“Il culto di San Gregorio VII a Sovana”, una mostra fa luce...

“Il culto di San Gregorio VII a Sovana”, una mostra fa luce su un personaggio non sempre amato

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È dedicata a Ildebrando da Sovana, più conosciuto come Papa Gregorio VII, la mostra che sarà inaugurata il 24 maggio proprio a Sovana (Sorano), nella storica Cattedrale, nell’ambito delle celebrazioni del IX Centenario della morte della Contessa Matilde di Toscana, fedele alleata del papa sovanese

La mostra, curata dal prof. Angelo Biondi, viene realizzata dall’Associazione SovanAperta con la sponsorizzazione della Banca di Credito Cooperativo di Pitigliano e la collaborazione della Curia Vescovile della Diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello e della Società Italiana per la Protezione dei Beni Culturali (SIPBC) ONLUS.

di Angelo Biondi

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“Il culto di San Gregorio VII a Sovana”. Questo è il titolo della mostra che sarà inaugurata il 24 maggio (per proseguire fino all’autunno) presso la Cattedrale di Sovana in occasione della festa del Santo Pontefice sovanese, nell’ambito delle celebrazioni del IX Centenario della morte della Contessa Matilde di Toscana, fedele alleata di Gregorio VII, presso cui si svolse nel castello di Canossa il celebre episodio dell’umiliazione dell’Imperatore Enrico IV dopo la scomunica lanciatagli dal Papa.
L’esposizione, curata dal prof. Angelo Biondi, viene realizzata dall’Associazione SovanAperta con la sponsorizzazione della Banca di Credito Cooperativo di Pitigliano e la collaborazione della Curia Vescovile della Diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello e della Società Italiana per la Protezione dei Beni Culturali (SIPBC) ONLUS.

