Osteria La Pace, emozioni a tavola allo stato puro e con vista...

Osteria La Pace, emozioni a tavola allo stato puro e con vista mare…

3412
0
CONDIVIDI

Passione, professionalità, raffinatezza, buona cucina, eleganza. E poi ancora storia, amore per le tradizioni e per la propria terra. C’è tutto questo e molto di più nel progetto portato avanti da Gian Luca Gozzo, Paolo Bracci e Flavio Biserni di far rinascere un locale storico di Porto Santo Stefano proprio sul lungomare, ovvero l’Osteria La Pace

L’Osteria La Pace rappresenta un importante punto di riferimento per coloro che sono alla ricerca di un luogo accogliente, eccellente nel servizio e nel rapporto qualità prezzo, per trascorrere in compagnia di amici e familiari i giorni più importanti calendario, ma ovviamente non solo.

****

Ci sono locali che trasmettono emozioni, anche solo a guardarli dall’esterno o in foto. Locali di cui si fa presto ad innamorarsi perché in grado di regalare esperienze uniche e irripetibili. Ebbene, uno di questi locali è sicuramente l’Osteria La Pace sul Lungomare dei Navigatori a Porto Santo Stefano, un ristorante speciale che ti entra dentro e per tanti motivi. Posizione unica, panorami mozzafiato, cucina raffinata ed elegante, ma per tutte le tasche, qualità e raffinatezza: sono i plus che si manifestano in tutta la loro evidenza in questa perla della ristorazione argentarina e maremmana.
La scommessa è stata quella di riportare in auge un locale esclusivo, ricco di storia e assai caro a tutti i santostefanesi. A buttarsi anima e corpo in questo progetto ambizioso, tre amici di vecchissima data – Gian Luca Gozzo, Paolo Bracci e Flavio Biserni – uniti dalla passione per la buona tavola già nell’ambito di Slow Food. Le esperienze in questo ambito agli artefici di quella che può considerarsi un’autentica rinascita non mancano e così l’idea di ridare vita a questi bellissimi spazi prende forma e si concretizza. Dopo un’accurata ristrutturazione l’Osteria La Pace apre i battenti il 17 giugno 2015 ed inizia il viaggio.
“Ci siamo lanciati in quest’avventura per passione – spiegano proprio Gian Luca, Paolo e Flavio –. Abbiamo rifondato l’Osteria La Pace, ritornando a dare un senso a quella ‘trattoria di paese’ che lo scrittore Guelfo Civinini ha ben disegnato nelle pagine di un libro, trovando ispirazione proprio tra queste mura. Questa scommessa è per amore di questa terra e di questo mare, perché crediamo che la cucina sia uno strumento per capire al meglio un territorio, la sua forza, la sua cultura, in fondo la sua (giovane) storia. Per fare tutto questo ci siamo concessi un sogno ed un desiderio, che cerchiamo di trasmettere coinvolgendo tutti coloro che lo desiderano, in un’esperienza…”.

