Prato al Pozzo, un ettaro e mezzo di felicità, tanto cuore ...

Prato al Pozzo, un ettaro e mezzo di felicità, tanto cuore e voglia di sperimentare

2065
0
CONDIVIDI

Produrre vini in un fazzoletto di terra in una delle zone della Toscana e d’Italia più armoniose a livello di clima e di terreno: è il sogno diventato realtà di Francesca e Fabio che hanno dato forma ad un progetto di vita ed imprenditoriale di qualità attorno all’azienda Prato al Pozzo sulle prime pendici del Monte Amiata dalle parti di Cinigiano, nel cuore della denominazione Montecucco

Due percorsi e due punti di partenza differenti, un’unica visione e il medesimo punto di arrivo: riappropriarsi di una dimensione lavorativa più vicina al proprio sentire.

di Celestino Sellaroli

****

Un percorso imprenditoriale nel mondo del vino si può fare in tanti modi: la scelta dipende da svariati fattori, quali le dimensioni aziendali, la filosofia, il gusto personale, le risorse e… il cuore. Proprio così, il cuore che si mette nell’impegno quotidiano di dare corpo e sostanza a quello che all’inizio magari è solo un sogno ma che con l’andare del tempo si trasforma in qualcosa di concreto: un progetto pieno di vita, di magia, di speranza. Come quello che raccontiamo nello spazio riservato ai protagonisti dell’enogastronomia maremmana e dedicato questo mese all’azienda Prato al Pozzo.
Una realtà che… pulsa e trasmette emozioni, fortemente voluta da due persone speciali, unite dalla passione per le piccole-grandi sfide su cui costruire cose importanti ed in cui gettarsi anima e corpo.
Il ritorno alle origini, alla natura e alla famiglia, la voglia di riappropriarsi di una dimensione lavorativa più vicina al proprio sentire, l’idea di tuffarsi a capofitto nella creazione di un qualcosa di bello da coltivare nel tempo e nel quale sperimentare attraverso quella magica alchimia che nel mondo enologico vede al centro quattro elementi fondamentali – terra, legno, acciaio, vetro –, da dosare nei modi migliori. C’è un po’ di tutto questo nella favola di chi con coraggio ancora oggi – nonostante le difficoltà congiunturali – guarda alla viticoltura come stile di vita e come comparto nel quale investire.
Loro sono Francesca Quiriconi e Fabio Ratto, compagni di vita ma anche di progetti, e la loro è una bella storia, fatta di coraggio, idee chiare, abnegazione, determinazione e… voglia di futuro. Glielo leggi negli occhi che sono felici di ciò che stanno facendo e dei progressi che, giorno dopo giorno, il loro sogno diventato realtà – ovvero produrre vini in un fazzoletto di terra in una delle zone della Toscana e d’Italia più armoniose a livello di clima e di terreno – porta a casa.

Siamo sulle prime pendici del Monte Amiata dalle parti di Cinigiano nell’alta maremma toscana, sulla collina a sud di Montalcino (che dista poco più di 10 chilometri), nel cuore della denominazione Montecucco e l’azienda-sogno che hanno costruito si chiama Prato al Pozzo: 11 ettari complessivi di cui appena uno e mezzo piantati a vigneto ed i restanti a uliveto e seminativo.
Francesca (con un passato nel settore della formazione in Confartigianato Toscana), oggi oltre a fare la mamma, gestisce l’azienda, dalla logistica alle pubbliche relazioni, dall’aspetto commerciale a quello degli acquisti. Fabio invece ha il compito di mettere a frutto la grande esperienza di anni acquisita ai massimi livelli del vino made in italy: è infatti direttore di due aziende vinicole del gruppo Antinori, ovvero Pian delle Vigne a Montalcino e Le Mortelle a Castiglione della Pescaia.
Tutto muove nel 2003 con l’acquisto – dopo una lunga ricerca – del podere in cui far germogliare la loro idea di produzione vitivinicola. Non è in buonissime condizioni ma il luogo è bellissimo, anzi speciale. È amore a prima vista per entrambi e da qui parte l’avventura. Un paio d’anni per la ristrutturazione ed ecco che nel 2005 tutta la famiglia – Francesca, Fabio e le due figlie – si trasferisce in questa nuova proprietà. Si parte con neanche un ettaro di vigna che nel tempo diventano quasi due. E chissà che in futuro non possano anche aumentare. Intanto il tutto si concentra in questo fazzoletto di terra che nella restante parte coltivata ospita, come detto, anche circa 2.000 olivi e seminativo. Nel frattempo viene costruita la cantina che ben presto però si rivela insufficiente per le esigenze produttive. Ecco allora che matura la voglia di costruirne una nuova che viene ultimata nel 2015. Oggi l’azienda – a carattere assolutamente familiare e artigianale, ma con uve di assoluta qualità, grazie all’ottima esposizione dei vigneti, alla giusta ventilazione e alla composizione argillo-calcarea del terreno – produce appena 10.000 bottiglie suddivise nelle tre etichette: Arpagone, Piede Rosso e Prato al Pozzo Vermentino.
Quasi tutta la produzione (circa l’80%) va all’estero in mercati nord europei come quello svedese, ed anche in Cina.

