Il Canto del Maggio, un rito classico della tradizione più vera di...

Il Canto del Maggio, un rito classico della tradizione più vera di Maremma che ancora piace ed appassiona

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Gruppo Tradizioni Popolari Galli Silvestro - Braccagni

Dopo due anni in cui le attività spettacolari, e fra queste anche quelle più legate alla tradizione, sono state inibite, i maggerini sono tornati ad intonare il loro “inno alla primavera”, dando vita a momenti di incontro e convivialità che si legano a doppio filo con le radici di una terra che aveva – e forse ha ancora – in questo rito uno dei suoi momenti più caratteristici

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DI PAOLO NARDINI

La musica popolare non si limita ai canti del maggio, ma si compone di un universo molto più ampio, che va dagli inni alla primavera ai canti di lavoro, da quelli di carattere sociale ai canti anarchici. Ma dalla celebrazione primaverile del 30 aprile la musica popolare prende vigore, così come la poesia estemporanea, che si lega al rito dei maggerini e si manifesta nelle ottave di saluto, di ringraziamento per i doni ricevuti e in quelle di commiato.
Il canto popolare, si diceva un tempo, rappresenta l’anima di un popolo. L’immagine è senz’altro superata, se non altro perché è proprio quel popolo che è cambiato. Sono cambiati gli attori sociali e con loro gli stessi fruitori, dato che per definizione attori e fruitori, nel caso dei fatti folklorici, si riconoscono all’interno dello stesso raggruppamento sociale.
Ma allora che cosa sono oggi la musica popolare, come il Canto del Maggio, e in senso più generale, l’insieme dei fenomeni folklorici?
Un primo tentativo di decostruzione prende in esame le caratteristiche degli attori e dei fruitori. Fra i primi si riconoscono, all’interno dei cori, almeno alcuni musicisti, se non proprio di professione, sicuramente con un buon grado di conoscenza della musica. L’uso dello strumento musicale non è più affidato alla capacità mnemonica di ripetere gesti imparati, ma a una consapevolezza dell’azione che si va a compiere. La musica non è più suonata “a orecchio”, ma è basata su una conoscenza abbastanza avanzata della partitura. La differenza con il passato è evidente.
Lo stesso vale per i fruitori: il soggetto non è più la famiglia contadina che nella maggior parte dell’anno viveva nell’isolamento delle campagne maremmane (ma anche di altre regioni geografiche): spesso si tratta di imprese di carattere familiare che gestiscono un podere con agriturismo, che ricevono ospiti anche dall’estero, i cui componenti conoscono, qualche volta anche bene, almeno una seconda lingua, usano gli strumenti di comunicazione più attuali, dal sito internet ai social.
La musica popolare ha quindi una circolazione molto più ampia, dovuta anche al nuovo protagonismo degli attori che, depositando le proprie performance sui social, danno vita a una diffusione teoricamente globale del proprio portato culturale.
Ma l’uso dei social nel canto popolare è utile solo alla diffusione della conoscenza, non a una vera e propria fruizione, e nessun video regge al confronto con l’esibizione dal vivo…

Se vuoi leggere l’articolo completo, lo trovi pubblicato sul numero di maggio 2022 di Maremma Magazine (alle pagine 34-36), disponibile in edicola, su abbonamento e in versione digitale. Acquista la tua copia on line! Clicca QUI