Il grande papa Gregorio VII (1073-1085), campione della “lotta per le investiture”, che segnarono una svolta storica nei rapporti tra Papato e Impero e più in generale tra Stato e Chiesa, si può dire che è un “santo senza culto”, essendo stato “segno di contraddizione” nella sua decisa lotta per la libertà e la purezza della Chiesa non solo in vita, ma anche dopo la sua morte per molti secoli fin quasi ai nostri giorni.
A lungo infatti si palesarono forti ostilità al culto di San Gregorio VII, tanto che ancora oggi le chiese a lui dedicate sono pochissime e tutte di epoca recente.
Sovana, oltre a Salerno, dove Gregorio VII morì in esilio, è uno dei rari casi, dove il culto per il grande papa della lotta per le investiture si sviluppò fin dal XVII secolo.
Nel generale clima di Riforma cattolica, scaturito a seguito del Concilio di Trento (1545-1563), maturò una ripresa del culto e del riconoscimento pubblico ed ufficiale, da parte della Chiesa di Roma, della santità di papa Gregorio VII, fatto segno di accese polemiche dei luterani nell’ambito dei feroci attacchi alla Chiesa cattolica. In tale contesto si ebbe la riscoperta della tomba di Gregorio VII, per secoli quasi dimenticata a Salerno; il Vescovo salernitano Marco Antonio Colonna nel 1578 effettuò la prima ricognizione, trovando il corpo del pontefice ancora intatto e rivestito dei suoi abiti pontificali.
L’avvenimento ebbe grande risonanza e papa Gregorio XIII, “considerando gli atti santissimi della sua vita ed i celeberrimi miracoli operati”, ne dichiarò la santità nel 1584 e fece inserire il suo nome nel Martirologio della Chiesa Romana.
Tuttavia in età di assolutismo e di forti polemiche con i protestanti, per motivi di prudenza tale atto rimase interno alla Chiesa.
D’altra parte “da allora e pressoché ininterrottamente – dice lo storico Giovanni Miccoli – il suo nome diviene un punto di riferimento obbligato in tutte le polemiche intorno alle prerogative e all’autorità della Chiesa romana, oggetto di durissimi attacchi e insieme di difese appassionate”.
La fama della riscoperta del corpo di Gregorio VII fece nascere a Sovana, sua patria, il desiderio di avere una sua reliquia da venerare degnamente; se ne fece interprete il Vescovo Mons. Metello Bichi, senese, la cui richiesta a Salerno fu appoggiata sia da papa Paolo V che dal Granduca di Toscana.
Di fronte a tali richieste Il Capitolo della Cattedrale di Salerno (era vacante la sede vescovile), decise di concedere il braccio e la mano destra di papa Gregorio VII.
Tale reliquia, detta del Santo Braccio, fu composta nel bel reliquiario d’argento, in cui ancora si conserva, e portata a Sovana nell’estate 1606.
L’arrivo di questa preziosa reliquia stimolò il naturale sentimento religioso e propagò il culto del Santo tra la popolazione sovanese, aperta alla speranza, per sua intercessione, di ottenere “sanità, pace ed abbondanza” in tempi di forte decadenza della città di Sovana, già provata dalle guerre e spopolata per la malaria.
Così infatti il Consiglio della Comunità di Sovana all’arrivo del Santo Braccio, dichiarò di volere “con quella maggiore venerazione ricever tanto tesoro, che teniamo per fermo che oltre al benefizio che apporterà alle anime nostre, ne abbia ad essere utile ancora al corpo et in particolare all’infezione dell’aria”.
Nel corso del Seicento andò sviluppandosi sempre più il culto di San Gregorio VII, che probabilmente servì anche ad unire vecchi e nuovi abitatori di Sovana, fatta oggetto di ripetuti tentativi di ripopolamento.
L’altare di San Gregorio VII, eretto nella cattedrale sovanese dal Vescovo Bichi, cominciò a ricevere donazioni; inoltre la festa del Santo Pontefice del 25 maggio gradualmente soppiantò la vecchia festa di San Lorenzo del 10 agosto, introdotta dai senesi nel XV secolo dopo aver conquistato Sovana.
Nella seconda metà del Seicento San Gregorio VII veniva ormai indicato come patrono “ed avvocato principale della città di Sovana” ed anche della Diocesi sovanese; a lui fanno riferimento i Sinodi tenuti dai Vescovi in questo periodo e l’invocazione a San Gregorio VII si trova inserita anche nelle deliberazioni della Comunità di Sovana.
Tra le delibere della Comunità di Sovana il 9 novembre 1690 si legge che fu comprata: “una casa dentro Sovana, posta nella strada del mattonato sopra alla piazzuola per andare al Duomo, vulgarmente chiamata la CASA DI SAN GREGORIO…”.
Non vi è dubbio che si tratti dell’edificio, posto in via de Duomo, ed ancora oggi indicato comunemente come “Casa natale di San Gregorio VII”.
L’edificio è antico, ma non ha certo i caratteri di una abitazione dell’epoca di Gregorio VII e non si può sostenere che sia stata veramente la casa di Ildebrando da Soana, destinato poi a diventare papa Gregorio VII.