Lʼinizio del progetto – il sogno di una vita, si diceva prima, di vivere immersi nella natura e creare un’azienda vinicola a misura d’uomo che producesse rossi di qualità – prende forma e non per caso con il vino “Arpagone” così chiamato per via della scarsità della sua produzione. «Volevamo produrre – sottolineano Fabio e Francesca – un “vino diverso”, fondato sulla sperimentazione pura, sull’altissima qualità delle uve e su un’attenzione maniacale dei processi di lavorazione. È nato così Arpagone Montecucco Sangiovese DOCG (95% Sangiovese 5% Cabernet Sauvignon) dal nome del personaggio de “L’Avaro” di Moliere che meglio rappresenta questa etichetta, il cui concetto è quello della produzione minima come indice di preziosità del prodotto. Solo un ettaro e mezzo per ottenere una limitata quantità di uve, ulteriormente ridotta con una successiva ed estrema selezione manuale per ottenere l‘eccellenza qualitativa».
Un’eccellenza che qui fa rima con autenticità «intesa come libertà di andare alla ricerca di un gusto che contemporaneamente sappia affermare le nostre origini unendolo alla sperimentazione di nuove sensazioni e respingendo le tendenze del momento».

Ad Arpagone si affianca il vino denominato “Piede Rosso”, Cabernet sauvignon in purezza classificato come Doc Maremma Toscana. «Solo i grappoli migliori dei nostri vigneti – aggiungono Fabio e Francesca – partecipano alla produzione di questo vino. Le uve, raccolte a mano, vengono sistemate e pigiate sofficemente prima di subire la fermentazione sulle proprie bucce in piccole botti di rovere per circa 15 giorni. Durante questo periodo il mosto viene follato manualmente più volte per consentirgli di arricchirsi di aromi, tannini dolci e colore. Svolge poi la fermentazione malolattica in barriques. Nei successivi 18 mesi completa il proprio affinamento in legno».

Come spesso succede l’appetito vien mangiando, per cui ai due rossi si è aggiunto recentemente un bianco: Prato al Pozzo Vermentino, Maremma Toscana Vermentino DOC nato con l’intento di esaltare al massimo i profumi di questo vitigno straordinario sempre più apprezzato. Risultato che qui viene raggiunto «cogliendo le uve prima del sorgere del sole in maniera che i chicchi, trasportati subito in cantina, possano conservare ancora la freschezza della notte appena trascorsa. Le uve del nostro bianco portano con sé la delicatezza dei colori dell’alba; sensazioni che si ritrovano nelle atmosfere rilassanti e conviviali in cui offre il meglio di sé: un aperitivo, una cena estiva, una chiacchierata sotto un gazebo con gli amici».

Chiude il… cerchio (elemento importante che ritroviamo anche nel logo) l’ottimo olio extravergine di oliva “Prato al Pozzo” prodotto con le varietà di olive Frantoio, Leccino, Olivastra e raccolto con il sistema della Brucatura a mano con estrazione a freddo, a ciclo continuo. Un ottimo olio dall’aspetto limpido, colore verde smeraldo brillante, profumo fruttato intenso e persistente con sentore di carciofo dolce e sapore delicato e fragrante sottolineato da eleganti rotondità, ideale per verdure e carni.

Insomma una bella storia che trova la sua sintesi anche nel logo: due cerchi concentrici che raccontano i sogni, le aspettative, le amicizie, come ci spiegano con una chiosa finale Fabio e Francesca: “Il primo cerchio rappresenta il nostro sogno: produrre vini e olio tornando a un modello di vita più vicino alla natura. Il secondo il progetto supportato da amicizie e conoscenze di persone stimate che ci hanno aiutato” come Olle, Ulla, Massimiliano e Annalisa… ma questa è già un’altra storia che magari racconteremo in una seconda puntata…

Info: Az. Agr. Prato al Pozzo di Quiriconi Francesca – Podere Prato al Pozzo – 58044 Cinigiano GR, tel. +39 339 4301357 | Web: www.pratoalpozzo.it | Mail: pratoalpozzo@yahoo.it | Facebook: Prato Al Pozzo Vini oppure Quiriconi Francesca | Instagram: pratoalpozzo

ARTICOLO PUBBLICATO NEL NR. DI NOVEMBRE 2017 DI MAREMMA MAGAZINE

Leggi il PDF. Clicca qui