Daniela Savio, l’amazzone di Maremma che sussurra ai cavalli

Daniela Savio, l’amazzone di Maremma che sussurra ai cavalli

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Donna coraggiosa e determinata, amazzone, campionessa ed istruttrice federale di equitazione, protagonista in numerose manifestazioni equestri in Italia e all’estero, titolare del CIAM Centro Ippico Allevamento Mustiaio. Parliamo di Daniela Savio eccellenza di Maremma con una passione infinita per i cavalli e che nella sua vita è sempre stata in sella…

Recentemente, con la sua giovane cavalla grigia Quaresmas de Marchesana proveniente dal Centro Ippico Allevamento Mustaio di cui è titolare, ha conquistato addirittura la fase finale ai Campionati del mondo dei giovani cavalli a Lanaken, in Belgio.

di Dianora Tinti

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Questo mese per Donne di Maremma incontriamo un’eccellenza del nostro territorio: Daniela Savio che, con la sua attività e le sue vittorie, ha portato il nome di Grosseto e della Maremma ai più alti livelli internazionali. Recentemente, con la sua giovane cavalla grigia Quaresmas de Marchesana proveniente dal Centro Ippico Allevamento Mustiaio di cui è titolare, ha conquistato addirittura la fase finale ai Campionati del mondo dei giovani cavalli a Lanaken, in Belgio.
Insomma, donna di coraggio e determinazione, amazzone, campionessa ed istruttrice federale, si può dire che nella sua vita è sempre stata in sella. Ha cavalcato fin da bambina e non poteva essere altrimenti con una madre allevatrice e un nonno che sicuramente le ha trasmesso geneticamente la passione per l’equitazione, una delle attività più antiche a cui si sia dedicato l’uomo. Pensate che, sia per i romani che per i greci, chi sapeva cavalcare acquisiva come dire… un valore aggiunto nei confronti della società, tanto che l’appellativo di cavaliere era espressione di aristocrazia. Nei secoli seguenti i nobili furono addirittura costretti ad imparare questa arte per poter partecipare non soltanto alla vita militare, ma anche politica. Per non parlare poi delle leggendarie amazzoni, le donne guerriere.

Insomma, forse sarà stato anche per tutto quello che ho sentito dire e letto su cavalieri e cavallerizze che mi è piaciuta subito l’idea di incontrarne una vera…

