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Sorano, sarà un’estate all’insegna delle mostre e dei grandi eventi culturali

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Mostre e grandi eventi culturali al centro dell’estate a Sorano, dove è stata messa a punto un’offerta diversificata con l’obiettivo di valorizzare alcuni dei luoghi più significativi (Fortezza Orsini a Sorano, palazzo Pretorio e ex chiesa di San Mamiliano a Sovana)
dal punto di vista storico ed artistico della splendida cittadina arroccata nel tufo

Tantissime le iniziative programmate dal Sistema museale comunale e dal Comune di Sorano, in collaborazione con il gestore del Parco archeologico della Città del Tufo

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Sarà un’estate ricca di mostre e di eventi culturali di rilievo quella che il Sistema museale comunale e il Comune di Sorano, con la collaborazione del gestore del parco archeologico della città del tufo, hanno messo a punto con l’obiettivo di valorizzare alcuni dei luoghi più significativi (Fortezza Orsini a Sorano, palazzo Pretorio e ex chiesa di San Mamiliano a Sovana) dal punto di vista storico ed artistico e di presentare un’offerta culturale diversificata.
Questo significa che accanto a testimonianze importantissime della civiltà etrusca, ad iniziare dalla misteriosa e coinvolgente Sfinge di Vulci che arriverà a Sovana per le notti dell’archeologia, il cartellone degli eventi espositivi prevede la presenza, sempre a Sovana, di quattro importanti artisti contemporanei, e che si sta lavorando per un omaggio a Sorano, nel duecentesimo della nascita, ad uno dei più importanti scultori italiani, il senese Giovanni Duprè.
Non a caso, dunque per la prima volta il museo di San Mamiliano e il Palazzo Pretorio ospiteranno per tutto il mese di maggio e fino al 18 giugno la mostra itinerante di arte contemporanea organizzata dall’Associazione Culturale “Arte e Benessere” di Bomarzo.
Si tratta di una collettiva che vede la partecipazione di quattro importanti artisti: Maria Grazia Tata, Maria Pizzi, Massimo De Angelis (Demas) e Luigi Riccioni che già nel 2016 hanno avuto modo di esporre alcune loro opere presso il Mastio della Fortezza Orsini di Sorano.
La mostra è curata dal Critico d’arte Prof. Enrico Anselmi che così la illustra:
“L’intento della collettiva è instaurare un dialogo attivo tra diacroniche testimonianze della presenza dell’uomo in un territorio particolarmente ricco di stratificazioni antropiche dall’antichità fino ai nostri giorni, attraverso tracce della civiltà medievale e moderna così ben integrate da poter essere valorizzate da interventi espositivi contemporanei mirati.
Ci si prefigge lo scopo di cogliere lo ‘spirito’ dei luoghi, la loro essenza più vera ed autentica veicolando verso nuove declinazioni artistiche, la secolare e fascinosa tradizione culturale che impregna l’abitato di Sovana, i suoi palazzi storici, le strutture museali. Non una separazione miope tra storicizzato e attuale, dunque, ma una sua rispettosa integrazione attraverso il coinvolgimento di artisti di salda esperienza e sistematica attività espositiva selezionati dal curatore. Forme d’espressione contigua, interventi istallativi, oggetti artistici che trattengono le verità di natura e di storia si confrontano e istituiscono connessioni verso un’integrazione o un cortocircuito tematico”.
Sono previste, durante il periodo espositivo, performance e attività collaterali in particolare sabato 13 maggio alle ore 16.30 presso Palazzo Pretorio cornice di una conferenza della dr.ssa Francesca Ceci, archeologa dei Musei Capitolini dal titolo “Dialoghi infiniti tra passato e presente”; Finissage domenica 18 Giugno alle ore 17.00.

