Niccioleta, un tipico villaggio minerario pieno di storia, nel cuore delle Colline...

Niccioleta, un tipico villaggio minerario pieno di storia, nel cuore delle Colline metallifere

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Ricordata per lo più per la strage nazifascista consumata dalle SS tedesche il 13 e 14 giugno 1944, Niccioleta è un piccolo borgo delle Colline metallifere nel territorio del comune di Massa Marittima, che lega il suo nome e la sua storia all’attività mineraria praticata per tantissimi anni nel corso del 20esimo secolo

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DI SANDRA POLI

Quando si parla di Niccioleta, frazione del Comune di Massa Marittima, si pensa alla strage nazifascista consumata dalle SS tedesche il 13 e 14 giugno del 1944. Di certo è il fatto più eclatante per cui è conosciuta questa piccola località e quello che ha segnato maggiormente la popolazione: ancora oggi resta vivo nella memoria nonostante siano passati più di settant’anni. Ma Niccioleta ha anche degli aspetti meno conosciuti: è un tipico villaggio minerario nato esclusivamente per la presenza della miniera; è frazione del Comune di Massa Marittima solo dal 1976; è Polo Tecnologico e Scientifico del Parco Minerario delle Colline Metallifere per la presenza del Centro Documentazione della Storia Mineraria.

Un po’ di storia

Le prime notizie su Niccioleta risalgono alla fine del XIX secolo: la bibliografia in materia parla di un podere chiamato Niccioleta in mezzo ad anfratti boscosi dove le piante prevalenti erano dei noccioli selvatici da cui è derivato il nome della località. Già in questo
periodo vi erano dei lavori di tracciamento e di ricerca del minerale, ma è nel 1910 che la Società Ferromin, collegata con la Società Ilva, per trovare il ferro iniziò l’estrazione della limonite affiorante dai terreni della zona, i cosiddetti brucioni, delle impregnazioni diffuse di ocra gialla o rossa, da cui l’aspetto di terra bruciata, indizio di un giacimento minerale…

Nel 1910 venne nominato amministratore delegato un giovane ingegnere livornese, Guido Donegani che da subito ebbe le idee chiare. Donegani sapeva che in Italia non esisteva un’industria chimica autonoma e per crearla bisognava avere la materia prima fondamentale, l’acido solforico per ottenere il quale era necessaria la pirite. Infatti, frantumata in granuli di due o tre millimetri, la pirite viene arrostita e, bruciando, produce dei gas solforosi che, attraverso una serie di camere di piombo, producono l’acido solforico. La Società Montecatini acquistò, pertanto, le miniere di Fenice Capanne, di Boccheggiano e di Gavorrano incrementandone la produzione, si espanse in tutta la zona fino all’Amiata aumentando in maniera esponenziale il proprio capitale…

Un villaggio minerario

Da questo momento inizia la storia di Niccioleta: siamo negli anni trenta, i minatori di zona non sono più sufficienti, per cui la Società Montecatini assume altro personale ed edifica il villaggio di Niccioleta. Allo stesso tempo cambia il paesaggio delle Colline Metallifere; si crea il sistema di teleferiche più grande d’Europa: quarantacinque chilometri di tralicci attraverso cui le paioline piene di minerale scavalcano macchie, fossi, ruscelli…

Se vuoi leggere l’articolo completo, lo trovi pubblicato sul numero di settembre 2020 di Maremma Magazine (alle pagine 68-70), disponibile in edicola, su abbonamento e in versione digitale. Acquista la tua copia on line! Clicca QUI 

Bibliografia

  • La miniera di Niccioleta dà lavoro a 1350 operai, articoli di Goffredo Giuggioli su Il Telegrafo del 13 e 14 novembre 1953
  • Le origini della miniera di Niccioleta, articolo de Il Telegrafo del 30 novembre 1956
  • Luciano Bianciardi e Carlo Cassola, I minatori della Maremma, Hestia edizioni, 1995
  • Simonetta Soldatini – Roberta Pieraccioli, Gli archivi minerari di Massa Marittima, Portale Archivistico Toscano, luglio 2017