Pitigliano e i comuni vicini dichiarati “Houses of Live” dalla Fondazione Internazionale...

Pitigliano e i comuni vicini dichiarati “Houses of Live” dalla Fondazione Internazionale “Raoul Wallemberg”

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Prestigioso riconoscimento per Pitigliano e i comuni limitrofi da parte della Fondazione Internazionale “Raoul Wallenberg”, che si occupa di individuare e valorizzare a livello internazionale quei luoghi (monasteri, chiese, case private ecc.), che offrirono rifugio e salvezza agli ebrei perseguitati e alle vittime di altri genocidi, dichiarandoli “Houses of Live” ossia “Case di Vita”

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DI ANGELO BIONDI

La storia

È noto che nell’ultima Guerra Mondiale, nei mesi più bui della persecuzione razziale dei nazisti tra il 1943 e il 1945, gli ebrei pitiglianesi e loro parenti o conoscenti rifugiatisi a Pitigliano e nei dintorni (oltre 70) furono tutti protetti, aiutati e salvati da molte famiglie cristiane di Pitigliano e dei Comuni confinanti, che si esposero con coraggio e senso di umanità al rischio di possibili ritorsioni dei nazisti.
Ci furono ebrei pitiglianesi, ricordati in una lapide presso la Sinagoga, che finirono i loro giorni nei campi di sterminio nazisti, ma furono catturati in altre parti d’Italia, non a Pitigliano o nei luoghi vicini.
Le famiglie cristiane coinvolte nell’opera di aiuto e protezione sono state molto più numerose di quelle degli ebrei salvati, perché la maggior parte degli ebrei alla macchia ebbero necessità di spostarsi spesso, cambiando luogo di rifugio per evitare di essere individuati; ne è un esempio proprio la famiglia di Elena Servi, attuale carismatica Presidente dell’Associazione “La Piccola Gerusalemme”, che fu ospitata di volta in volta nelle campagne da ben sette famiglie prima di sconfinare nella Tenuta di Mezzano nel Comune laziale di Valentano.
Ma oltre alle famiglie che ospitarono per periodi più o meno lunghi gli ebrei nel momento del pericolo, ci furono molti altri pitiglianesi che svilupparono una sorta di spontanea rete di solidarietà, andando a visitare gli ebrei fuggiaschi, portando loro cibo o materiali indispensabili e notizie di loro parenti, e in certi casi prendendo in carico le loro proprietà e i loro beni per restituirli alla fine della guerra.
In tal modo Pitigliano con il territorio circostante tenne fede ancora una volta alla sua caratteristica di “città-rifugio” per gli ebrei, come definì la cittadina il famoso medico David de Pomis fin dal Cinquecento e come era stata per lunghi secoli, realizzando un apprezzabile modello di convivenza tra cristiani ed ebrei…

Un prestigioso riconoscimento

Ora è intervenuto un altro prestigioso riconoscimento da parte della Fondazione Internazionale “Raoul Wallenberg”, che si occupa di individuare e valorizzare a livello internazionale quei luoghi (monasteri, chiese, case private ecc.), che offrirono rifugio e salvezza agli ebrei perseguitati e alle vittime di altri genocidi, dichiarandoli “Houses of Live” ossia “Case di Vita”. La finalità della Fondazione è diffondere la cultura del bene, ispirandosi a Raoul Wallemberg, il personaggio da cui prende il nome.
È stata scoperta la targa di riconoscimento come “Casa di Vita”, posta all’esterno accanto all’entrata della Sinagoga, significativamente di fronte alla lapide, che ricorda gli ebrei pitiglianesi deportati e morti nei campi di sterminio…

Se vuoi leggere l’articolo completo pubblicato sul numero di settembre 2019 di Maremma Magazine, alle pagine 58-61. Acquista la tua copia cartacea in edicola oppure la versione digitale, on line! Clicca QUI