La storia
Si diceva della storia. Ed in effetti non manca.
“…qui ci vengono dai paesi dei dintorni, ci scendono da quelli della montagna, qualcuno viene anche dalla città dove ha bottega; e tutti, quando s’avvicinano a questo paese di pescatori, appena sentono l’aria marina, si sentono nascere in gola l’uzzolo del ‘caldaro’ ossia della zuppa alla marinara, fatta proprio come a bordo, semplice semplice: olio, aglio, pomodoro e zenzero, e pesce che odora. Sicché mezzogiorno è appena suonato, che già la trattoria comincia a riempirsi. Per entrare nella sala si passa davanti alla cucina. Dentro c’è Salvina che sfaccenda tra i fornelli e i taglieri, con attorno le fantesche che l’aiutano…”.
In queste poche righe del racconto “Trattoria di Paese” da cui prende nome il libro, Guelfo Civinini descrive l’ambiente e la vita dentro e fuori uno dei punti di riferimento centrali della Porto Santo Stefano degli anni Trenta, appunto la trattoria de La Pace.
L’autore infatti si innamorò dell’Argentario proprio in quegli anni, tanto da acquistare la Torre di Santa Liberata – andata poi distrutta con la guerra – per adattarla a propria residenza.
Nel libro, che vinse il premio Viareggio del 1937, egli raccontò del paese e di questo ristorante, allora gestito dalla famiglia Capezzuoli, Sabina (il vero nome della cuoca) e il marito Amerigo, noto più per stare a tavola. Egli infatti lavorava per lo stabilimento della soda e pare che talvolta facesse apparecchiare per pranzi di lavoro, a cui puntualmente non si presentava nessuno cosicché lui potesse approfittare di mangiarsi porzioni su porzioni di pasta e fagioli, pietanza di cui andava matto.
“La Pace della famiglia Capezzuoli – sottolinea Gian Luca – era già nei locali attuali, nello stabile che si affaccia sul porto. Tuttavia, l’attività ristorativa (e alberghiera) all’origine si trovava nell’immobile di fronte. È del 1905 una cartolina che ritrae l’insegna su un edificio tra piazzetta della Croce e via Santo Stefano (Viaggio nel Passato, Firenze, 1992).
Il nome ha quindi più di un secolo di storia e ha influenzato nel tempo la toponomastica orale delle persone del luogo: la curva della Pace non è indicato in nessuna targa, ma tutti i santostefanesi sanno che si tratta della curva del lungomare sottostante il ristorante, da dove si può vedere al meglio il Palio Marinaro dell’Argentario, la regata remiera che si corre ogni anno a ferragosto.
Con la fine della Grande Guerra e l’affermarsi del turismo in chiave moderna, il ristorante ha avuto un proprio ruolo centrale nell’ospitalità gastronomica del paese, grazie alla sua particolare location di terrazza affacciata direttamente sul mare e di fronte al porto. Molte sono le immagini in bianco e nero che ritraggono questo angolo di paese senza ancora il lungomare dei Navigatori (degli anni ’70), ed in particolare il disegno di Giovanni Maria Viti che fa da insegna al nostro locale (sul lato di Corso Umberto)”.

Gli ambienti
Gli ambienti in cui poter scegliere il proprio tavolo preferito per pranzi e cene in un contesto unico sono diversi.
Il primis c’è La Terrazza. “È l’area principale del locale – precisa Paolo – che si affaccia direttamente sul lungomare e guarda l’Arena di Turchese, il porto vecchio di Porto Santo Stefano. Da tutti i tavoli è possibile naturalmente godere di un panorama che va dalla piazza principale del paese – Piazzale dei Rioni – fino a tutto il golfo di fronte all’Argentario fino al litorale sud del Parco della Maremma e Talamone”.
Non da meno quanto a suggestioni è Il Privè. “È l’ambiente della cantina espositiva dei nostri vini, mentre di fronte vede naturalmente il mare ed il porto antico. Sotto la luce di una “nassa” (tipico strumento di pesca tradizionale, da noi impropriamente sfruttato come lampada), possono trovarsi alcuni tavoli da due, tre o quattro persone, oppure, su richiesta, anche un tavolo imperiale per una cena di lavoro od un evento particolare”.
Infine, c’è Lo Straprivé. “In un angolo della Terrazza, un po’ appartato rispetto al resto dei tavoli, ma sempre con una vista speciale sul mar Tirreno, è stato ricavato un tavolo tondo per due persone. Un ambiente adatto ad una serata in riservatezza…”.

Lo chef: Francesco Carrieri
In cucina a contribuire a rendere la sosta a tavola all’Osteria La Pace un momento indimenticabile c’è lo chéf Francesco Carrieri, che pur giovane di età, vanta un’esperienza ed un curriculum vitae di grande spessore.
Cresciuto all’ombra della grande tradizione culinaria pugliese, famosa per i sapori decisi e l’audacia degli accostamenti, dopo il diploma decide di affinare la sua preparazione tecnica frequentando corsi di specializzazione culinari tenuti dai più grandi maestri della gastronomia internazionale, quali Ernest Knam, Edouard Bechoux, Vito Semeraro, Fabio Tacchella.
Contemporaneamente inizia importanti collaborazioni con alcune delle strutture ricettive più blasonate del panorama nazionale. Un percorso ricco di soddisfazioni professionali ed importanti riconoscimenti che lo condurrà, nel 2009, all’Argentario, dopo essere passato per Roma, Cortina e Cervinia.
Dopo aver condiviso, assieme ad i nuovi gestori, il progetto di restituire al locale il lustro del passato, sin dall’apertura è divenuto chéf dell’Osteria La Pace. Assieme ad i suoi collaboratori si impegna ogni giorno nella sperimentazione di ricette e piatti, capaci di coniugare la tradizione della cucina mediterranea a soluzioni gastronomiche d’avanguardia, pensate per esaltare il sapore del pesce in ogni sua forma.

