Caravaggio e Porto Ercole, un legame casuale ammantato di leggenda

Caravaggio e Porto Ercole, un legame casuale ammantato di leggenda

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Una conferenza di straordinaria portata, tenuta dalla Prof.ssa Stefania Macioce, una delle più competenti studiose di Caravaggio, ha ancora una volta ricordato la figura del celebre artista seicentesco scomparso il 18 luglio 1610 proprio nel piccolo borgo argentarino nel cui cimitero riposano le spoglie (reali o presunte)

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DI FRANCESCA COSTAGLIOLA

Le spoglie di Caravaggio hanno trovato requiem nel cimitero di Porto Ercole dopo tanto clamore di chi fosse favorevole o contrario a che l’urna fosse traslata. Tornata la tranquillità all’ombra del monumento che celebra mediante simboli chiave la vita rocambolesca dell’artista, che sembra far parlare di sé altrettanto da morto come quando era in vita, l’attenzione sulla sua figura è sempre molto presente.
Le manifestazioni estive a Porto Ercole lo hanno celebrato nella ricorrenza dei 409 anni della morte con una conferenza di straordinaria portata, tenuta dalla Prof. Stefania Macioce, una delle più competenti studiose di Caravaggio, laureatasi con Maurizio Calvesi, che chiunque abbia intrapreso studi artistici non può non aver incontrato lungo il proprio percorso accademico…

…Alla fine dell’estate del 1609 Caravaggio, da Napoli, si mise in viaggio su un traghetto che lo avrebbe portato a Palo, feudo degli Orsini distante 40 km da Roma, dove avrebbe atteso in tutta sicurezza il condono papale prima di ritornare, da uomo libero, a Roma. Il viaggio per Palo fu lungo e travagliato causando a Caravaggio la malattia  e la febbre. Cibi infetti, saturnismo, tifo, febbri malariche, ma forse anche l’agire di un sicario ne decretarono la sorte. A Porto Ercole, distante da Palo 40 miglia, il Caravaggio fu lasciato allecure della locale confraternita che il 18 luglio 1610 certificò l’avvenuta morte dell’artista nel loro ospedale…

Mentre si discute su un progetto culturale che avrà per protagonista Caravaggio e punterà ad un turismo consapevole in grado di attrarre flussi tutto l’anno, rivedere gli autoritratti e i dipinti monumentali dell’artista avvolti dalle tenebre e firmati col sangue genera ogni volta una profonda emozione e l’orgoglio di sentirlo nostro, nonostante qui sia giunto per poco e forse per caso. E sono proprio le circostanze più inaspettate a far scaturire eventi che diventano storia.

Se vuoi leggere l’articolo completo pubblicato sul numero di settembre 2019 di Maremma Magazine, alle pagine 84-86. Acquista la tua copia cartacea in edicola oppure la versione digitale, on line! Clicca QUI