
Una ricerca d’archivio, condotta da Lorenzo Chelazzi, Giovanna Casali e Giulio Bardi svela i segreti di una misteriosa “Croce da Cavaliere”, scolpita nella roccia da circa quattro secoli di cui si erano perse le tracce, che risponderebbe a un manufatto risalente all’epoca in cui l’attuale tenuta di Alberese era proprietà dei Cavalieri Ospitalieri Gerosolimitani
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DI PAOLO NARDINI
È scolpita nella roccia da circa quattro secoli, ma se ne erano perse le tracce; erosa dal tempo e dimenticata dalla memoria locale tanto da risultare irriconoscibile per i frequentatori della spiaggia di Marina di Alberese, per quanto lo scoglio che la racchiude spicchi per dimensioni e morfologia.
Nel corso di una ricerca sulla geografia storica dei confini nel comprensorio dell’Uccellina è stata attestata la corrispondenza fra lo sperone roccioso visibile nella zona di Cala Rossa (sul versante sud della spiaggia del Parco Regionale della Maremma) e un’incisione cruciforme riportata in alcune scritture, che risponderebbe a un manufatto risalente all’epoca in cui l’attuale tenuta di Alberese era proprietà dei Cavalieri Ospitalieri Gerosolimitani.
A darne notizia sono Lorenzo Chelazzi, Giovanna Casali e Giulio Bardi, ricercatori locali che dalla primavera del 2020 stanno portando avanti lo studio: «il primo cenno si trova in una carta topografica della Commenda di Albarese redatta da Ansano Ruini nel 1719, che descrive l’elemento in questi termini: “Luogo Detto Calafrancese dove è lo Scoglio che sporge dentro in Mare, nel quale si è fatta intagliare la Croce da Cavaliere”; nel relativo cabreo viene specificato che si tratta di un segnale di confine». Un sigillo ben visibile per tutti gli avventori provenienti da nord e dall’entroterra, dunque, ma soprattutto la delimitazione politica fra due proprietà: la Commenda di Alberese, comprensiva di San Rabano, da una parte, e la Signoria del Collecchio dall’altra.
L’emergenza rocciosa in questione – segnalata topograficamente come “Scoglio di Cala Rossa” – si eleva a circa 200 metri sul livello del mare, sovrastando la depressione nota come “Fosso dell’Infernaccio”…
