SETTEMBRE 2015 – Laguna di Orbetello, disastro evitabile?

SETTEMBRE 2015 – Laguna di Orbetello, disastro evitabile?

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L'EDITORIALE DEL NUMERO DI SETTEMBRE 2015

Laguna di Orbetello, disastro evitabile?

di Celestino Sellaroli

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Evento eccezionale assolutamente imprevedibile o fatto ascrivibile a precise responsabilità di qualcuno? È la sottile linea di confine che separa gli opposti schieramenti in merito alla drammatica moria di pesci che si è verificata, a fine luglio, nella laguna di Orbetello, una delle zone umide più importanti del Paese, che rappresenta anche una significativa realtà economica legata all’itticoltura di qualità.
La vicenda è nota perché la notizia ha fatto il giro del mondo. Ne hanno parlato tutti. Stampa e televisioni, nazionali e non solo, hanno raccontato il dramma di un ecosistema sconfitto da… non si ancora cosa. È stata solo l’eccezionale ondata di caldo che ha imperversato per buona parte dell’estate in tutta Italia ed in Maremma in particolare, a determinare questo disastro ambientale? Oppure c’è dell’altro che una volta accertato potrebbe ricondurre a soggetti precisi? Domande legittime con risposte al momento ancora incerte. Quel che è certo è invece che a causa della mancanza di ossigeno nelle acque della Laguna di Levante, conseguenza del surriscaldamento delle stesse per le elevate temperature registrate quest’anno, si è prodotta una tragedia ittica di proporzioni bibliche. Le stime parlano di oltre cento tonnellate di orate, muggini e anguille morte soffocate per anossia in tre giorni, con conseguenti danni milionari (diverse decine) per il sistema economico che attorno a questo delicato habitat naturale ruota e che dà occupazione ad un centinaio di lavoratori.

L’evento poteva essere evitato? Difficile rispondere adesso. L’Italia, si sa, è un paese strano. Un paese che necessita di decenni per individuare i responsabili di un qualunque reato, figuriamoci se in un caso come questo nel quale anche il clima ci ha messo del suo si potrà mai arrivare a fare piena luce sulla vicenda.

La specificità e fragilità del sistema lagunare, la delicatezza dell’ambiente, gli impianti di manutenzione obsoleti, l’incuria, la carenza di infrastrutture efficienti per garantire un efficace scorrimento e ricambio delle acque, il passaggio dal commissariamento (straordinario) ventennale alla gestione ordinaria (frutto di un accordo di programma tra vari enti) operativa dal 1° gennaio di quest’anno e dunque ancora probabilmente da rodare, sono alcune delle possibili cause del disastro.

Ora, mentre da un lato qualcuno, si spera, cercherà di approfondire ciò che è effettivamente accaduto, dall’altro c’è da fare i conti con il presente e con l’immediato futuro per capire cosa fare per gestire l’emergenza e dare risposte all’economia e al turismo e soprattutto come attrezzarsi affinché simili eventi non si ripetano.
In quest’ottica si stanno muovendo un po’ tutti, con in testa ovviamente il Comune di Orbetello che insieme alla Regione Toscana ha già avanzato al Governo una formale richiesta di calamità naturale finalizzata al reperimento di risorse economiche, mezzi e strumenti eccezionali per rispondere a questa situazione gravissima e far fronte agli effetti di un disastro ambientale e sociale decisamente seri. Nei giorni scorsi il sindaco di Orbetello ha invocato a gran voce la costituzione di un organismo ad hoc che si occupi in modo permanente della Laguna e delle sue problematiche e, anche in un’ottica preventiva per il futuro, ha scritto al presidente del Consiglio Matteo Renzi invitandolo a farsi carico del problema (non dimentichiamoci che parliamo di un’area, la laguna, appartenente al Demanio statale) e a mettere in campo “tutte le necessarie attività tese ad impedire il verificarsi di ulteriori eventi calamitosi ed a mitigare gli effetti di quelli già concretizzatisi”.

Sul tema ognuno dice la sua, spesso più a seconda dell’appartenenza politica che per reale volontà di capire fino in fondo i termini della questione nel modo più oggettivo possibile.
Così è facile schierarsi a favore di uno o contro l’altro, o peggio scadere in futili polemiche, perdendo di vista il fatto in sé. Ma le chiacchiere, come si dice, stanno a zero, soprattutto quando vengono mosse solo in funzione delle convenienze di parte.
Quel che conta oggi è ripartire. L’auspicio è che la Laguna torni presto a vivere e che il delicato ecosistema torni in equilibrio a salvaguardia degli aspetti economici, sociali e turistici di una delle zone più belle e affascinanti di Maremma.

Laguna di Orbetello - Moria di pesci