Qualità della vita in provincia di Grosseto: potrebbe andare meglio!

Qualità della vita in provincia di Grosseto: potrebbe andare meglio!

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L'EDITORIALE DEL NR. 1 DI MARZO 2019
DI CELESTINO SELLAROLI
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Rieccoci qua, pronti a ripartire, dopo la consueta pausa invernale, con le uscite del nostro magazine che, messo da parte il capitolo relativo al raggiungimento (proprio dodici mesi fa, a marzo 2018) del 15° anno di vita, si avvia verso altri due importanti traguardi: quello del 200° numero e la maggiore età, di cui ovviamente avremo modo di riparlare.
E rieccoci qua anche con il nostro consueto filo diretto che questo mese dedichiamo all’indagine 2018 sulla vivibilità delle province italiane, redatta da Il Sole 24 Ore e resa nota, come sempre, nel mese di dicembre. Come ogni anno – siamo alla 29esima edizione – la Qualità della vita scatta una fotografia delle città italiane, scegliendo di inquadrare la questione del benessere tramite 42 indicatori suddivisi in sei macro-aree («Ricchezza e consumi», «Affari e lavoro», «Ambiente e servizi», «Demografia e società», «Giustizia e sicurezza», «Cultura e tempo libero»).
Ebbene, dalla classifica emerge che la vincitrice dell’indagine 2018 sulla vivibilità delle province italiane, è Milano. Il capoluogo lombardo festeggia il suo primato, inedito nell’indagine annuale de Il Sole 24 Ore, piazzandosi ben sette volte su 42 nei primi tre posti per le performance conseguite negli indicatori del benessere. E conquista lo scettro di provincia più vivibile d’Italia, dopo averlo sfiorato per quattro volte. Migliorano in generale le grandi città, con Napoli che guadagna tredici posizioni, mentre Roma è stabile. Ultima Vibo Valentia.
E la provincia di Grosseto? Diciamolo subito: non sta bene. La graduatoria la colloca infatti al 66° posto (su 107 province italiane) con ben 13 posizioni perse rispetto al 2017, confermando il trend in caduta libera avviato a partire dal 2014 quando l’indice la collocava al 15° posto. Da allora la provincia di Grosseto ha iniziato a scendere, passando al 30° posto nel 2015, al 51° nel 2016, al 53° nel 2017, per arrivare al 66° posto del 2018. Insomma si tratta di un’altra bocciatura per Grosseto e per la Maremma che arriva dopo quella del quotidiano economico Italia Oggi che, nella classifica dedicata sempre alla Qualità della vita stilata in collaborazione con l’università La Sapienza di Roma, ha visto il nostro territorio perdere 11 posizioni rispetto al 2017 passando dal 22° al 33° posto.
Dal dettaglio delle macroaree nella graduatoria della vivibilità delle province italiane redatta da Il Sole 24 Ore, si evince che le difficoltà maggiori riguardano “Giustizia e sicurezza” (83° posto) e “Demografia e società” dove Grosseto è quasi ultima tra tutte le province italiane occupando il 105° posto. In materia di “Ricchezza e consumi” la Maremma si colloca al 66° posto, mentre nella classifica di “Affari e Lavoro” si piazza al 52°. Per l’area “Ambiente e servizi” Grosseto occupa il 59° posto. Buona la performance nella macro area di “Cultura e tempo libero”, dove si registra un buon 32° posto.
Quasi incredibile rispetto a questo quadro il dato relativo alla “registrazione di imprese” (indicatore dell’area “Affari e lavoro”) che vede Grosseto al primo posto.
I motivi di questa crisi? Sono tanti. Alcuni nuovi, altri datati e forse sempre più incancreniti, come ad esempio quelli legati al tema delle infrastrutture rispetto al quale parole chiare sono state espresse dal presidente di Confindustria Grosseto Francesco Pacini. “Per recuperare il terreno perso, anche in termini di reddito pro-capite – ha detto commentando l’Indagine de Il Sole 24 Ore sulla qualità della vita –, dobbiamo esigere, come territorio, imprese, istituzioni e cittadini, le opere infrastrutturali di cui da sempre si parla ma che sono ancora ferme. Prima di tutto il corridoio tirrenico ma anche le infrastrutture provinciali secondarie, i porti e le ferrovie.
Altri motivi sono di natura dimensionale. “La nostra – come sottolineato anche da Antonfrancesco Vivarelli Colonna, presidente della Provincia di Grosseto – è una delle province più vaste d’Italia, con un territorio complesso e composito in cui le differenze sono vistose”.
Altre beghe sono legate alla congiuntura economica, alla crisi dell’agricoltura, all’invecchiamento della popolazione, alle politiche immigratorie, alla scarsa appetibilità del nostro territorio (che risulta poco attraente per chi deve impiantare e crescere una famiglia, cioè i giovani, molti dei quali sono costretti ad emigrare per trovare un tipo di lavoro che qui non esiste) e… al destino cinico e baro… Fin qui i motivi, più o meno noti a tutti. E per le soluzioni? Per quelle c’è sempre tempo…

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