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“I minatori della Maremma”, di nuovo in libreria lo storico volume-denuncia di Bianciardi e Cassola

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È tornato in libreria, per i tipi di Minimum Fax, lo storico pamphlet firmato da Luciano Bianciardi e Carlo Cassola “I minatori della Maremma” pubblicato per la prima volta da Laterza nel 1956 nella collana “I Libri del Tempo”. Protagonisti dell’operazione due viterbesi: il romanziere Fabio Stassi, curatore della riscoperta editoriale e Antonello Ricci, autore della postfazione

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DI CORRADO BARONTINI

4 Maggio 1954. A Ribolla il tempo si fermò.
«Alle 8.30 il pozzo Camorra, saturo di grisou, è esploso. La macabra conta toccherà infine quota 43. Indiziato principale la società mineraria, la Montecatini, che ha costruito la propria fortuna estraendo componenti per la realizzazione di concimi chimici ed esplosivi; come dire: agricoltura e guerra». Parole della “postfazione” di Antonello Ricci, persona attenta alle cose maremmane che già aveva scritto, nel suo “Viaggio in leggio”, di Bianciardi e Cassola, di minatori e miniere, di letteratura e di storie legate a questa terra… «Il cui suolo-del-testo si ostina a raccontarci – scrive ancora Ricci – cose preziose di un fugace “rubato” nella storia d’Italia: attese e fraintendimento di un’intera generazione, che sognò di ricostruire il nostro paese facendolo migliore».

Con la loro inchiesta, Bianciardi e Cassola, riuscirono a fare il “punto” sulla vicenda di Ribolla ma anche sull’evoluzione storica degli insediamenti minerari della Maremma e sull’organizzazione sociale nei centri minerari, sulla lotta politica, sull’azione sindacale… persino sull’eccidio nazi-fascista degli 83 minatori di Niccioleta (che Cassola volle inserito in un capitolo del libro).
Vennero fatte alcune interviste, che formeranno l’appendice del libro, dalle quali emergono le storie di vita di 17 lavoratori della miniera che ci fanno capire l’entroterra culturale, le provenienze, gli interessi e la voglia di cambiamento che alcuni di loro esprimevano.
«Un nostro giovane amico, il minatore Radi Livio, parlava con un impiegato della cooperativa: – Domani ti do il racconto. Battimelo a macchina; ce ne vogliono sette copie, per il concorso -.
– Come, gli chiediamo, scrivi anche racconti? – Era arrivato il pullman e gli operai si andavano radunando lentamente. Radi ci strinse la mano: – Si capisce che scrivo racconti. Perché? Volete scrivere soltanto voi due? –». È il “punto di arrivo” di questa straordinaria indagine fatta di vicende, di dati oggettivi e delle “Biografie di minatori” contenute nell’appendice del libro.

Vale la pena leggere o rileggere “I minatori della Maremma” che rimane comunque un esempio di inchiesta giornalistica che non ha nulla da invidiare alla letteratura pur mantenendo un registro informativo che fa scuola ancora ai giorni nostri.

Se vuoi leggere l’articolo completo, pubblicato sul numero di novembre 2019 di Maremma Magazine, alle pagine 60-18, acquista la tua copia cartacea in edicola oppure la versione digitale, on line! Clicca QUI