Franci, il Frantoio che porta il nome di Montenero d’Orcia, del Monte...

Franci, il Frantoio che porta il nome di Montenero d’Orcia, del Monte Amiata e della Maremma nel mondo

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Lavoro, attenzione, dedizione, umiltà, voglia di migliorare senza rinnegare le proprie radici, anzi trasformandole in un punto di forza. Sono i cardini di un’attività imprenditoriale che ha portato un piccolo frantoio di provincia ovvero il Frantoio Franci con sede a Montenero d’Orcia sulle prime pendici del Monte Amiata, a conquistare il mondo

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DI LINA SENSERINI

La storia del frantoio Franci di Montenero d’Orcia è prima di tutto la storia di una famiglia. Di quelle che appartengono alla tradizione contadina maremmana, plasmate dal lavoro, di cui conoscono il valore, dalla passione, dal rispetto per la terra e per quello che offre per vivere. Animate da valori trasmessi di generazione, recuperati dai figli e dai nipoti e trasformati nel “quid” che fa la differenza.

Una storia di successo

Quando Giorgio Franci, titolare del frantoio più premiato e più conosciuto al mondo, racconta come è nata la sua azienda e quanto amore ha messo per trasformarla in quello che è oggi, si intuisce anche il segreto del successo. Lavoro, attenzione, dedizione, umiltà, voglia di migliorare senza rinnegare le proprie radici, anzi trasformandole in un punto di forza. Aiutato indubbiamente dalla posizione geografica, sulle pendici dell’Amiata, tra la Val d’Orcia, le colline di Montalcino e le ultime propaggini del massiccio appenninico che guarda verso il mare. Terra di olivi e di vigneti, un tempo ingrata e difficile, oggi riscoperta e celebrata nel mondo per la sua bellezza e la qualità dei suoi prodotti.
«Nel 1958 – racconta Giorgio Franci –, mio padre Fernando e mio zio Franco acquistarono un oliveto, Villa Magra, che oggi dà il nome a uno dei nostri oli migliori, rimisero in sesto un fienile e lo trasformarono in un frantoio che lavorava le proprie olive e per conto terzi. Erano anni in cui l’olio si produceva per autoconsumo e nessuno immaginava di farlo per venderlo imbottigliato. Il lavoro è andato avanti per anni, con pochi cambiamenti che non fosse modernizzare alcune macchine, finché, con l’avanzare dell’età, mio zio cominciò ad accarezzare l’idea di vendere l’attività. Successe poi che mio padre prese una brutta bronchite, e con tutti gli adempimenti burocratici sempre più pressanti, era per lui molto difficile. Era il 1995, io studiavo architettura a Firenze, ma devo dire che ero comunque interessato al lavoro che avevo visto fare per tutta la vita. In particolare, ricordo che arrivava a casa una rivista, “Uliveto Italia”, edita dalla corporazione dei mastri oleari italiani, che curavano e avevano a cuore l’evoluzione dell’olio nel nostro Paese. Insomma, per dare una mano feci la stagione in frantoio e mi resi conto subito della qualità dell’olio che producevamo».
Uno di questi, infatti, spremuto per Villa Banfi, vinse il Leone d’oro dei mastri oleari, l’ambito riconoscimento che premia i migliori extra vergine d’oliva del mondo. Vedeva lungo Giorgio Franci, se decise di abbandonare gli studi e dedicarsi all’attività di famiglia. La sua prima proposta al padre e allo zio fu di cominciare a imbottigliare l’olio, che in quegli anni era una novità per aziende piccole a conduzione familiare come la loro. I “vecchi” tentarono di scoraggiarlo, ma ormai il seme aveva messo le radici. Un mese dopo Giorgio Franci aveva a disposizione un milione di vecchie lire per comprare due pancali di bottiglie, che presto arrivarono a Montenero e furono riempite di olio. Vennero studiate le etichette e con quelle prime confezioni marchio Franci, belle e dal packaging accattivante, Giorgio si presentò al Vinitaly 1996, da cui tornò con il suo primo ordine. Destinazione New York. Quell’olio era il Villa Magra, il fruttato intenso prodotto esclusivamente con le olive dell’omonimo oliveto, il primo che Franco e Fernando Franci avevano acquistato e da cui era nata l’azienda. Villa Magra sarebbe diventato il capostipite delle altre otto etichette e un pluriblasonato Grand Cru.
«Il carattere deciso di questo prodotto – racconta Giorgio Franci – piaceva ai toscani, ma era meno apprezzato in altre zone dove il consumo era orientato verso gusti più morbidi. Tentai allora di produrre un fruttato leggero, l’Olivastra Seggianese, il monovarietale prodotto dagli oliveti secolari del Monte Amiata. Questa nuova etichetta richiese diversi anni per essere perfezionata. Era il 1997, due anni dopo decisi di lavorare diversamente l’olivastra per ottenere un fruttato medio, Le Trebbiane, blend di Frantoio, Moraiolo, Leccino ed Olivastra Seggianese che alla prima occasione si aggiudicò il primo dei cinque Leoni d’Oro assegnati al frantoio». Da quel momento il Frantoio Franci divenne per così dire “argomento di conversazione” nel mondo dell’olio ai massimi livelli. Un esplosione che culminò nell’ordine di Krizia per rifornire uno dei resort extra lusso che aveva alle Maldive. Per il frantoio di Montenero si erano spalancate le porte di un mercato unico ed esclusivo, che non badava a spese pur di avere sulla tavola il meglio del meglio.