Il menù
Ed è proprio il pesce a farla da padrone nel menù curato dallo chef Carrieri coadiuvato dal maitre di Sala Riccardo Lucignani, anche se non mancano specialità di carne e/o vegetariane.
“Quelli che proponiamo – sottolineano Gian Luca, Flavio e Paolo – sono piatti che hanno un’anima, che vengono da lontano ed in parte sono rivisitati. Piatti che danno ragione e senso a ciò che questo mare e questa terra sanno darci, rispettando il tempo, le stagioni, il percorso naturale delle cose, perché ne abbiamo per primi rispetto e vogliamo che i nostri ospiti capiscano il valore. Mettiamo sapienza e passione nei nostri piatti, nei quali ci auguriamo che la qualità tecnica non ceda il passo ma vada a braccetto con la qualità dei prodotti. Il nostro obiettivo è la ricerca di ingredienti di primissima scelta, dove la bontà non può essere mai seconda ad una cucina sana. La nostra carta, perciò, sarà sempre diversa, per meglio garantire la scoperta e la sperimentazione, fuggendo dalla monotonia ma avendo sempre in mente che la tradizione è una radice da cui non possiamo allontanarci”.
I clienti potranno degustare, oltre alle prelibate pietanze inserite nella carte, anche menù fissi.
Particolarmente interessanti sono i 4 menù degustazione dai nomi curiosi, ma al tempo stesso evocativi: “Le Friggere” (cosa era la Friggera? L’antesignano della pescheria sul molo della Pilarella, quello di fronte a al ristorante… infatti lì è nato e cresciuto economicamente Porto Santo Stefano, dai suoi magazzini di stoccaggio del pescato, dove si poteva comprare, mangiare e lavorare il pesce delle paranze che rientravano dopo la “cala”…), “Forilmonte” (per “forimonte” si indica una zona imprecisata per dire lontano dal paese e comunque in area agricola… è il modo con cui si richiama la proprietà ed il lavoro terricolo…), “Giovanni Maria Viti” (Chieti 1882-Porto S. Stefano 1962), dal nome dell’artista, incisore, intellettuale. Un uomo poliedrico, che, innamorato da sempre dell’Argentario, ha eletto a Sua naturale casa. Genialità, intraprendenza e grandi capacità organizzative hanno fatto si che sia considerato, ancora oggi, un santostefanese doc, amante del territorio, come pochi prima e dopo di lui… “A noi – sottolinea Flavio – ha ‘regalato’ la copertina del menù”. Quarto e ultimo menù degustazione: “Capitano a prua”, “il giornaliero menù di mare comprendente una mis en bouche di benvenuto e la degustazione di un antipasto, due primi, un secondo e dolce, scelti dal nostro Chef, per far vivere il gusto dell’esperienza della nostra cucina”.

Un ristorante per tutte le occasioni
L’Osteria La Pace rappresenta un importante punto di riferimento per coloro che sono alla ricerca di un luogo accogliente, eccellente nel servizio e nel rapporto qualità prezzo, per trascorrere in compagnia di amici e familiari i giorni più importanti calendario, ma ovviamente non solo.
Per l’atmosfera sobria ma allo stesso tempo importante, e l’ambiente riservato ma oltremodo accogliente, l’Osteria La Pace è il luogo ideale per organizzare cene e meeting aziendali. Il clima distensivo tipico della cena a base di pesce, accompagnata da una vista mozzafiato sul mare, ben si sposa con l’esigenza di coniugare l’informalità dell’evento alle esigenze professionali di chi lo organizza.
Che si tratti di un’occasione di ritrovo tra colleghi, di una riunione di lavoro o di un incontro di affari, l’Osteria La Pace saprà creare il giusto mood per trasformare una semplice cena in un successo vero e proprio.
Da ricordare infine che l’Osteria è in grado di offrire anche un efficientissimo servizio catering.

L’Osteria La Pace è aperta tutti i giorni dell’anno, ad esclusione del mercoledì e del mese di novembre.
Info: Osteria La Pace – Piazzetta Anselmi, 1 – Porto Santo Stefano (Grosseto), tel. 0564 810273, mail info@osterialapace.it, web www.osterialapace.it

_MG_2355

Maremma Magazine – Aprile 2016 – Osteria La Pace