Un nuovo volto per Niccolò III Orsini di Pitigliano scoperto a Ferrara

Un nuovo volto per Niccolò III Orsini di Pitigliano scoperto a Ferrara

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L’affresco con tre devoti, attribuito al pittore Baldassarre d’Este, ma più probabilmente eseguito da artisti bolognesi presso la corte bentivolesca; da sinistra: Ginevra Sforza Bentivoglio, Astorre Manfredi III, Nicolò III Orsini

Niccolò III Orsini è stato indubbiamente uno dei più celebri capitani di ventura vissuti a cavallo tra il XV e il XVI secolo. Il suo nome spesso si lega a Pitigliano, splendido borgo arroccato sul tufo in provincia di Grosseto. Ma da un’indagine su alcuni affreschi esposti nella Pinacoteca Nazionale di Ferrara si evince che visse anche nella città estense…

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DI DEBORAH CORON

In attesa della riapertura del Museo di Palazzo Orsini e della mostra I volti di Niccolò III e i conti Orsini di Pitigliano”, ho scoperto un suo ritratto anche nella Pinacoteca Nazionale di Ferrara. Niccolò III Orsini è stato indubbiamente uno dei più celebri capitani di ventura; visse nel periodo a cavallo tra il XV e XVI secolo caratterizzato da continue crisi tra gli staterelli italiani e dalla calata di Carlo VIII d’Orléans, per prendersi Napoli e poi Milano, che diede inizio alle Guerre d’Italia nel 1494.
Niccolò servì le insegne delle più grandi potenze della penisola, senza contare che gli Orsini costituivano una antica e nobile casata romana a cui appartennero ben tre papi e imparentata con le casate più influenti, per esempio Clarice Orsini aveva sposato Lorenzo de’ Medici, il Magnifico.

L’affresco, che ritrae tre devoti, attualmente è esposto a Palazzo dei Diamanti di Ferrara, nella Pinacoteca Nazionale, ma in origine e fino al 1958 si trovava nell’Oratorio francescano dell’Immacolata Concezione di Maria Vergine della Scala, “il più vago e ricco oratorio di Ferrara”. I documenti storici relativi all’Oratorio riportano informazioni diversamente interpretabili, ma si possono riassumere nella licenza del 1489 con cui la Confraternita della Concezione chiese di far sopraelevare l’edificio gotico per la costruzione di un Oratorio e una scala di accesso rivestita di marmo. Probabilmente i lavori partirono dal 1494, insieme al cantiere dell’attigua chiesa dedicata a S. Francesco.

Niccolò III Orsini, Museo Orsini di Pitigliano

Il profilo dell’uomo corrisponde perfettamente a quello della statua in legno di pioppo a grandezza naturale di Niccolò III Orsini conservata presso il Museo di Palazzo Orsini a Pitigliano, mentre il cappello rosso da capitano è lo stesso da lui indossato in numerosi ritratti ufficiali.
Ma come e quando è arrivato Niccolò Orsini a Ferrara e chi sono gli altri ritratti con lui?
… Nel settembre 1495, durante l’assedio di Novara, Niccolò fu ferito da una palla di archibugio, alla schiena sotto il rene destro. Fu ospitato nel palazzo del Duca di Ferrara, Ercole I d’Este e fatto curare a spese della Serenissima dai medici di Padova. Il 30 ottobre gli vennero consegnati lo stendardo e il bastone di Governatore generale della Repubblica di Venezia. Ma Niccolò continuava a soffrire a causa della ferita; nel gennaio 1496 a Ghedi, nel bresciano, gli furono finalmente tolti alcuni frammenti della palla di archibugio. È molto probabile che l’affresco ferrarese che ritrae Niccolò Orsini sia stato dipinto verso la fine del periodo di convalescenza (da ottobre 1495 fino a gennaio 1496) in cui fu ospite degli estensi, per cui si tratterebbe di un ex voto per ringraziare la Madonna per essere sopravvissuto e forse per la prestigiosa carica che gli era stata appena conferita. Ma non solo…

