Ufficiale della Divisione Ariete, fatto prigioniero e sopravvissuto alla guerra, giocatore di calcio nel segno del Grifone, bancario, ha vissuto un secolo di storia locale e nazionale. Parliamo del grossetano Giuseppe Fommei – scomparso a Grosseto nel 2019 – l’ultimo ufficiale italiano sopravvissuto alla storica battaglia di El Alamein avvenuta il 4 novembre 1942
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Sono giorni strani quelli d’inizio novembre, che comincia con le celebrazioni religiose dei Santi e dei morti, per festeggiare poi l’Unità Nazionale e le Forze Armate e, per quel che riguarda Grosseto e la Maremma, anche il ricordo drammatico dell’alluvione del 1966.
Ma c’è dell’altro, che può sfuggire alla memoria e alla storia locale, ma in qualche modo tocca anche la gente di Maremma, come la storia di Giuseppe Fommei e della storica battaglia di El Alamein.
Scomparso a Grosseto nel 2019, Giuseppe Fommei è stato l’ultimo ufficiale italiano sopravvissuto, primo capitano dei carristi, ad aver combattuto quella memorabile e tragica battaglia come sottotenente nella Divisione Ariete, quella che molti ricordano per un radiomessaggio drammatico ed eroico, passato giustamente alla storia: «Carri nemici fatta irruzione a sud. Con ciò Ariete accerchiata. Trovasi circa cinque chilometri nord ovest Bir el Abd. Carri Ariete combattono». Non è la frase di un film, ma l’ultimo comunicato radio della Divisione Ariete prima della sua distruzione, il 4 novembre 1942, avvenuta a El Alamein, dove il concittadino Giuseppe Fommei eroicamente combatteva…
Nato a Grosseto, in Piazza delle Catene, il 15 luglio del 1920, primo di tre maschi, abbiamo incontrato Beppe, come l’hanno sempre chiamato confidenzialmente gli amici, qualche anno fa nel suo studio, pieno di diplomi e di eroiche medaglie al valore, nel villino in prossimità del centro di Grosseto, lieto e commosso per essere intervistato per l’epica battaglia…
Beppe si è spento il 3 luglio 2019, all’età di 99 anni, dopo aver vissuto e attraversato un secolo di storia locale e mondiale. Nella bara, secondo le sue ultime volontà, un pugno di sabbia di El Alamein e uno di terra nera di Russia in ricordo del fratello e, indosso, la sua divisa da ufficiale dell’esercito.