Potenza del web e dei social. Nel bene e nel male!

Potenza del web e dei social. Nel bene e nel male!

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L'EDITORIALE DEL NR. DI MAGGIO 2016 DEL DIRETTORE CELESTINO SELLAROLI

Potenza del web e dei social. Nel bene e nel male!

di Celestino Sellaroli

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Ne avremmo fatto volentieri a meno, ma visto l’eco mondiale (purtroppo) che l’episodio ha avuto è impossibile non parlarne… Ovviamente ci riferiamo all’ormai famoso video girato da Le Iene Maremmane durante un’operazione di dragaggio o ripascimento (ancora non è dato sapere con certezza quale fosse l’operazione in corso nel momento in cui tale video è stato girato) effettuata dalla Marina di San Rocco nei pressi del Porto di Marina di Grosseto il 23 aprile scorso.
La vicenda è nota. Probabilmente su segnalazione di qualcuno, Le Iene Maremmane, alias Lorenzo Mancineschi e Davide Rossi (che da anni sullo stile delle più famose Iene targate Mediaset, denunciano fatti e misfatti del nostro territorio), accorsi sul posto, riprendono con una telecamera l’operazione in questione che d’impatto è tutto fuorché un bel vedere. Una poltiglia nerissima dragata dal fondo del porto o spostata da una parte all’altra del molo, a seconda delle versioni, viene pompata e rigettata in mare senza nessun tipo di filtro o bonifica. Nel video si parla di sversamento di idrocarburi, benzine, grassi, robaccia che sembra “petrolio”, dall’odore fortissimo. A detta dei presenti non ci sono cartelli che spieghino di cosa si tratti o cosa stia succedendo. Si sa solo che è un’operazione che viene fatta ogni anno, ormai da oltre un decennio per garantire la corretta viabilità nel porto ed evitare gli insabbiamenti delle imbarcazioni (prima versione) oppure per riportare la sabbia laddove con l’andare del tempo viene a mancare (seconda versione).
Il video ripreso in diretta e postato sul sito de Le Iene Maremmane viene subito condiviso da migliaia di utenti indignati per quanto sta accadendo e diventa virale con milioni di visualizzazioni.
La frittata è fatta! Perché non è certo una pubblicità positiva per il nostro mare. Potenza del web e dei social. Nel bene e nel male.
Tralasciando la violenta e totalmente inopportuna strumentalizzazione politica che ne è seguita (a Grosseto siamo in piena campagna elettorale ed i toni cominciano a diventare pesanti) e le disquisizioni teoriche sul buono e cattivo giornalismo, professione che necessita sempre e comunque di verificare le notizie prima di pubblicarle secondo i principi etici e deontologici che l’attività giornalistica presuppone (ma in questo caso è bene precisare che i due soggetti pare che non siano iscritti all’Ordine e non facciano parte della categoria), tralasciando questi aspetti, dicevamo, il fatto diventa un caso nazionale che fa il giro del mondo.
Marina di Grosseto viene infangata – è proprio il caso di dire –, prima ancora di sapere se le acque fossero effettivamente contaminate o meno (pare che il colore nero, così come l’odore acre possano essere effetto della vegetazione del fondale in via di putrefazione) e prima ancora di sapere se l’operazione in questione fosse lecita o meno (come lo era stato fin qui negli anni precedenti quando analoghe operazioni, debitamente autorizzate, non avevamo mai comportato problemi di natura inquinante). E viene infangata al punto che iniziano a fioccare le disdette per la prossima estate. Insomma, un disastro alle porte della stagione turistica…
Nell’imminenza dei fatti sollevati da Le Iene Maremmane si precipitano sul posto la Guardia Costiera, la Forestale, i Vigili Urbani, i Carabinieri con il Noe (Nucleo Operativo Ecologico) e l’Arpat (Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana) che interrompono le operazioni e prelevano immediatamente campioni di acqua per le dovute analisi.
I risultati saranno resi noti a breve: di regola ci vuole un mese, ma in questo caso, con i dovuti straordinari che la rilevanza ed eccezionalità del caso, hanno imposto, dovrebbero arrivare molto prima, per sgomberare il campo (si spera) dalla fondatezza delle accuse e per rimediare (si spera anche qui) almeno parzialmente al danno di immagine che tale fatto ha prodotto.
Non avendo ancora i dati ufficiali e definitivi non possiamo aggiungere altro e ci fermiamo qua. Ma siamo appena agli inizi e sicuramente nuove puntate verranno scritte sul tema. Bufala topica con pesantissime conseguenze a livello d’immagine sul fronte turistico o fondata denuncia di irregolarità sostanziali o procedurali? Impossibile, senza dati certi, ufficiali e definitivi, sbilanciarsi più di tanto. Per quanto ci riguarda ci impegneremo a seguire gli sviluppi che il caso prenderà per capire le responsabilità che ne deriveranno.
Intanto, già sono state annunciate azioni legali contro gli autori del video, da parte della Marina di San Rocco, del Comune di Grosseto, delle associazioni di categoria, della pro Loco di Marina di Grosseto e altri per diffamazione, procurato allarme e quant’altro.
Per contro sono iniziate le operazioni di sostegno all’immagine della frazione turistica grossetana da parte delle istituzioni e di altri soggetti che, almeno in questa occasione, hanno cercato di compattarsi per dar vita ad azioni concrete sul fronte della promozione, alla faccia dei risvolti negativi che questa vicenda ha prodotto e per cercare di porvi rimedio.
Almeno un aspetto positivo, dunque, c’è stato. L’attenzione su Marina di Grosseto da parte di chi di dovere è tornata ad essere altissima. Così come la coesione, lo spirito di gruppo, l’unità di intenti e la voglia di inventarsi qualcosa di utile (progetti, iniziative, strategie, ecc.) per il bene di tutti e per il bene soprattutto della località balneare maremmana, che in tanti ritengono essere oggetto in generale di scarse attenzioni se non in concomitanza di eventi straordinari come quello dell’invasione dei tronchi della scorsa estate e (purtroppo) quest’ultimo del video de Le Iene Maremmane.
Potenza del web e dei social. Nel male e nel bene!

Marina di Grosseto