Ercole de’ Roberti: Ginevra Sforza Bentivoglio (1480)

Nel mese di agosto Niccolò era tornato a Bologna presso Giovanni II Bentivoglio signore de facto di Bologna (a cui la Repubblica di Venezia, Papa Alessandro VI Borgia e Ludovico Sforza Il Moro, signore di Milano, avevano affidato una condotta); la donna anziana ritratta con Niccolò Orsini è Ginevra Sforza Bentivoglio, moglie di Giovanni, già famosa per la sua bellezza altera: il suo profilo è ancora ben riconoscibile se confrontato con quello delineato da Ercole de Roberti nel 1480.

Niccolò Maria Rangoni col figlio Giulio

A comprovare il legame di Niccolò Orsini coi Bentivoglio sono i ritratti di un altro affresco, strappato dalle pareti dell’Oratorio della Concezione, che presenta il Conte Niccolò Maria Rangoni, col figlio Giulio di 10 anni; nel 1479 aveva sposato Bianca Bentivoglio e al tempo era il Capitano Generale di Bologna, ma era stato a lungo al servizio di Borso d’Este a Ferrara, per cui vantava un’antica amicizia con gli estensi… Ginevra Sforza aveva più di un motivo per frequentare Ferrara: era madre di Annibale Bentivoglio, che dal 1478 al 1481 frequentò assiduamente la città, accolto dal duca Ercole I d’Este, il quale gli diede in sposa la figlia naturale Lucrezia…

Leonardo Scaletti: Astorre Manfredi col Beato Bernardino da Feltre, Pinacoteca di Faenza, proveniente dalla chiesa di San Girolamo dell’Osservanza (1494)

Il profilo del bambino affrescato accanto a Ginevra è molto simile al suo: si tratta infatti del nipote, Astorre Manfredi (Astorgio III), nato 11 anni prima dalla figlia Francesca e da Galeotto Manfredi, Principe di Faenza… L’unico ritratto ufficiale del bambino è quello con il Beato Bernardino da Feltre conservato nella Pinacoteca di Faenza, proveniente dalla chiesa di San Girolamo dell’Osservanza, ma il modesto pittore Leonardo Scaletti fu poco lusinghiero con il giovane: in realtà lo stesso Francesco Guicciardini lo descrisse “d’eccellente e bellissima forma”. Il 31 maggio 1488 Francesca, aiutata da alcuni congiurati, aveva accoltellato il marito, colpevole di avere un’amante e tre altri figli e di contrastare la politica filosforzesca dei suoceri…  Da allora, ufficialmente i Bentivoglio non avevano più avuto la possibilità di rivedere il nipote. La cacciata dei Medici da Firenze dell’ottobre 1494 aveva però fatto perdere ad Astorre ogni incarico fiorentino come condottiero, per cui il 15 dicembre 1495 firmò una prima condotta con la Repubblica di Venezia, evidentemente siglata da Niccolò Orsini, accanto a lui nell’affresco ferrarese…
Gli affreschi raccontano non solo di accordi importanti per la sicurezza di Faenza e di Bologna contro i francesi, ma anche la storia del ricongiungimento dei Bentivoglio con il nipote, una grazia ricevuta probabilmente con la mediazione e le garanzie del Duca di Ferrara e di Niccolò Orsini, per cui valeva la pena rendere grazie alla Madonna e offrire una lauta donazione alla Confraternita della Concezione il cui nuovo Oratorio aveva ancora le pareti spoglie.

Se vuoi leggere l’articolo completo, lo trovi pubblicato sul numero di dicembre 2020 di Maremma Magazine (alle pagine 72-74), disponibile in edicola, su abbonamento e in versione digitale. Acquista la tua copia on line! Clicca QUI