Il centenario dalla nascita di Morbello Vergari, poeta e scrittore di Maremma, è stato ricordato, a metà settembre, nel suo paese d’origine, Santa Caterina, in quel di Roccalbegna, con un evento partecipato andato in scena presso il campo sportivo. Nell’occasione al Museo della Focarazza di Santa Caterina, allestito dal compianto Alessandro Giustarini, si è svolta anche una mostra del pittore Dino Petri sui mestieri d’una volta e sullo stesso Morbello Vergari
****
DI DANIELA CAVOLI
… Quest’anno, ormai agli sgoccioli, non si sono incontrati che pochi befani la sera del 5 gennaio, non c’è stata l’affollata partecipazione dei maggiaiuoli a Braccagni, non si sono sentite echeggiare le cascate di ottave rime né a Pomonte né a Ribolla. Il fervore dei preparativi e delle esibizioni si è spento…
I cento anni dalla nascita di Morbello Vergari, però, a Santa Caterina, non hanno voluto farli passare inosservati e, forse saggiamente prevedendo un altro inverno da incubo – oggi è certo, il virus falcidia di nuovo – il centesimo compleanno del poeta contadino per eccellenza, nato proprio nel paese della focarazza, lo hanno voluto festeggiare a tutti i costi. Una piccola cosa che si son permessa in tanti anche a rischio della propria incolumità, per sentirsi vivi. C’erano, infatti, i poeti a braccio Elino Rossi e Fernando Tizzi, il cantastorie Mauro Chechi, il Coro degli Etruschi – fondato proprio da Morbello Vergari – e il più giovane, ma appassionato ensemble del Sasso Pinzuto di Roccalbegna. Del Comune e della Pro Loco di Roccalbegna molti rappresentanti si sono dati da fare sino al termine dell’evento, sino ad aver distribuito l’ultimo – singolarmente ben cellofanato e chiuso a doppia mandata per gustarselo a distanza di sicurezza – Biscotto salato di Roccalbegna che, per approfondire, è molto buono oltre che presidio Slow Food dal 2016 e, dal 2019, marchio collettivo registrato…
Morbello Vergari, il Poeta Contadino:
notizie biografiche
A CURA DI CORRADO BARONTINI
“È meglio uno stonato che canta che un intonato che piange!”
[frase detta da Morbello durante uno spettacolo per esortare il pubblico a cantare]
Morbello Vergari nasce a Santa Caterina di Roccalbegna, il 28 dicembre 1920. Figlio di Candido e di Giustina Baccetti, è il primo di otto figli. La famiglia poco dopo si trasferirà a Baccinello dove il padre andrà a fare il minatore e dove Morbello frequenterà le prime tre classi delle elementari (suoi unici studi). Nel 1929, a causa delle febbri di malaria del padre, tornano a Santa Caterina, dove possiedono una casetta con un pezzetto di terra. Morbello (per aiutare la famiglia) va “a garzone” in un podere della valle dell’Albegna, fino a quando, nel 1932, i Vergari, si trasferiscono nella vicina campagna di Cana,
per fare i contadini.
Il 4 gennaio 1941 partirà militare, arruolato in Cavalleria: sarà inviato sul fronte albanese dove l’8 settembre del 1943 verrà fatto prigioniero dai tedeschi e deportato in Cecoslovacchia nel lager di Dalvitz, presso Karlsbad. Torna a casa il 25 giugno del 1945.
La famiglia, seguendo un destino comune a tanti altri contadini, si sposterà in vari poderi sino ad approdare, nel 1955, al podere “Mota” nell’area della città etrusco-romana di Roselle. L’incontro di Morbello con la terra rosellana è determinante per la sua vita poiché, venendo a contatto con i reperti archeologici che affiorano dal terreno che lui stesso lavora, sarà portato ad approfondire, da autodidatta, la storia della terra dove vive.
Inoltre gli capiterà di incontrare spesso archeologi, scrittori, giornalisti, musicisti ecc… personaggi che salgono a visitare i ruderi della città. Partecipa alle campagne di scavo archeologico con interesse e svolge, volontariamente, il ruolo di guida per i visitatori, divenendo il naturale ed ideale custode di Roselle.
Nel 1962 incontra Giovanni Guastavigna, insegnante al Liceo Classico Vittorio Alfieri di Torino, che lo sprona nella sua attività di scrittore e poeta e lo mette in contatto con la rivista torinese “Voci nuove”, nella quale verranno pubblicati i suoi primi testi poetici.
Nel 1964 vedrà la luce il suo primo libro di poesie “Versacci e Discorsucci”, con il quale vincerà, in quell’anno, il 1° Premio Letterario “Città di Torino”. Ormai la sua vita di scrittore è segnata.
Il personaggio Morbello, al di là dei suoi libri, è stato protagonista della vita pubblica, ospitato in trasmissioni televisive e radiofoniche, ed ha consentito di recuperare molte cose del passato trasformando l’oralità in scrittura… è stato suonatore di fisarmonica e nella musica ha trovato un’altra grande passione che gli ha dato la possibilità di esprimersi creativamente componendo suonate e canzoni come la ballata: “Bevi ‘l vino di Scansano” o la polka “Tirizzumpelarillallera”...
Nei primi anni settanta, con Corrado Barontini, inizia una ricerca sui canti popolari recuperando testi e motivi musicali che verranno pubblicati, nel 1975, nel libro Canti popolari in Maremma (con la trascrizione musicale di Finisio Manfucci), Ed. Il paese reale. Da questa ricerca nascerà il gruppo folclorico “Il Coro degli Etruschi”, che dal 1974 opera nella riproposta della musica popolare…
Se vuoi leggere l’articolo completo, lo trovi pubblicato sul numero di dicembre 2020 di Maremma Magazine (alle pagine 96-99), disponibile in edicola, su abbonamento e in versione digitale. Acquista la tua copia on line! Clicca QUI
Un Premio Speciale dedicato a Morbello Vergari
Nella III edizione del Premio Letterario Nazionale di narrativa, racconti e poesia “CITTÀ DI GROSSETO – AMORI SUI GENERIS” (scadenza: 31 maggio 2021) nella sezione Poesia è previsto un Premio Speciale per la poesia in vernacolo maremmano sul tema: “L’amore per la mia terra”, in memoria di Morbello Vergari, di cui ricorre il centenario della nascita; il Premio è ideato e sostenuto dalla ProLoco di Roselle (GR).