Sconforto, avvilimento e voglia di non mollare: il sentiment di alcune aziende...

Sconforto, avvilimento e voglia di non mollare: il sentiment di alcune aziende maremmane

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Dopo i commenti e le prese di posizione dei rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni di categoria, diamo voce a chi ha subito e subisce sulla propria pelle le terribili conseguenze di questa drammatica situazione che si è venuta a creare, ovvero i titolari di alcune aziende dell’enogastronomia maremmana e dell’accoglienza

Alessandro Gallo – Direttore Tenuta Rocca di Montemassi (Roccastrada)

«Questa situazione ha colto tutti di sorpresa. Nessuno si aspettava che il mondo che tutti noi conoscevamo si fermasse. Ovviamente il primo impatto è stato come per ciascuno di un noi una revisione e un riadattamento sul piano personale e privato, a partire dal nostro
quotidiano che in molti casi ha subito dei cambiamenti fortissimi. Subito dopo c’è stato il bisogno di ripensare la struttura del lavoro e di riadattare le dinamiche lavorative in questo nuovo contesto confuso e difficile. Le aziende agricole come le nostre sono sempre state operative, ma la gestione di questa nuova inimmaginabile situazione per garantire la sicurezza dei nostri dipendenti e il proseguo dei lavori è diventato l’elemento prioritario… 
Grazie al fatto che siamo un’azienda produttiva, abbiamo potuto aprire piuttosto velocemente una fase di prima ripresa: la natura non si ferma, neanche a causa del coronavirus e la primavera porta con sé il risveglio della vita vegetale e delle nostre vigne. Abbiamo ritenuto giusto avere un’attenzione per le persone. Per questo abbiamo dato un’opportunità di lavoro stagionale nei vigneti ai nostri collaboratori giovani formati e deputati all’ospitalità che sono purtroppo fermi e poi a persone del territorio che in questo frangente si sono ritrovate senza lavoro… hanno visto nella campagna un’occasione per ripartire…»

Balbino Terenzi – Amministratore Soc. Agricola Terenzi (Scansano)

«Le nostre vigne, contravvenendo al lockdown imposto dal governo, hanno deciso in ogni caso di germogliare, come ogni primavera…
Si è parlato molto in questi giorni dei settori più duramente colpiti come il turismo e la ristorazione, senza ricordarsi della “punta di diamante” rappresentata dal Vino, quello con cui i politici brindavano facendosi fotografare al Vinitaly. Ebbene, oggi mi preme ricordare che, a parte una minoranza di aziende vinicole che lavorano con la grande distribuzione, la nostra “punta di diamante” vive, sia in Italia che all’estero, quasi esclusivamente di ristorazione e turismo, sia per gli hotel che serviamo, e sia perché noi aziende stesse spesso e volentieri abbiamo incorporata una forte componente enoturistica, composta da migliaia di agriturismi e punti vendita aziendali sparsi per il nostro Bel Paese.
Le conseguenze sono devastanti in quanto, oltre a non vendere più nulla, le nostre aziende, a differenza di hotel e ristoranti che hanno chiuso i battenti portandosi a casa almeno gli incassi, sono rimaste con mesi di incassi ancora da riscuotere e con costi fissi enormi della gestione di ettari di vigneti, ed in molti casi oliveti, oltre alle cantine nelle quali il vino, che rischia ora di rimanere invenduto nelle botti, continua a richiedere
cure ed attenzioni, anche queste dispendiose…»

Gian Luca Gozzo – Direttore Hotel Baia d’Argento (Monte Argentario)

«Ad oggi sono tante le sensazioni che si sono provate e si provano di fronte ad una situazione così inimmaginabile e devastante. Prima di tutto c’è stata l’impotenza: ci siamo trovati tutti senza soluzioni e armi come primo impatto. È stata un’ondata talmente forte che non abbiamo potuto alzare alcuna difesa, perché non avrebbe retto, per cui abbiamo fatto l’unica cosa possibile da fare, ovvero non fare niente se non bloccare tutte le campagne promozionali dell’avvio della stagione. Poi è subentrato il rammarico di non aver potuto riaprire con uno sprint che la bella settimana di Pasqua ci avrebbe sicuramente offerto in termini di presenze; e quindi un bell’incoraggiamento per la stagione 2020. Subito dopo è arrivata la rabbia di veder cadere, una ad una, le prenotazioni degli stranieri prima di tutto nel periodo primaverile e poi per tutti gli altri mesi, a cui poi sono seguite quelle degli italiani impauriti e confusi. Ora c’è naturalmente la rassegnazione: una stagione che prevedeva un ulteriore miglioramento rispetto alla passata, oggi ha solo due sicurezze, quella di doverla giocare “in difesa” e “in sopravvivenza” (sia dell’attività che dei posti di lavoro) e quella che ogni previsione sarà sbagliata…»

Se vuoi leggere l’articolo completo, lo trovi pubblicato sul doppio numero speciale di maggio 2020 di Maremma Magazine (alle pagine 28-30), disponibile in edicola, su abbonamento e in versione digitale. Acquista la tua copia on line! Clicca QUI