Freschezza, carattere, piacevolezza. Sono i tratti di L’Una, bel Vermentino IGT Maremma Toscana dell’azienda Poggio La Luna, una delle ultime novità (ed altre ne arriveranno) di questa interessante realtà enologica nata dalla passione per la natura e per il vino di Elisabetta Tommasoni nel territorio del Comune di Scansano in piena zona Morellino. È questa l’etichetta che presentiamo nello spazio dedicato a “Il vino del mese”
di Celestino Sellaroli
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Una piccola azienda biologica nel cuore della Toscana. Una delle tante piccole realtà italiane che, nonostante il periodo difficile, lavorano con passione ed impegno ottenendo prodotti di qualità eccellente tanto da tenere alta anche all’estero la meritata fama del vino italiano.
L’Azienda Poggio La Luna è la realizzazione di un sogno della sua fondatrice Elisabetta Tommasoni che nel 2012 ha rilevato, vicinissimo alle Terme di Saturnia, una piccola azienda abbandonata ma con grandi potenzialità. Un terreno difficile, in mezzo alla macchia mediterranea piena di animali selvatici come cinghiali, volpi, caprioli, lepri e fagiani, un terreno sassoso e perfetto per la vite! L’Azienda viene gestita con il minimo impiego di mezzi meccanici e di prodotti chimici, le viti convivono con le api che contribuiscono a tenere puliti i grappoli oltre che a produrre un ottimo miele.
Su una superficie vitata di soli 4Ha Elisabetta, con Francesco Rossi agronomo e consulente enologico dell’azienda, alleva sangiovese, ciliegiolo, merlot, petit verdot e tra i bianchi vermentino, chardonnay e viogner.
Un antico vigneto di sangiovese dal frutto blu intenso ricchissimo di polifenoli viene con grande attenzione recuperato da uno stato di abbandono ed è oggi prospero e rigoglioso. Se ne ricava L’UNO un vino della D.O.C. Maremma Toscana.
Dai nuovi vigneti a breve l’Azienda metterà in commercio due nuove etichette, un Syrah doc maremma Toscana affinato in barrique ed un Morellino di Scansano docg. “A Scansano – sottolinea Elisabetta – non se ne può fare a meno”.
In cantina Elisabetta lavora secondo l’etica della minima intromissione, guardando al patrimonio del terroir come decisivo nel formare il carattere del vino. “Un buon vino – ci tiene a precisare – si fa soprattutto sulla pianta: è la Natura che ce lo regala! Le pratiche di cantina hanno l’intento di accompagnare l’uva in una trasformazione più naturale possibile, limitando al minimo le manipolazioni. Un buon vino realizza l’incontro perfetto tra la natura ed il fattore umano”.
Ma oggi parliamo di L’UNA IGT Maremma Toscana una bottiglia che in etichetta raffigura stilizzata la porta delle vecchie mura di Scansano, un modo molto elegante per dirci che quel vino è fortemente legato al territorio da cui proviene. “L’UNA – spiega ancora Eliabetta – nasce da uve vermentino, vendemmiate a fine settembre e selezionate ancora sulla pianta. Gli addetti specializzati nella raccolta prima di mettere i grappoli nelle cassette li osservano attentamente ed eliminano eventuali criticità in modo da portare in cantina solo la parte migliore della produzione. Questo ci permette di usare una quantità minima di anidride solforosa che risulta molto al di sotto anche di quella consentita dal disciplinare biologico.
Durante la raccolta e nella fase di pigiatura viene usato del ghiaccio secco per mantenere sotto controllo la temperatura in modo da preservare al massimo il profilo aromatico delle uve, base imprescindibile per la caratterizzazione varietale dei vini. Quindi lasciamo iniziare la fermentazione spontanea con i lieviti autoctoni ad una temperatura controllata di circa 16°. Il vino rimane poi a maturare a contatto delle fecce fini per più di sei mesi, un’antica tecnica detta del “batonnage” che consiste nel rimescolare le fecce fini o nobili alla massa del vino in affinamento. Una volta ciò si faceva con un bastone, da qui il nome che viene usato. Lo scopo di questa operazione è quello di conferire maggiore intensità organolettica al vino finito. Non solo, ma ciò conferisce anche al prodotto maggiore stabilità proteica e tartarica rendendo così superflua qualsiasi aggiunta di coadiuvanti chimici”.
Nel nostro caso i risultati non lasciano dubbi: il bouquet è caratterizzato da intense note floreali e fruttate. All’assaggio è fresco e sapido con intriganti sfumature minerali, dotato di piacevolezza e carattere. Di buona struttura è un vino decisamente invitante e mai banale dal finale persistente e coerente con i sentori percepiti all’olfatto.
“Non vi resta – chiosa Elisabetta – che venire a degustarlo direttamente in cantina o scriverci per riceverlo a casa”.
Chiudiamo con una curiosità sul nome dell’azienda e sull’importanza della luna. “Il nome dell’azienda Poggio La Luna non è stato scelto a caso. Il motivo è duplice. Da un lato c’è il fatto che la luna quando sorge o tramonta sembra accarezzare con i suoi raggi i nostri vigneti, Dall’altro come hanno sempre saputo i nostri vecchi contadini, la luna ha una grande influenza su tutte le fasi della lavorazione del vino. Noi siamo sempre molto attenti a svolgere tutte le operazioni agricole in armonia con i ritmi lunari: come da tradizione si imbottiglia con la luna calante i vini che dovranno affrontare un lungo invecchiamento e con la luna crescente i vini frizzanti e con la luna piena gli altri, ma mai imbottigliare con la luna nera o quando piove…”.
Info: Azienda Vitivinicola – Poggio la Luna – Strada provinciale delle Ragnaie 58 – Pomonte – Scansano (GR) mail elisabetta@poggiolaluna.it – web www.poggiolaluna.it
Articolo pubblicato nel nr. di agosto 2017 di Maremma Magazine