Lecceta del Sarto, ovvero dell’arte di… confezionare grandi vini
Natura incontaminata, passione e qualità. Sono i tratti caratteristici dell’azienda Lecceta del Sarto, situata nel territorio del comune di Magliano in Toscana, su un colle che si affaccia a terrazza su uno degli scenari più suggestivi della Maremma: un piccolo Paradiso dal quale sgorgano grandi vini sempre più apprezzati
di Nicola Alocci
Con l’inverno che bussa alle porte vigne e boschi regalano colori che si mescolano come in una tavolozza, dal rosso mattone e giallo vivo al marrone, verde, ocra e viola.
L’azienda vitivinicola che trattiamo questo mese è “Lecceta del Sarto”, avviata da Giorgio Ferrari, assieme alla moglie Novella, di solide origini maremmane. Ci troviamo nel territorio del comune di Magliano in Toscana, sopra Cupi a 200 metri sul livello del mare, in un colle che si affaccia a terrazza su uno degli scenari più suggestivi della Maremma.
Il paesaggio è caratterizzato da tratti peculiari e da un patrimonio legato all’andamento climatico e all’opera dell’uomo, dove convivono vigneti, olivi, boschi densi di lecci, piante autoctone e cinghiali.
Possiamo dire che il signor Giorgio è un artigiano del biologico, inizialmente viticoltore per hobby; la dimensione contenuta dell’azienda, la conduzione familiare e l’entusiasmo, unito a passione, hanno concretizzato una piccola produzione di tutto rispetto che ha ottenuto negli ultimi anni consensi e riconoscimenti.
Dal 1994 in Italia le superfici dei vigneti biologici hanno avuto una crescita costante. Nel territorio maremmano sono diverse le aziende che hanno scelto il percorso del biologico e che preferiscono essere coerenti all’interno di una precisa strada e di vivere un rapporto naturale con la terra.
La parte coltivata a vigneto la troviamo su un poggio adiacente al bosco di Poggio Argentiera, i terreni sono ricchi di scheletro, di medio impasto e tendenzialmente argillosi, ben esposti con ottime potenzialità per la coltivazione della vite e per il raggiungimento di un’eccellente qualità dei vini. Le varietà coltivate sono un connubio esemplare tra vitigni autoctoni che la fanno da padrone ed altri internazionali.
Con toni semplici e pacati di chi ama la terra e la natura, Giorgio Ferrari, ci racconta la sua storia di produttore.
Lecceta del Sarto, ci spieghi perché?
Molto semplice, il nome riconduce alla personalità di questo luogo. Quando c’era la transumanza nel bosco di lecci qua di fronte si fermavano pastori; alcuni di loro erano anche sarti che prestavano i loro servizi ai boscaioli e ai pochi abitanti del luogo.
Come è improntata la filosofia in azienda?
L’azienda è certificata biologica. è stata una scelta ed un percorso del tutto naturale. Questa zona è un pezzo di paradiso, per questo pratichiamo un tipo di agricoltura biologica, impiegando solo prodotti naturali e non dannosi per l’uomo e l’ambiente.
Ci racconti questa zona.
Prima di tutto bisogna dare atto agli amministratori comunali, i quali hanno mantenuto questo ambiente senza dare via libera a costruzioni varie, ma con accortezza si sono prefissi di preservare il territorio con la sua espressione più sincera: la natura. Nei giorni chiari, quando la sana schietta tramontana ripulisce da ogni nube, è possibile scorgere tutta la Maremma nel suo splendore.
Quali sono i numeri della produzione?
Gli ettari vitati sono 8 e mezzo per una produzione di 400 quintali di vino. La resa per ettaro è di 60-70 quintali di uva. Al Morellino è dedicata la maggior parte della produzione. Il nostro è un Morellino piacevole e diretto, effettua solo acciaio e proviene da un uvaggio di sangiovese 85% e cabernet sauvignon 15%. Nei vari concorsi dedicati ai vini biologici è sempre ben segnalato con particolari menzioni.
Si parla bene in giro di uno syrah in purezza prodotto a Lecceta del Sarto, può descrivercelo?
Si chiama “Cupi Alto”, ed è frutto di una produzione limitata. Fin dalla sua prima uscita è stato ben apprezzato, e alla 7ª edizione di BiodiVino, la manifestazione nazionale dedicata ai vini biologici e biodinamici ha conquistato la prestigiosa Medaglia d’oro. Matura per 10-12 mesi in barrique e affina in bottiglia.
Il resto della produzione come si completa?
Il territorio è ben rappresentato da un sangiovese in purezza, “Lecceta”. “Vallebuia” è un cabernet sauvignon che prende il nome dalla valle dove si trova il vigneto; anche questa etichetta si è onorata con la medaglia d’argento al BiodiVino. Per queste tipologie parliamo sempre di piccoli quantitativi. C’è spazio anche per un bianco, uno dei vitigni più tipici delle coste mediterranee, il vermentino. Il nostro prende il nome da questo podere “Lupinella di Cupi”; viene vinificato in acciaio e migliora di anno in anno.
Dove vanno a finire le sue bottiglie?
Fortunatamente esportiamo una buona parte della produzione – circa un 40% – in Svizzera e abbiamo dei buoni contatti in un mercato difficile come quello della Germania. A Milano in un nostro punto vendita vendiamo principalmente vino sfuso, e con calma stiamo cercando altri sbocchi e canali di vendita cercando di costruire la nostra strada.
Come giudica l’ultima vendemmia?
è stata una vendemmia con poca uva e certi vitigni hanno reso meno, ma la qualità è molto alta, sicuramente una delle annate migliori, ai livelli del 2008.
Giorgio Ferrari con umiltà ci ha lasciato toccare il suo sogno e la sua scommessa. Questa porzione di territorio ci rimbalza ancora in mente, per la sua quiete ed il commovente paesaggio. Lecceta del Sarto, Cupi, Cupi Alto, Podere Lupinella, Vallebuia; qui esistono tradizione e vini pieni di colori, di profumi e sapori vestiti da un grande sarto: la Maremma.
Info: Lecceta del Sarto, Loc. Cupi – Montiano – Magliano in Toscana (GR), tel. e fax +39 0564 58.96.38, tel. e fax +39 02 95.749.228, cellulare: +39 335 588.03.50, sito internet www.leccetadelsarto.it – e-mail: info@leccetadelsarto.it