Da Montenero al gotha dell’olio mondiale

Giorgio Franci, tuttavia, non si è lasciato ingabbiare dal successo e ha continuato a perseguire la strada che in quattro anni lo aveva portato nel gotha dell’olio mondiale. Ovvero la qualità, l’attenzione, la coerenza tra la vocazione del terroir di riferimento e il prodotto, la scelta di non forzare verso il risultato facile, ma di puntare solo sul top, annata dopo annata, declassando gli oli che non raggiungono lo standard qualitativo desiderato. Come i grandi vini, anche i grandi oli non devono essere prodotti quando non ci sono le condizioni. Meglio non mettere sul mercato un’etichetta, piuttosto che abbassarne la qualità e comprometterne il nome.
Giorgio Franci, da sempre, segue personalmente ogni momento della produzione e, negli anni, ha accumulato una tale esperienza che oggi lo rende capace di capire “a vista” che tipo di olio uscirà da quell’oliva. Ma per arrivare a questo livello ha passato giorni e notti in frantoio a fare l’olio e ad assaggiarlo. «Certe cose non si imparano a scuola – dice – ma solo con l’esperienza e la pazienza».
Da venti anni, il Frantoio Franci porta il nome di Montenero e della Maremma nel mondo. Con i suoi 565 premi accumulati dai primi Leoni d’oro della metà degli anni Novanta al 2020, è il produttore d’olio più blasonato a livello internazionale, con clienti sparsi in oltre 40 Paesi in tutto il globo, linee produttive per la ristorazione, per la gastronomia di alta qualità (dalla Rinascente a Eataly), ma anche per la grande distribuzione.
Le olive per la produzione delle Selezioni e dei Cru “Franci” arrivano prevalentemente dai 65 ettari di oliveti, parte di proprietà, parte in gestione, che si estendono tra Montenero, Sant’Angelo, Montalcino e Montegiovi, ma il frantoio lavora anche per conto terzi, con un ristretto numero di produttori della zona, molto selezionati, per la qualità del prodotto che portano alla molitura e per la filosofia con la quale conducono gli oliveti. Le cultivar presenti negli oliveti della famiglia Franci sono quelle locali, con prevalenza di Moraiolo, Leccino, Seggianese, Frantoio. In programma anche nuovi oliveti su cui impiantare le varietà Maurino e Leccio del corno, ma anche alcuni investimenti sulla struttura per renderla più adeguata alle esigenze della produzione.

Le etichette

Tre sono le linee produttive del Frantoio Franci: i Cru, le Selezioni e l’olio base. I Cru sono Villa Magra Grand Cru, Moraiolo, Rose, un olio monovarietale di olivastra seggianese, così chiamato per il particolare sentore di petalo di Rosa; in questa linea si inserisce anche l’ultimo nato, Coratina, da un cultivar pugliese reinterpretato, ammorbidito e reso molto elegante. Le Selezioni sono Villa Magra, Trebbiane, Olivastra Seggianese
e Delicate. L’olio base: Igp Toscano, Frantoio Franci, Igp Toscano Biologico, FranciBio, Fiore del Frantoio.
«L’olio – spiega Franci – non è un semplice condimento, ma quando è di qualità è in grado di esaltare i sapori, regalando sensazioni in abbinamenti inediti, come il Rose sull’ostrica royal o il Delicate sul prosciutto assolutamente da provare. È il bello di questo prodotto così semplice e allo stesso tempo così raffinato».

I premi

Impossibile elencare tutti i riconoscimenti, dato che sono 565, nazionali e internazionali. Ma basta andare sul sito, alla voce “premi”, e scorrere la lunghissima lista dal 1996 al 2020. Solo quest’anno Franci ne ha portati a casa 27, tra cui il Premio speciale, la Stella del Gambero Rosso, assegnata alle aziende che per 10 anni consecutivi raggiungono il massimo punteggio, le Tre Foglie, l’eccellenza per gli oli recensiti. Primo produttore toscano a ricevere questo prestigioso riconoscimento, Franci ha raggiunto il traguardo con il Villa Magra Grand Cru, l’olio d’onore della guida Oli di Italia 2020, premio speciale Miglior monocultivar. Ma è con Flos Olei 2020, la guida ai migliori extravergine del mondo curata da Marco Oreggia e Laura Marinelli, che Franci ha battuto ogni record, ottenendo il punteggio massimo di 100/100 ed entrando di diritto nella ‘Hall of Fame’, la categoria esclusiva riservata solo a sette delle oltre cinquecento aziende selezionate in cinquantadue Paesi in tutto il mondo. E alla cena di gala per la presentazione della guida 2020, olio d’onore e principe della cena è stato proprio il Villa Magra Grand Cru, il simbolo dell’azienda, prodotto in bottiglie numerate.
«Siamo l’unica azienda toscana nella Hall of Fame e l’unica al mondo a essere stata inserita nella Top 20 della guida per tredici volte, in varie categorie, tra cui quattro volte azienda dell’anno, ovvero miglior produttore a livello mondiale. Siamo orgogliosi di questa continuità – conclude Franci – perché si può vincere un premio una volta, ma è ripeterlo negli anni che fa la differenza».

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INFO E CONTATTI:
Frantoio Franci – Via Achille Grandi 5, 58033 Montenero d’Orcia (Grosseto), Toscana, Italia – Tel. +39 0564 954000 – Fax +39 0564 954154 – info@frantoiofranci.it
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