Tu sei una campionessa ed anche istruttrice federale di equitazione. Come è nato il tuo amore per i cavalli?
Più che campionessa mi sento totalmente amazzone e quindi amo partecipare, se poi vinco è meglio. Il mio amore per i cavalli è nato fin dall’infanzia. Mia madre è stata allevatrice di cavalli sportivi oltre che una storica del genere: negli anni settanta scrisse un libro, ormai introvabile, sull’origine del cavallo maremmano che è diventato un “cult” per gli appassionati.
E come nasce l’idea di trasferire la tua esperienza in una scuola equestre, il Ciam Centro Ippico Allevamento Mustiaio, rinomato in Italia e all’estero che ha attirato attenzione anche dei fratelli D’Inzeo?
Volevo rendere popolare, accessibile a tutti, l’equitazione, disciplina che in Maremma è praticabile ora da persone appartenenti a tutti i ceti sociali.
Quale parte è più vicina alla tua indole: quella di atleta e campionessa o quella di manager e istruttrice?
Che dire? Sento fortissima la partecipazione ai concorsi, ma vivo altrettanto intensamente anche il rapporto con gli allievi.
Siamo curiosi di sapere come riesci a conciliare tutte queste pesanti attività con la tua vita di donna e di madre…
Come avrai capito Dianora, i miei amori più importanti sono la famiglia e i miei animali, ma con questo non escludo la passione per il ballo latino-americano e le serate in compagnia di amici.
Quanto ti alleni mediamente?
Passo con i cavalli l’intera giornata da anni.
Hai un rituale prima e dopo una gara importante?
Più che un rituale, direi che ho una abitudine. Prima della gara sto un po’ di tempo nel box con il mio cavallo, gli parlo, lo guardo a lungo negli occhi e lo accarezzo e così trovo, anzi troviamo, la concentrazione per la gara.
Ti ricordi una gara in maniera particolare? E se sì perché?
È un ricordo vicino, il recente debutto dell’estate scorsa nel prestigioso campo di Lanaken in Belgio, tempio dell’equitazione mondiale. Era l’appuntamento che sognavo da anni, partecipare a quella gara mondiale con un puledro da me addestrato è stata un’emozione indimenticabile.
Segui una alimentazione specifica?
Da buona maremmana gusto tutti i cibi della nostra cucina, con moderazione però.
Hai mai fatto delle brutte cadute?
Sì, direi proprio di si, è una cosa che capita, soprattutto quando si addestrano giovani cavalli. Ma c’è una caduta che non dimenticherò mai. Mia figlia Beatrice aveva pochi mesi e, dovendola allattare al seno, la portavo con me anche quando gareggiavo. Durante una finale importante, dopo averla allattata, la lasciai dormire beatamente nel suo lettino da campeggio nel living del camion in scuderia sorvegliata dalla tata e andai in gara. Tutto procedeva bene quando improvvisamente si alzò un forte vento che fece schioccare le tante bandiere issate intorno al percorso e quel rumore improvviso impaurì il mio cavallo che mi scaricò letteralmente dentro un ostacolo. A seguito della caduta svenni. Mi hanno raccontato poi che, quando mi risvegliai all’ospedale, la prima cosa che dissi fu: “Beatrice dov’è?? La devo allattare!”. L’ambulanza ripartì e tornò con la tata e mia figlia che, per fortuna, aveva continuato a dormire beata.
Hai un cavaliere a cui ti ispiri come modello di campione?
Non uno in particolare, ma da ragazza sono stata a scuola dai D’Inzeo. Soltanto in seguito ho scoperto i cavalieri europei… Oggi penso che Michael Robert sia un cavaliere, tecnico e uomo di cavalli sicuramente da prendere come esempio.
L’equitazione: sport soltanto per uomini oppure anche per donne?
Le tante allieve che ho dimostrano che il cavallo diventa binomio perfetto con un’amazzone. Per ricordare questo al CIAM, il prossimo 8 marzo durante il concorso del campionato maremmano, dedicheremo questa giornata alle donne presenti.
È diverso il modo di approcciarsi degli uomini e delle donne a questo mondo? E, se sì, in che senso?
Molto diverso. Nell’amazzone prevale la dolcezza, dimostrazione di un coraggio gentile.
Quali doti deve avere secondo te un vero campione?
Prima dote, rispettare il cavallo; seconda, metodo e pazienza.
Ti piace passare del tempo con i tuoi cavalli dopo aver montato o dopo una gara?
Sì. E in genere parliamo, per così dire, di come è andata…
Il consiglio più prezioso che ti sia stato dato?
Da mia madre. Mi ha sempre detto “ricordati che siete in due a saltare, assecondalo facendogli sentire un comando che sappia di decisa dolcezza”. Consiglio che ho sempre cercato di seguire.
In base a cosa scegli i tuoi cavalli?
Dopo aver osservato la struttura muscolare e le forme in movimento, senza farmi notare, seguo poi il suo sguardo e mi lascio conquistare.
Cos’è l’ippoterapia?
È l’incontro di due vite, il cavallo e il ragazzo/a diversamente abili, un tuffo nella natura dove non esistono sterili consuetudini sociali e le vite si incontrano esclusivamente come vite. Questo vale non soltanto con i cavalli, ma anche con altri animali.
Qual è la tua esperienza a proposito?
Ho sorriso fino al pianto, vedendo la felicità di tanti ragazzi nello scoprire il cavallo. È il minimo che possiamo fare per aiutare gli altri.
Come si vive in Maremma l’equitazione?
La Maremma è forse la terra che ha più rapporti con il cavallo, ma purtroppo la qualità delle strutture e degli eventi equestri a volte rischia di essere sopravvalutata.
È uno sport seguito?
Considerando che Grosseto ha circa novantamila abitanti, è abbastanza seguito. Le istituzioni però potrebbero fare di più e questo non significa per forza impegnare soldi, ma per esempio sostenere fortemente il nostro lavoro in altri modi e ce ne sono.
Cosa consiglieresti a chi ha iniziato da poco?
Di capire quanto potrà ricevere dal rapporto con questo splendido animale.
Quali sono i tuoi progetti imminenti?
I progetti sono tanti, ma la terribile crisi economica blocca i sogni. Sono tempi duri e per ora più che sognare bisogna resistere.
E quelli a lunga scadenza?
Consegnare a mia figlia Beatrice (giovane campionessa vincitrice a quindici anni di un campionato italiano, prima classificata al campionato maremmano, migliore amazzone dello stesso campionato e vincitrice del trofeo “Giuliana Ponticelli” a soli sedici anni, ndr) la conduzione dello storico CIAM per continuare la passione equestre familiare, cominciata con mio nonno, nato nel 1901.

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