Venerdì 12 maggio sarà invece inaugurata nel Museo della Fortezza Orsini la mostra “Vulci e i misteri di Mitra. Culti orientali in Etruria” frutto di un’importante collaborazione fra il Museo di Vulci, la Soprintendenza dell’Etruria Meridionale e il Sistema museale comunale di Sorano.
Scoperto nel 1975 nel corso di scavi condotti dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale, il mitreo di Vulci rappresenta uno dei più interessanti ritrovamenti pertinenti al culto di Mitra, forse un unicum, vista l’enorme portata di informazioni che ha messo a disposizione degli studiosi moderni.
La planimetria del mitreo è quella comune alla maggior parte dei luoghi di culto noti; si tratta di un ambiente ipogeo costituito da un vestibolo e da un corridoio centrale, quest’ultimo da due lunghi banconi (podia) la cui funzione era quella di ospitare gli iniziati durante le cerimonie e i banchetti sacri in onore del dio.
Di grande importanza sono l’apparato iconografico e gli altri materiali rinvenuti all’interno della struttura.
I pezzi di maggior pregio provengono senza dubbio dal corridoio centrale, dove sono state ritrovate diverse sculture cultuali in marmo, rinvenute rovesciate sul pavimento del mitreo, alcune purtroppo notevolmente danneggiate: il Gruppo Maggiore raffigura la classica iconografia di Mitra nell’atto di uccidere il toro a questa si associano altre statue di notevole pregio.
Altrettanto rilevante appare il contesto del vestibolo del Mitreo, da dove provengono reperti ceramici e numismatici.
Il Mitreo, per le sue caratteristiche, potrebbe appartenere alla domus di un ricco e facoltoso personaggio, come del resto suggerito anche dall’opulenza dell’apparato scultorio.
I partecipanti al culto di Mitra si identificavano quali membri di un gruppo ruotante attorno ad un singolo luogo di culto ipogeo, un mitreo in cui venivano praticati riti, banchetti sacri e cerimonie iniziatiche.
Tali comunità erano caratterizzate da una rigida ripartizione gerarchica fondata su una scala ascendente composta di sette gradi, corrispondente ai diversi ruoli rivestiti dai singoli individui all’interno del culto e del livello di vicinanza da essi raggiunto all’essenza di dio.
La grandissima maggioranza dei rilievi e delle sculture conservati mostrano la scena principale della teologia misterica, in cui il dio, raffigurato come un giovane abbigliato in abiti persiani e affiancato dai due aiutanti Cautes Cautopates, è intento ad uccidere il toro primordiale, atto simboleggiante la creazione stessa del Cosmo.
A partire dal IV secolo d.C. la devozione mitraica iniziò ad essere abbracciata con particolare trasporto persino dall’aristocrazia senatoria di Roma, a costituire uno degli ultimi baluardi pagani di fronte al crescente diffondersi Cristianesimo, prima di andare gradualmente a scomparire nel V secolo d.C.
Le opere scultoree e i reperti ceramici resteranno in mostra a Sorano fino al 5 novembre. Il museo sarà aperto tutti i giorni con orario 10/13 e 15/19, giorno di chiusura lunedì.

Altro importante evento in preparazione per Sovana è la mostra dedicata alla Sfinge di Vulci che verrà inaugurata in occasione delle “Notti dell’archeologia” manifestazione promossa dalla Regione Toscana e in programma nel prossimo luglio.
La straordinaria statua funeraria fu riportata alla luce durante le campagne di scavo iniziate nel novembre del 2011 nella necropoli dell’Osteria di Vulci, uno dei più importanti centri dell’Etruria nella cosiddetta “Tomba della Sfinge”, monumentale ipogeo funerario risalente al VI secolo a. C.
Qui spicca un lungo e monumentale “dromos”, un corridoio di 28 metri che conduce al vestibolo ed alle camere funerarie. E qui è riemersa la magnifica Sfinge, probabilmente collocata all’ingresso della sepoltura con lo scopo di proteggere i defunti e accompagnarli nell’Aldilà. Ruolo che nelle tombe monumentali di Sovana è spesso attribuito a Scilla, demone marino, che aveva l’arduo compito di traghettare i morti dalla vita terrena a quella ultraterrena.
Testa di donna, corpo di leone, coda di serpente e ali d’aquila, la Sfinge di Vulci sfoggia tutta la sua raffinata e imperturbabile bellezza del VI secolo a. C., ritta sulle zampe, nella sua mole scolpita in nenfro, a evocare il suo ruolo di “guardiana” della pace dei morti contro tutti i malintenzionati a turbarne la quiete. La statua era probabilmente colorata in quanto nella pulizia delle superfici sono state trovate tracce di pigmento di colore ocra rossa. Del resto sappiamo che era assai frequente nel mondo antico, la pratica di ricoprire le superfici delle sculture e degli apparati decorativi architettonici con colori a forti tinte, oggi in gran parte scomparsi. Basti pensare alle meravigliose tombe monumentali di Sovana un tempo intonacate e abbellite con colori sgargianti.
Anche l’arrivo della Sfinge di Vulci, che troverà “casa” nel Palazzo Pretorio è dovuto alla collaborazione e disponibilità della Soprintendenza all’Etruria Meridionale e della Fondazione Vulci.

Ma il cartellone dei grandi eventi espositivi non finisce qui. Il Comune, assessorato alla cultura, sta mettendo a punto un omaggio a Giovanni Duprè nel duecentesimo anniversario della nascita. Al grande scultore Siena, dove nacque, renderà omaggio nel Palio di agosto dedicandogli il drappellone. Grazie alla disponibilità di Elisabetta Ciardi Duprè diversi anni fa Sorano ebbe modo di ospitare alcune sculture. In questa occasione dovrebbe esserci anche la disponibilità di altri discendenti e quindi si lavora ad una mostra più ampia che, dopo Sorano, potrebbe fare tappa a Siena.
Per tutte le informazioni relative agli eventi in programma nei prossimi mesi nel Comune di Sorano è possibile contattare i seguenti numeri: Ufficio turistico di Sorano 0564 633099 (giorno di chiusura mercoledì); Ufficio della Fortezza Orsini di Sorano 0564 633424 (giorno di chiusura lunedì); Ufficio turistico di Sovana 0564 614074 (giorno di chiusura giovedì); e-mail: info@leviecave.it; le pagine Facebook del Parco archeologico e del Comune di Sorano.