniera personalizzata secondo il proprio stile: elementi comuni e costanti sono stati la visita guidata a cura di un architetto, la presentazione della rete di Toscana Wine Architecture, la degustazione dei vini e una particolare attenzione nel descrivere le pratiche “green” adottate in azienda che, oltre che sull’ambiente, grazie al basso impatto ambientale e al risparmio energetico, si riflettono anche nel calice, favorendo la massima espressione del carattere del territorio.
Dalla vinificazione ‘per gravità’ (che asseconda il movimento naturale della produzione, riducendo il consumo di energia e di pressione e una lavorazione delle uve meno traumatica, che preserva l’equilibro del vino e l’estrazione di tannini) al mantenimento della temperatura ideale per l’affinamento in modo completamente naturale, sfruttando la termoregolazione delle rocce presenti nel sottosuolo o dell’acqua sorgiva, dall’utilizzo di materiali naturali, al recupero delle acque piovane, dall’utilizzo di energie rinnovabili ai giardini verticali, arricchimento estetico e beneficio energetico: l’eco-sostenibilità si riflette su ogni passaggio produttivo del nettare di bacco.
Vigneto, territorio e cantina si integrano e si evolvono in simbiosi con la natura quasi fossero una suggestiva installazione di land art…
Info: www.winearchitecture.it