Sta crescendo in numeri e prestigio la nuova DOC Maremma. E intanto si dimette il cda del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana. Il presidente, Osvaldo Allegro: “raggiunti gli obiettivi prefissati in anticipo, dobbiamo essere più rappresentativi della base associativa”. Nel giro di pochi mesi i soci sono passati da 9 ad oltre 300
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Il Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana ad una svolta. Con le dimissioni della maggioranza dei consiglieri e l’automatica decadenza del consiglio di amministrazione presieduto da Osvaldo Allegro, si apre una nuova fase di crescita per il consorzio. “Si tratta di una decisione attesa e auspicata – ha spiegato l’ex presidente Allegro – perché sono cambiati gli scenari in positivo in quanto raggiunti gli obiettivi prefissati in notevole anticipo rispetto a quanto preventivato, tra cui l’ottenimento del riconoscimento ministeriale e l’allargamento della base sociale. A distanza di poco più di nove mesi dall’insediamento, largamente in anticipo rispetto ai tempi prefissati, il Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana ha ottenuto il riconoscimento con incarico a svolgere le funzioni di tutela, promozione, valorizzazione, informazione del consumatore e cura generale degli interessi per la DOC “Maremma Toscana”. L’incarico “erga omnes”, ricevuto dal Mipaaf con decreto del febbraio scorso, autorizza il Consorzio a svolgere la propria attività sull’intera filiera della DOC “Maremma Toscana”, a prescindere dal fatto che gli operatori siano soci o meno del Consorzio. Inoltre, in questo breve periodo in cui l’attuale Cda ha operato, sono più che raddoppiati i soci aderenti al Consorzio, consentendo di raggiungere e superare gli obiettivi minimi di rappresentatività stabiliti dalla norma per l’ottenimento del riconoscimento ministeriale con incarico “erga omnes” e di rafforzare la presenza del Consorzio sul territorio”.
Perciò, con grande senso di responsabilità, premesso che gli obiettivi perseguiti sono stati raggiunti, come d’altronde già annunciato all’atto del suo insediamento, l’attuale consiglio rappresentato dal presidente Osvaldo Allegro ha deciso di rassegnare le proprie dimissioni, già previste, al fine di consentire l’apertura di una fase nuova, che porti all’elezione di un nuovo consiglio espressione della attuale base sociale, pronto ad affrontare le nuove sfide su cui il consorzio si dovrà cimentare.
Dalle nove aziende fondatrici, che esprimevano altrettanti consiglieri, si è passati a 331 soci (con 3 strutture cooperative e una cooperativa di viticoltori), di cui 54 sono aziende verticali, ossia che seguono tutto il ciclo (dall’uva all’imbottigliamento) e con una rappresentatività del 70% dentro la DOC.
Dunque i dati che accompagnano la “Maremma Toscana”, ottenuti anche grazie all’operato del consiglio uscente, parlano di una grande crescita della Denominazione, dalla data di riconoscimento (la prima vendemmia ove è stato possibile produrre esclusivamente vini “Maremma Toscana” accompagnati dalla DOC è stata quella del 2012) all’ultima vendemmia (2014) è stato ricavato un + 30% di uve rivendicate, + 234% di vino certificato, + 320% di vino imbottigliato. In particolare l’uva raccolta nella vendemmia 2012 utilizzabile per la DOC fu di 98.100 quintali con un potenziale di vino trasformato al 70% di 68.666 ettolitri.
Ebbene nel 2014 la “Maremma Toscana” ha registrato 127.800 quintali e 89.454 ettolitri di vino (+30% sul 2012). Il vino certificato DOC Maremma Toscana è passato in due anni da 11.248 ettolitri a 37.573 (+234%), mentre quello imbottigliato ha avuto un incremento maggiore (+320%), arrivando dai 6.210 ettolitri ad oltre 26mila. “Se si considera, inoltre, che la superficie vitata complessivamente presente in provincia di Grosseto è attualmente di 8.556 ettari, dei quali, nella scorsa vendemmia 2014, “solo” 1.480 sono stati destinati alla produzione della nostra DOC e che, escludendo gli ettari iscritti alla DOCG Morellino di Scansano (circa 1400) e quelli utilizzati per la rivendicazione delle altre DOC presenti in provincia di Grosseto (350 per le DOC Montecucco, 300 per il Bianco di Pitigliano, 250 per il Sovana, 150 per il Monteregio di Massa Marittima), rimangono circa 4.600 ettari non utilizzati per la produzione di vini DOC e, perciò, quasi esclusivamente indirizzati alla produzione di vini IGT, si comprende facilmente quali potrebbero essere i margini di crescita per la “Maremma toscana”. Tutto il Cda e io stesso – conclude Allegro – auspichiamo che il nuovo consiglio, eletto dall’Assemblea dei soci, operi in modo da consentire un’ulteriore espansione della DOC “Maremma Toscana”, con l’auspicio che possano essere raggiunti i traguardi che la denominazione e il territorio meritano”.
Adesso il Cda rimarrà in carica per la convocazione dell’Assemblea dei soci che sarà chiamata ad eleggere il nuovo consiglio di amministrazione.