La Trippa alla maremmana, un piatto povero nel segno della tradizione

La Trippa alla maremmana, un piatto povero nel segno della tradizione

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È un piatto povero della tradizione della nostra terra, ma non solo, che ha molti estimatori ad ogni latitudine. Parliamo della Trippa maremmana la cui particolarità, rispetto a quella alla fiorentina, è data dal fatto che presenta l’aggiunta di salsiccia e vino rosso, assicurando alla ricetta maggior gusto e sapore. Provare per credere!

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DI ALISSA MATTEI

Questa volta ritorniamo in Maremma ed occupiamoci di un piatto che non è solo maremmano, ma fiorentino ed anche di altre regioni d’Italia. La trippa è un piatto povero che utilizza le cavità che stanno tra l’esofago e lo stomaco del bovino: il rumine la parte più importante, il reticolo e l’omaso detto anche libro o centopelli.
Dal punto di vista nutrizionale è molto ricca in proteine e povera di grasso, quindi digeribile ma a volte pesante per i condimenti aggiunti. In Toscana si cucina con i pomodori, dopo la scoperta delle Americhe.
L’origine sembra attribuibile alle popolazioni barbariche, l’etimo è molto antico, addirittura dell’epoca preistorica e della lingua celtica; in effetti troviamo la parola stripanan da cui deriva streifen tedesco e stripe inglese (striscia); da trippa deriva il termine trippaio, colui che vende trippa e lampredotto a Firenze.
Curioso è il famoso detto “Non c’è trippa per gatti”, che ha curiose origini romane. Ernesto Nathan, sindaco di Roma dal 1907 al 1913, decise di cancellare dal bilancio comunale l’acquisto della trippa, divenuta troppo costosa. Questa era acquistata per i gatti, indispensabili per cacciare i topi in Campidoglio. Da qui il famoso detto teso a indicare la penuria di mezzi.
La trippa alla maremmana, rispetto a quella alla fiorentina presenta l’aggiunta di salsiccia e vino rosso, che fa diventare la ricetta più saporita e gustosa.
Se descrivessi la ricetta ai miei ospiti sono convinta che non la mangerebbe nessuno; per la verità non è una ricetta che preparo spesso proprio perché ci sono delle persone che non sopportano di mangiare le frattaglie e non sanno cosa si perdono!

Se vuoi leggere l’articolo completo della ricetta, lo trovi pubblicato sul numero di novembre 2018 di Maremma Magazine, alle pagine 86-87. Acquista la tua copia cartacea in edicola oppure la versione digitale, on line! Clicca QUI