La pastiera rivisitata, un dolce davvero eccezionale. Tutto da gustare. A Pasqua,...

La pastiera rivisitata, un dolce davvero eccezionale. Tutto da gustare. A Pasqua, ma non solo!

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È la pastiera napoletana, sia pure con lievi rivisitazioni maremmane, la ricetta che proponiamo in questo numero nel mese della Pasqua. Un dolce davvero eccezionale e benaugurante per l’inizio della primavera che come ben sa anche Maria Cristina di Savoia meriterebbe di essere mangiato molto più spesso…

di Alissa Mattei

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La pastiera è un dolce napoletano che preparo sempre con grande gradimento dei miei ospiti per Pasqua ed è diventato un piacevole rito. Tuttavia, rispetto alla ricetta originale, ho modificato alcuni ingredienti dando un tocco maremmano…

La pastiera è il simbolo della Primavera e si racconta che Maria Cristina di Savoia, figlia di Maria Teresa D’Austria, consorte del re Ferdinando II di Borbone, soprannominata dai soldati “la Regina che non sorride mai” finalmente si decise ad assaggiare una fetta di pastiera e non poté far a meno di sorridere. Pare che a questo punto il Re esclamasse: “Per far sorridere mia moglie ci voleva la pastiera, ora dovrò aspettare la prossima Pasqua per vederla sorridere di nuovo”.

Ancora più leggendaria e mitologica la storia della sirena Partenope che incantata dalla bellezza del golfo, disteso tra Posillipo ed il Vesuvio, avesse fissato lì la sua dimora. Ogni primavera la bella sirena emergeva dalle acque per salutare le genti felici che popolavano il golfo, allietandole con canti d’amore e di gioia. Per ringraziare la sirena gli abitanti offrirono la farina, la ricotta, le uova, il grano tenero, l’acqua di fiori d’arancio, le spezie, infine lo zucchero, per esprimere l’ineffabile dolcezza profusa dal canto di Partenope in cielo, in terra, ed in tutto l’universo. La sirena, felice per tanti doni, si inabissò e depose le offerte preziose ai piedi degli dei. Questi riunirono e mescolarono con arti divine tutti gli ingredienti, trasformandoli nella prima pastiera che superava in dolcezza il canto della stessa sirena.

È un dolce davvero eccezionale e benaugurante per l’inizio della primavera; la versione che propongo usa il farro al posto del grano e non aggiunge fiori d’arancio, ma solo la buccia di un profumatissimo limone biologico ed un bicchierino di vin santo.

Ingredienti per 10 persone

Preparazione della frolla   

Farina 400g
Zucchero 200g
Burro 200g
Uova (tuorli) 4

Mescolare gli ingredienti, lavorare bene e mettere in frigo per almeno un’ora. Spianare con l’aiuto di carta da forno e stendere su pirofila imburrata da 28 cm (altezza 2 cm).

Preparazione del ripieno

Farro 250g
Burro 2 noci
Limone (buccia) 1
Vanillina 1 bustina
Ricotta 320g
Uova 4
Zucchero 230g
Canditi 100g
Vin santo 1/2 bicchiere

Il farro viene fatto cuocere a fuoco lento in acqua fino a che non si sfa quasi completamente (circa 2 ore). Aggiungere il latte, due noci di burro, la vanillina e la buccia di un bel limone, lasciando cuocere per circa 30 minuti a fuoco basso (attenzione perché tende ad attaccarsi).
Da parte mescolare la ricotta setacciata con lo zucchero ed i tuorli delle uova. Mescolare il farro con la crema di ricotta, aggiungere i canditi di arancio, cedro (mi raccomando non usate i canditi in vaschetta già pronti). Montare le chiare a neve ed unire al composto.

Preparazione

Disporre la crema sulla pasta frolla e decorare con striscioline di pasta frolla tagliate con la rotellina zigrinata. Decorare con fiorellini di pasta. Mettere in frigo per 15 minuti e poi infornare. Cuocere a 170 °C per un’ora. Cospargere con zucchero a velo.

pastiera completa 2