Paolo Fanciulli e quella inesauribile voglia di lottare per salvaguardare la bellezza...

Paolo Fanciulli e quella inesauribile voglia di lottare per salvaguardare la bellezza del mare

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È una lunga storia quella che vede al centro il pescatore Paolo Fanciulli da sempre impegnato nella battaglia tesa a proteggere il mare della Maremma e i suoi fondali e a contrastare la pesca a strascico (illegale). Una battaglia che negli ha portato alla realizzazione di un grandioso progetto, la Casa dei Pesci

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DI MICHELE GUERRINI

La bellezza che raccontiamo non è quella effimera che ci viene propinata dai rotocalchi, ma quella che dà linfa alle radici di un territorio e del suo popolo, che cresce ammirando la natura che lo circonda. La bellezza va protetta, non si difende da sé.
È questo un sentimento, un principio che si è fatto strada nella cultura di massa relativamente tardi. Se oggi le campagne di sensibilizzazione sull’ambiente hanno uno spazio importante nella comunicazione e nell’istruzione, negli anni ‘80 ancora non erano nemmeno immaginabili. Lo sfruttamento della natura avveniva quindi secondo una sistematica noncuranza. La legislazione non era ancora efficiente o, peggio ancora, non esisteva.
Una delle battaglie più importanti che coinvolge il meraviglioso tratto di costa che va da Castiglione della Pescaia sino al Monte Argentario, passando per Talamone, è oggi raccontato in un volume prezioso intitolato “La casa dei pesci”, scritto da Ilaria De Bernardis e Marco Santarelli. Il sottotitolo recita “Storia di Paolo il pescatore” dal suo protagonista, Paolo Fanciulli, che dà inizio a una delle prime campagne di protesta contro lo sfruttamento illegale del mare.

La Casa dei Pesci, storia di un sogno diventato realtà

Il progetto ‘La Casa dei Pesci’ nasce lontano, nasce da lunghi anni di battaglie dei pescatori artigianali, contro l’invadenza della pesca industriale che distrugge gli stock ittici e peggio ancora devasta sistematicamente la flora e la fauna bentonica, desertificando i fondali; nasce dalla certezza che lungo gli 8.000 km di coste italiane sarà sempre impossibile far applicare la legge con un controllo capillare, ma servono mezzi di dissuasione fissi.
L’anno di svolta è il 2005, quando la Regione Toscana, con una nuova sensibilità al futuro del mare, attiva l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Toscana (ARPAT) e la Provincia di Grosseto per attuare la messa in mare, rispettivamente, di dissuasori della pesca illegale e di barriere di ripopolamento ittico…
La Casa dei Pesci viene inaugurata nel maggio 2015 con la posa in mare delle prime barriere di protezione, realizzate con 20 opere di Massimo e Agostino Lippi.

Se vuoi leggere l’articolo completo, lo trovi pubblicato sul numero di novembre 2021 di Maremma Magazine (alle pagine 86-90), disponibile in edicola, su abbonamento e in versione digitale. Acquista la tua copia on line! Clicca QUI