Scarlino, l’ex Oratorio della Santa Croce e la Crocifissione di Gesù Cristo...

Scarlino, l’ex Oratorio della Santa Croce e la Crocifissione di Gesù Cristo ovvero l’affresco ritrovato

609
0
CONDIVIDI
L’affresco dopo il restauro

È una storia curiosa e quasi incredibile, venuta alla ribalta qualche anno fa anche della cronaca nazionale, quella che ha portato alla scoperta di un grande affresco del XV secolo
raffigurante la Crocifissione di Gesù Cristo all’interno dell’ex Oratorio della Santa Croce a Scarlino, oggi abitazione privata. Una grande opera messa a disposizione di tutti grazie ad un progetto di musealizzazione dell’immobile voluto dal proprietario Andrea Sozzi Sabatini

****

DI FRANCO BALLONI

La nostra meravigliosa terra di Maremma non finisce mai di stupirci, con i suoi tesori nascosti, che man mano riaffiorano in tutta la loro prorompente bellezza ad opera di valenti professionisti, archeologi, studiosi dell’arte, restauratori, etc che hanno il grande merito di illuminarci la vista, il cuore e l’anima.
Da alcuni decenni ad oggi sono stati molti i ritrovamenti e le scoperte; basti pensare ad esempio al tesoro composto da 100 monete d’oro (fiorini) scoperto durante gli scavi archeologici alla rocca Pisana di Scarlino, o anche alle 76 monete d’oro (fiorini) del XIII secolo ritrovate nelle campagne di Alberese, oppure alle 100 monete d’oro rinvenute in una piccola chiesa a Sovana (tesoro di S. Mamiliano), ovvero ancora alla casa di Medea nell’etrusca Vetulonia, all’albero della fecondità con le sue particolarità (unico al mondo) ritrovato e restaurato alle fonti dell’Abbondanza a Massa Marittima, o alla pala d’altare di Matteo di Giovanni per la chiesa di San Giuliano a Gavorrano e per ultimo.
Tra queste scoperte un posto merita anche il grande affresco che rappresenta la Crocefissione di Cristo all’interno dell’ex oratorio della Santa Croce a Scarlino. Un’opera notevole, di estrema bellezza, dalle grandi dimensioni (mt 5 di larghezza x 6 mt di altezza), affrescata nell’intera parete S-W dell’ex oratorio.
Chi poteva, siamo nel 1436, commissionare e pagare le maestranze, i maestri pittori un’opera del genere? Durante una conferenza stampa all’interno della sala consiliare del comune di Scarlino, la studiosa dell’arte Stefania Buganza ne ha spiegato le motivazioni.
In quel tempo Scarlino era sotto la giurisdizione del Principato di Piombino retto dagli Appiani (Principe Gherardo Leonardo d’Appiano) che per consorte aveva la nobildonna Paola Colonna sorella del Papa Martino V. Per importanza Scarlino era la seconda città del Principato e non è escluso che la nobildonna abbia finanziato tale opera visto le ingenti risorse finanziarie ed economiche a sua disposizione…

L’opera pare che risalga al 1436 e, secondo i più recenti studi condotti da Stefania Buganza, sembrerebbe accostabile, analizzando la tecnica pittorica, ai seguaci del Sassetta, Pietro di Giovanni Ambrosi e Sano di Pietro

Se vuoi leggere l’articolo completo, lo trovi pubblicato sul numero di marzo 2023 di Maremma Magazine (alle pagine 46-48), disponibile in edicola, su abbonamento e in versione digitale. Acquista la tua copia on line! Clicca QUI