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Storia, cultura, paesaggio, natura. Sono tanti gli itinerari, consigliabili in questa stagione, per visitare al meglio uno dei borghi più suggestivi e apprezzati della Maremma, Sorano, una gemma davvero preziosa che proprio in questo particolare periodo dell’anno si anima in occasione di una ricca e variegata festa di primavera

di Francesca Costagliola

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A Sorano la primavera offre piacevoli sorprese per il palato e non solo, sano divertimento e shopping di prodotti artigianali, per cui il territorio è ben noto.
Residenti e turisti tra fine aprile e gli inizi di maggio – e per la precisione dal 24 al 26 aprile e dal 30 aprile al 3 maggio – saranno allietati da una Festa di Primavera a carattere enogastronomico con piatti tipici, musica dal vivo e un’interessante mostra mercato dell’artigianato.
Il tutto si svolgerà nel pittoresco centro storico del borgo tufaceo, che serba un fascino ancestrale e accoglie il visitatore, offrendo un paesaggio mozzafiato. Esso è abbarbicato infatti su un poderoso sperone tufaceo che domina la valle del Lente. I vicoli tortuosi e le ripide scalinate fanno da cornice al silenzio e quiete che lo eleggono luogo ideale per una vacanza all’insegna del relax e punto di partenza per escursioni alla scoperta di suggestivi borghi e castelli, che numerosi impreziosiscono il territorio.
Insediamento villanoviano, poi etrusco, quindi romano, Sorano visse all’ombra della più fiorente e prospera Sovana. Con gli Aldobrandeschi riuscì ad acquisire una maggiore importanza, prendendo parte a guerre di conquista. Con la dinastia degli Orsini, che dominò il paese grazie al matrimonio tra Romano Gentile Orsini e Anastasia Aldobrandeschi, unica figlia legittima di Margherita Aldobrandeschi, Sorano divenne un baluardo difensivo della famiglia Orsini contro le mire espansionistiche della Repubblica di Siena. In seguito a continue e sanguinose guerre, la potenza degli Orsini venne meno, per lasciare spazio ai Medici, che vi governarono fino al sopraggiungere dei Lorena, i quali dovettero fronteggiare l’emergenza malaria, flagello che sembrava avesse risparmiato il borgo, anzi Sorano dai documenti dell’epoca risultava una cittadina operosa, dedita alla tessitura, al commercio di fibre tessili lavorate, alla produzione di polvere da sparo e di salnitro, nitrato di potassio utilizzato un tempo per preparare esplosivi, riuscì dunque a conquistare un certo benessere economico ed un incremento demografico.
Il cuore di Sorano è il borgo di struttura medievale, in cui alcune abitazioni sono scavate nel tufo.
In paese si entra tramite due porte. Nella piazza si trovano la Torre dell’Orologio, la chiesa di S. Niccolò e i resti del palazzo Comitale.
Il paesaggio che vi si ammira, lo rende una vera e propria cartolina, è un tripudio di calanchi e pinnacoli, scolpiti nel tufo, dalla progressiva erosione operata dal fiume Lente, che ne conferisce la particolare morfologia. Le case del borgo sono davvero caratteristiche, in quanto si adattano e si armonizzano con l’ambiente: si elevano in altezza alla ricerca del conforto del sole e sfruttano nicchie, strettoie, cunicoli, aperture naturali del tufo. Ogni seppur piccolo spazio viene ottimizzato. Architettura ed ambiente costituiscono una sintesi pittoresca.
La torre dell’orologio, spicca sulla sommità del poderoso masso Leopoldino: uno sperone fortificato in epoca lorenese.
Un altro gioiello è la chiesa di San Niccolò, a croce latina irregolare, voluta probabilmente da Margherita Aldobrandeschi, che affidò i lavori a maestranze senesi tra il 1290 e 1300.
Il Palazzo Comitale, un tempo residenza degli Orsini, ha mantenuto la sua impronta rinascimentale grazie ad orpelli e decori che gli conferiscono una raffinata eleganza.
Uno dei simboli architettonici del paese è l’imponente Fortezza Orsini, baluardo difensivo ubicato in una posizione strategica, per difendere l’abitato di Sorano nel suo lato più vulnerabile. La sua edificazione non è unitaria nel tempo, bensì è da suddividere in tre momenti diversi e in successivi rifacimenti: la rocca medievale è di origine aldobrandesca, la cortina, i bastioni e il mastio risalgono al Rinascimento e un altro edificio è databile ai primi anni del ‘900.
Numerose furono le funzioni della fortezza: essa era infatti dotata di quartieri per la famiglia del castellano e dei soldati, aveva un mulino a vento ed un altro per macinare grano, era dotata di magazzini dove si conservava polvere da sparo e munizioni, aveva la fonderia dei cannoni, la cantina per conservare i viveri, le celle per i prigionieri, il pozzo comunicante con una profonda cisterna, ma anche una cappella con annessa la sacrestia e l’abitazione del cappellano. Nonostante l’aspetto maestoso e la funzionalità “pratica”, non mancano elementi decorativi, ballatoi, archi, affreschi, che ne conferiscono un’eleganza peculiare.
Tipici della zona sono i Colombari, enormi buche scavate nel tufo risalenti al primo secolo avanti Cristo, hanno pareti bucherellate da nicchie quadrangolari (pare che in tempi antichissimi fossero adibite ad abitazioni) e le vie cave, percorsi lunghi e stretti posti nella roccia tufacea, nascosti dalla vegetazione folta, seguendo tali i percorsi si giunge a diverse tombe etrusche.
Le Vie Cave, chiamate anche “tagliate”, sono state costituite dagli Etruschi. Ancora c’è molta incertezza sulle loro reali funzioni. All’interno del Parco Archeologico Città del Tufo, le Vie Cave di Sorano e Sovana conducono il visitatore alla scoperta delle necropoli etrusche. Percorrere queste vie, nel silenzio ed a contatto con la natura è molto emozionante, anche perché esse conservano un alone di fascino misterioso. In un paesaggio caratterizzato da ampi pianori tufacei incisi da profonde valli, questi sentieri ripidi e vorticosi, scavati nella roccia tufacea diventano anche vie di collegamento peculiari. Durante l’epoca cristiana lungo tali percorsi sono stati realizzati numerose edicole con immagini sacre dipinte, con lo scopo di soccorrere e rassicurare i viandanti. Oggi le Vie Cave continuano ad essere percorse dagli escursionisti e dai visitatori che rimangono affascinati dalla dimensione naturalistica suggestiva, ricca in flora e fauna.
Da non trascurare le deliziose frazioni, che offrono al turista sorprese inaspettate, a cominciare da Montorio, con il suo caratteristico castello, difeso da un profondo fossato e da due torri circolari. All’interno delle mura vi sono una serie di abitazioni molto curate e una piccola ma suggestiva chiesetta dedicata a Maria Bambina. Sembra di fare un tuffo nel passato.
A poca distanza troviamo Castell’Ottieri, che ospita i ruderi della quattrocentesca Rocca Ottieresca e nella chiesa di Bartolomeo vi sono tracce di buoni affreschi di scuola senese. Posto sulle pendici orientali del monte Elmo, grazie alla posizione strategica di cui beneficia è stato abitato fin dall’antichità.
Tanti dunque gli itinerari, consigliabili in questa stagione, per visitare al meglio uno dei territori più apprezzati della Maremma, tra arte, storia e natura, che fanno di Sorano una gemma davvero preziosa.

Sorano con Masso Leopoldino tomba Ildebranda Via cava di San Rocco