Fattoria Mantellassi, una bella storia lunga ormai quasi sessant’anni

Fattoria Mantellassi, una bella storia lunga ormai quasi sessant’anni

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È una storia di passione, di lavoro, di tradizione e di innovazione quella che sta scrivendo ormai dagli anni ‘60 del Novecento la famiglia Mantellassi con l’azienda situata in quel di Magliano in Toscana sviluppatasi attorno all’acquisto del podere “La Banditaccia”. Una storia che nel 2020 approda al 60° anno e che merita di essere raccontata

“Quando sono venuta qua”, racconta la signora Silvana, moglie di Ezio, fondatore dell’Azienda e mamma di Giuseppe e Aleardo Mantellassi, “non era così! C’era la casa vecchia, non c’era né la luce né l’acqua in casa e a dormire si andava con la candela… Io avevo sposato l’albergatore, non il contadino, ma mio marito ha saputo coinvolgermi e appassionarmi in tutto”…

La storia

In realtà, i Mantellassi, originari del Pistoiese, in Maremma erano soprattutto dediti all’attività di potini e di innestini oltre a gestire una piccola trattoria e una produzione di vino, destinata per lo più alla famiglia e agli amici. Negli anni ‘30, la famiglia si trasferì ad Alassio, per curare un problema di salute del piccolo Ezio ed è lì che, con grande volontà e spirito imprenditoriale, divennero albergatori e ristoratori.
Gli affari andavano bene ma il “mal della terra di Toscana” era troppo forte e, negli anni ‘60, avvenne la svolta che segnerà il futuro della Famiglia Mantellassi con l’acquisto del podere “La Banditaccia”.
Torna la vecchia passione per il vino e vengono piantati i primi quattro ettari di vigna con le “vecchie barbatelle” e arrivano anche le prime etichette. Un periodo di grande fermento lavorativo, di passione, di intuizioni ma anche di grandi sacrifici, proprio com’era nel dna degli uomini di campagna di un tempo.
Quel vino, per lo più considerato da pasto e in qualche piccolo ristorante, quel Morellino riconosciuto DOC nel 1978 e DOCG Denominazione di Origine Controllata e Garantita nel 2007, oggi è il fiore all’occhiello di Fattoria Mantellassi, guidata ormai da tempo dai figli di Ezio, Giuseppe e Aleardo. Sessant’anni e non sentirli, come si recita spesso? Certo, almeno per quanto riguarda l’energia e l’impegno con cui Fattoria Mantellassi continua a lavorare ma, in questi decenni, ha sempre guardato avanti, con orgoglio, con tenacia e con quella tipica “testardaggine contadina” del voler fare bene, perché solo così si ottiene non solo un prodotto buono ma si ottengono la fiducia e il consenso del consumatore.

I vini

Naturalmente quei quattro ettari dei primi anni sono diventati oltre novanta, distribuiti su alcuni dei tanti colli della Fattoria. I vitigni? Sangiovese, Alicante, Cabernet, Sauvignon, Morellino, Merlot, Malvasia Nera, Ciliegiolo, Trebbiano Toscano, Vermentino Bianco, Ansonica, Sauvignon Bianco e Chardonnay. Protagonista è il Sangiovese, che costituisce la base del Morellino di lassi propone in diverse varietà quali il “Mentore”, un vino rosso corposo ma fresco e fruttato; il “San Giuseppe”, etichetta pluripremiata con prestigiosi riconoscimenti tra cui quello del “morellino più tipico” e “il migliore” a Vinellando, un punteggio di 91/100 nella classifica di James Suckling, e “tre stelle” nella guida online WineSurf. Top di gamma, “Le Sentinelle”, un riserva a produzione limitata molto apprezzata anche a livello internazionale.
E, sempre tra i rossi, gli ottimi Punton del Sorbo, Ciliegiolo (anche rosè), Maestrale, l’intrigante Mago di 03, il vino senza solfiti aggiunti che fa parte del programma PuroVino e che vanta un’etichetta “maliziosa”. Infatti, per via della sua grafica, viene facilmente letta come “mago di Oz” quasi a suggerire il fantastico mondo da cui proviene. Altrettanto importanti i bianchi, da Lucumone, a Scalandrino, alle bollicine di Oblò

“Labor omnia vincit”

Una strada lunga sessant’anni non solo “ben portati” ma “portati avanti” con intraprendenza, competenza e tanta, tanta voglia di fare, quel fare che ancorasi manifesta all’ingresso della Fattoria con la scritta “Labor omnia vincit”. Il lavoro, inteso anche come fatica, vince ogni cosa.
Giuseppe e Aleardo Mantellassi continuano ad amare la generosa terra di Toscana portando avanti un progetto che via via diventa sempre più grande, ma che continua ad avere un grande cuore.
Ora, però, ci resta una curiosità. Che cosa ci riserva la grande festa del sessantesimo compleanno? Abbiamo provato a farcelo svelare ma senza risultato. Non resta che aspettare, con il bicchiere pronto!
Info: www.fattoriamantellassi.it

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Fattoria Mantellassi tra clima, territorio e sostenibilità

Un appuntamento, quello che si è svolto il 13 maggio a Scansano, per parlare di vino ma con un focus importante: quello sul territorio, sui cambiamenti climatici e con uno sguardo responsabile sulla sostenibilità ambientale. Al convegno hanno partecipato, oltre al Presidente del Consorzio del Morellino Rossano Teglielli, relatori di grande spessore tra cui Diego Tomasi, ricercatore del Centro di Ricerca per la Viticoltura del CREA, che ha parlato degli scenari viticoli futuri legati al clima, Denis Pantini, direttore di Nomisma Agroalimentare e Wine Monitor, che è intervenuto sulla sostenibilità come leva competitiva per il vino italiano e Alessio Durazzi, direttore del Consorzio Tutela del Morellino di Scansano, che ha presentato il nuovo progetto “Morellino Green” che parla dell’importanza della mobilità elettrica per rendere l’area di questa DOCG “EV Frienfly”, attraverso l’utilizzo di colonnine di ricarica per veicoli elettrici, un modo per le aziende di realizzare un percorso ecologico e attento alla sostenibilità.
Una delle aziende che per prime hanno aderito a iniziative green proposte dalla scienza è proprio Fattoria Mantellassi.
Quella di Fattoria Mantellassi è infatti una filosofia che crede fortemente nella qualità di ciò che produce ma anche alle tecnologie più innovative però sempre in linea con quel “cuore toscano” che accompagna il suo lavoro da oltre cinquant’anni.
Ed è con questo “grande cuore” che l’Azienda di Magliano in Toscana ha partecipato al Convegno del 13 maggio portando la sua voglia di crescere e di sperimentare.
Così, ad esempio, è nato lo straordinario Mago di 03 che, in etichetta, si legge, per gioco grafico, come “Mago di Oz”, dove quello 03 rappresenta la formula dell’ozono, grazie al quale, con un progetto studiato con l’Università di Viterbo, vengono sanate al massimo le uve che non avranno più bisogno quindi di anidride solforosa.
“Si parte dalla raccolta a mano – spiega Giuseppe Mantellassi –, per proseguire poi con il passaggio delle uve in una cella frigo in ozono a 4 gradi”. Non è che una delle tante idee “verdi” di Fattoria Mantellassi. Lo dimostra la sua adesione al sistema GreenCare, un sistema che permette di migliorare l’impatto ambientale valorizzando la competitività tra i produttori di vino. O, ancora, l’utilizzo di tappi di ultima generazione prodotti da materie prime derivate dalla canna da zucchero.