Tuttavia l’interessante tradizione, in passato ritenuta di una certa attendibilità, affonda le sue radici lontano nel tempo ed è collegata proprio allo sviluppo a Sovana del culto di San Gregorio VII; la venerazione sempre più forte per il Santo Pontefice probabilmente portò la popolazione ad identificare un antico edificio come casa natale dell’illustre concittadino, creando una tradizione così forte che in seguito si diceva “cucina di San Gregorio” anche una stanza al piano superiore della casa, dove si trovava un antico camino istoriato.
Un altro effetto del culto di San Gregorio VII fu il sorgere della leggenda di un supposto monacato del giovane Ildebrando da Soana presso il monastero vallombrosano di San Benedetto di Montecalvello, che allora si trovava all’Elmo, prima della sua traslazione dentro la città di Sovana nel 1496.
Tale leggenda dette vita a notevoli controversie e polemiche nel Settecento tra chi la credeva vera e chi la riteneva infondata; comunque San Gregorio VII fu a lungo annoverato tra i maggiori personaggi dell’Ordine vallombrosano.
Nel 1728 papa Benedetto XIII, dopo lungo tempo, si decise ad ordinare l’inserimento dell’Ufficio e della Messa di San Gregorio VII nel Breviario Romano, rendendone così pubblico il culto, fino allora limitato a poche chiese locali, come Salerno e Sovana.
Ma di fronte a tale provvedimento insorsero vari governi, appoggiati da regalisti e giansenisti, che considerarono un attentato alla sovranità laica il culto di San Gregorio VII, che rievocava la lotta con l’Imperatore Enrico IV, e l’episodio di Canossa.
In Francia, in Olanda, a Napoli, a Venezia, fu proibita la recitazione dell’Ufficio di San Gregorio VII e vietato il suo culto.
Anche l’Imperatore d’Austria si dichiarò fortemente contrario, emanando nel 1750 e 1754 due provvedimenti, che vietavano la celebrazione della festa di San Gregorio VII nei suoi Stati. Lo seguì il Granduca di Toscana, imparentato con la Casa d’Austria, proibendo a sua volta il culto del Santo Pontefice e costringendo il Vescovo di Sovana nel 1790 a sostituire San Mamiliano a San Gregorio VII come patrono della città e della Diocesi, nonostante la contrarietà del clero e del popolo di Sovana.
Ancora una volta, nel “secolo dei lumi”, San Gregorio VII viene aspramente combattuto dai potenti, odiato soprattutto da sovrani, re e imperatori.
Lo stesso fece Napoleone, il quale, divenuto Imperatore, proibì nel 1810 la celebrazione della festa di San Gregorio VII in tutti gli Stati dominati dai francesi, compresa la Toscana.
Nonostante tutto, la venerazione per il Santo Pontefice non venne meno nella città di Sovana e continuò nel tempo fino ai giorni nostri.
Così vennero celebrate a Sovana e nella sua Diocesi le ricorrenze dell’VIII Centenario dell’elezione a Papa nel 1873 e della morte di San Gregorio VII nel 1885, pur nel contesto delle difficoltà per la Chiesa negli anni successivi all’Unità d’Italia e alla presa di Roma; Gregorio VII assurge ora a simbolo di strenuo difensore della libertà della Chiesa di fronte al liberalismo e al modernismo ottocenteschi.
Non a caso particolare solennità fu data, nelle celebrazioni del 1885, allo scoprimento, nella Concattedrale di Pitigliano, di due grandi dipinti del pittore mancianese Pietro Aldi, che rappresentano la leggenda di “Ildebrando fanciullo che predice la sua futura grandezza” e il famosissimo episodio di “Gregorio VII e l’Imperatore Enrico IV a Canossa”.
Una commemorazione straordinaria del Santo Pontefice fu indetta nella città di Sovana in occasione dell’avvenimento del Concordato tra Stato Italiano e Chiesa del 1929 e in concomitanza con il Giubileo sacerdotale di papa Pio XI; in tale circostanza il Vescovo ordinò che ogni anno si facesse, in tutte le parrocchie della Diocesi, la festa di San Gregorio VII.
In considerazione della costante venerazione per il Santo Papa sovanese, il Vescovo Mons. Battistelli nel 1947 ottenne da papa Pio XII la proclamazione di San Gregorio VII come patrono “aeque prinicipalem” (ugualmente principale) della Diocesi di Sovana-Pitigliano insieme a San Mamiliano.
Altri momenti di notevole risonanza sono state le recenti celebrazioni del IX Centenario della elevazione a Pontefice (1973) e della morte di Gregorio VII (1985), solennizzate a Sovana e in tutta la Diocesi.
In particolare le solennità del 1973 si conclusero nel 1974 con la riapertura al culto, dopo vari anni di lavori di consolidamento, della bella Cattedrale di Sovana, in parziale coincidenza con l’inizio delle celebrazioni dell’Anno Santo; inoltre Sovana poté partecipare con una sua comparsa alla sfilata del Corteo Storico del Palio di Siena, dedicato nell’occasione proprio a San Gregorio VII, portando il masgalano, offerto dal Comune di Sorano, di cui Sovana fa parte, e che fu vinto dalla Contrada della Giraffa, con cui Sovana era gemellata.

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