Due cordoni di arenili, ricoperti da pinete, collegano l’imponente promontorio di Monte Argentario al continente, formando un vasto specchio d’acqua separato dal mare; tra i due tomboli, una lingua di terra si protende verso il centro del bacino. Siamo ad Orbetello nel cuore della Costa d’Argento, ed è qui che prosegue il nostro viaggio alla scoperta della Maremma e dei suoi territori
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DI DAVID BERTI – FOTO DI GIUSEPPE GUERRINI
Sto percorrendo l’Aurelia in direzione Roma. La radio passa un pezzo dei Black, Wonderful life. Fluttuo leggero in assenza di pensieri sulle note della canzone. Prendo l’uscita per Orbetello. Poco dopo, sulla sinistra, si mostra la laguna. Un sospiro. Riflette tremolante i raggi di un sole velato.
Davanti, il Monte Argentario con una nube bassa e solitaria a nasconderne la cima. Mi proietto con l’immaginazione fuori dalla macchina, sospeso in aria. Come l’occhio di un drone osservo dall’alto: due cordoni di arenili, ricoperti da pinete, collegano l’imponente promontorio al continente, formando un vasto specchio d’acqua separato dal mare; tra i due tomboli, una lingua di terra si protende verso il centro del bacino. Gli conferisce una caratteristica forma a occhiale.
La strada corre dritta fino a una monumentale porta con blasoni marmorei… Il centro storico mi accoglie con due giardini: uno impreziosito da una bella fontana dai briosi getti d’acqua; l’altro, più defilato e delimitato da una recinzione, ricco di lecci, querce, platani e abeti…